Sul tema dell’housing sociale sono stati scritti fiumi d’inchiostro e altri ne verranno. Il libro Precisazioni sull’Housing Sociale in Italia , di Stefano Guidarini, cerca di chiarire in modo sintetico in cosa consista questo fenomeno nell’attuale situazione italiana, in un quadro peraltro in continua evoluzione.
A partire dal Piano Nazionale di Edilizia Abitativa del 2009, il modo migliore per comprendere gli aspetti generali del social housing è quello di riconoscere le differenze tra le sue diverse logiche di attuazione, di finanziamento e di gestione. È quello non-profit dell’abitare normale del mondo cooperativo? È quello legato alle logiche finanziarie del sistema integrato dei fondi immobiliari? È quello di origine assistenziale dell’edilizia residenziale pubblica? O può essere le tre cose insieme?
In realtà, proprio per rispondere alle diverse esigenze abitative, comprese le situazioni di emergenza, le diverse “anime” dell’housing sociale hanno tutto l’interesse a interagire tra di loro, insieme alle istituzioni e alle amministrazioni pubbliche.
In questo quadro, è necessario anche chiedersi quale sia il ruolo dell’architettura e del progetto urbano, alla luce dei diversi approcci che vedono una sempre maggiore importanza delle politiche sociali e delle discipline economico-finanziarie.
Per tentare di rispondere a queste domande, una sintetica ricognizione critica e fotografica cerca di mettere in evidenza alcuni dei principali caratteri architettonici e urbani di alcuni dei più recenti e interessanti interventi realizzati.
In particolare, sono stati presi in considerazione otto progetti realizzati a Milano su aree di proprietà pubblica tra il 2005 e il 2015. Cinque di questi progetti sono stati realizzati dal comune di Milano nell’ambito dei concorsi “Abitare a Milano. Nuovi spazi urbani per gli insediamenti di edilizia sociale”, organizzati dal Comune con la partecipazione dell’ALER e con la consulenza scientifica del Politecnico di Milano. Altri tre progetti sono stati realizzati da operatori privati (la Fondazione Housing Sociale e il Consorzio Cooperative Lavoratori CCL). Si è trattato di una delle rare esperienze in Italia in cui un’amministrazione pubblica, sorretta da un’istituzione universitaria, ha effettivamente tenuto la regia dell’operazione per determinare la qualità degli insediamenti.
L’autore, Stefano Guidarini, si è laureato in Architettura al Politecnico di Milano nel 1985. Ha lavorato negli studi degli architetti Giancarlo De Carlo, Gino Pollini e presso lo Studio BBPR. Ha realizzato diversi interventi di architettura pubblica e privata legati alla città, alla residenza sociale e ai luoghi di commercio. È professore associato presso il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, e insegna Progettazione architettonica nella Scuola di Architettura, Urbanistica, Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano. Nel 2011 è stato tra i fondatori del Master “Housing sociale e collaborativo”. Ha pubblicato “Ignazio Gardella nell’architettura italiana. Opere 1929-1999” (Skira, 2002) e “Il mutevole concetto di tipo” (Maggioli, 2009), oltre a diversi saggi sull’architettura e la città.
Articolo originariamente pubblicato su Architetti.com
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento