Green economy al centro della campagna elettorale americana

Lucia Navone 07/06/12

“Da quando sono presidente, l’America ha raddoppiato il suo utilizzo di energie rinnovabili. E imboccando questa strada, abbiamo anche creato migliaia di posti di lavoro”.

Così il presidente Barack Obama durante una recente visita a Newton, la capitale del vento americana, che negli ultimi anni ha vissuto la pesante crisi economica e ha visto la chiusura della Maytag, lo storico marchio degli elettrodomestici made in Usa.

La green economy rimane quindi al centro della campagna elettorale del candidato democratico nonostante le critiche e i fallimenti. È notizia di ieri infatti che anche Konarka Technologies, produttore di moduli flessibili a film sottile, co-fondata dal premio Nobel per la chimica 2000, Alan Heeger, ha depositato i libri in tribunale per avviare il concordato preventivo.

Ciò dovuto, spiega Howard Berke, Amministratore Delegato di Konarka in un comunicato dell’azienda: “all’impossibilità di ottenere altri finanziamenti per proseguire le proprie attività”. Una tragedia”, ha proseguito Berke, “per i nostri azionisti, i nostri dipendenti e per lo sviluppo delle energie alternative negli Stati Uniti”.

Ed è proprio la “sostenibilità economica” delle energie rinnovabili che gli avversari di Obama vorrebbero mettere in discussione di fronte ai tanti fallimenti eccellenti degli utimi mesi: da Solyndra  (azienda fotovoltaica californiana finita in bancarotta nonostante le sovvenzioni pubbliche), a Solar Trust of America (filiale statunitense della tedesca Solar Millenium), a Energy Conversion Devices (che distribuisce il marchio Uni-Solar) fino ad oggi, Konarka.

Aziende nate dalla politica energetica del presidente Obama pesantemente criticata dal candidato repubblicano alla Casa Bianca, Mitt Romney. Unico particolare però è che, come riportano alcuni giornali statunitensi, Konarka ha ricevuto dallo Stato del Massachusetts, per mano dello stesso Mitt Romney, ex governatore di quello Stato, una sovvenzione di oltre 1,5 milioni di dollari.

Tutto il mondo è paese quindi e, quando si tratta di green economy, anche gli americani non vanno troppo per il sottile. Pur di demonizzare la politica a favore dell’oro verde, i repubblicani hanno chiamato in causa, niente po’ po’ di meno che il Governo italiano.

Secondo il Wall Street Journal: “sarebbe auspicabile che l’amministrazione Obama mostrasse lo stesso buon senso degli italiani”.

Il buon senso a cui il newsmagazine diretto da Rupert Murdoch si riferiva era quello del Ministro Corrado Passera in merito al taglio del incentivi dedicati al settore, di cui proprio oggi si sta discutendo in Conferenza Stato Regioni. Se ciò fosse – aggiungeva il Wall Street Journal – per l’Italia potrebbe aprirsi una fase di licenziamenti e fallimenti, come già accaduto in Germania. Dato il tasso di disoccupazione del 9,3%  e la recessione in atto, in Italia,  avremo un’ “esplosione solare” particolarmente dolorosa.

Nel frattempo, l’esplosione di attacchi per la conquista della poltrona alla Casa Bianca è in pieno svolgimento. La destra repubblicana, legata alle lobby del petrolio e del carbone, sta boicottando al Congresso il rinnovo dell’Advanced Energy Manufacturing Tax Credit che concede un credito d’imposta del 30% agli investimenti in attività manifatturiere legate alle energie rinnovabili. “Troppo statalismo”, denunciano i repubblicani, ai quali Obama risponde bloccando un pezzo di Keystone, il maxioleodotto del Canada.

 

Lucia Navone

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