Qualità dei progetti al centro dell’attenzione. Non solo nell’ambito dei lavori delle Commissioni parlamentari che stanno esaminando il testo di riforma dei lavori pubblici, ma anche per la lotta al dissesto idrogeologico e per la tutela del nostro territorio.
E poi l’imminente pubblicazione delle linee guida per la progettazione di opere di ingegneria civile, che forniranno una bussola ai progettisti per realizzare interventi “realmente utili”.
Sono questi alcuni dei tanti obiettivi che si pone #Italiasicura, l’unità di missione di cui fa parte Gian Vito Graziano, presidente nazionale dei Geologi italiani, che parteciperà anche al prossimo CoastEsonda 2015, l’appuntamento di settembre sulla protezione del suolo e delle coste, che si terrà a Ferrara in concomitanza con RemTech 2015.
Abbiamo raggiunto il presidente Graziano per parlare con lui della situazione nazionale, sui risultati raggiunti da #Italiasicura e di quelli ancora da ottenere (leggi anche l’intervista al presidente dei Geologi liguri, Carlo Malgarotto, sulla situazione nella Regione Liguria).
Protocollo #Italiasicura
Mauro Ferrarini. Lo scorso 20 maggio è stato siglato un Protocollo d’intesa su trasparenza opere, gare e appalti e un nuovo open data sui cantieri tra Ministeri Infrastrutture e Ambiente. Ci spiega di cosa si tratta e perché dovrebbe essere uno strumento per la tutela del nostro territorio?
Gian Vito Graziano. Si tratta di un documento d’intesa sottoscritto dal Ministero dell’Ambiente, da quello delle Infrastrutture, dalla struttura di missione #Italiasicura e dall’Autorità Nazionale Anticorruzione, volto a monitorare ed a vigilare sugli interventi e le opere contro il dissesto idrogeologico. A mio parere la trasparenza nelle opere deve guardare, oltre che alle procedure per l’affidamento dei lavori, anche a quelle per l’affidamento degli incarichi di progettazione.
Tempi certi, procedure semplici e progetti fatti bene sono fondamentali per contrastare i fenomeni di corruzione e diventano strumenti di tutela del territorio. Migliorare la qualità dei progetti è uno dei prossimi obiettivi della struttura di missione #Italiasicura, al quale si sta intensamente lavorando. Elevati standard di qualità aiutano ad allontanare la probabilità che avvengano fenomeni corruttivi e soprattutto consentono di realizzare opere utili.
Geologo di zona
Mauro Ferrarini. L’istituzione del Geologo di Zona è ferma da qualche parte in Parlamento (dove?). Ma alcuni criticano questa proposta, dicendo che forze e competenze ci sono già, basta farle funzionare. Non serve un’altra figura. Lei come risponde a queste affermazioni?
Gian Vito Graziano. Ci sono diverse proposte di legge per un più massiccio inserimento del geologo all’interno della pubblica amministrazione, ma nessuna di queste è ancora approdata alla discussione in Parlamento.
È tuttavia un segno tangibile che questo Paese stia prendendo atto che esiste una forte necessità di saperi geologici e dunque di geologi che operino sul territorio. Supportare gli enti locali nelle fasi di conoscenza, di controllo e di monitoraggio del territorio, indispensabili per una reale politica volta alla prevenzione dei rischi geologici e non sempre e soltanto alla gestione delle fasi successive alle emergenze, è ormai diventata una esigenza sociale. I geologi sono presenti solo in alcuni enti statali, in alcune regioni, ma sono pochissimi a livello di comuni. Solo pochissime grandi città hanno geologi in organico e spesso in numero assolutamente inadeguato alle reali esigenze. Vorrei tanto poter dire che ci sono e sono tanti, ma mi chiederei perché mai non siano utilizzati?
Task Force #Italiasicura
Mauro Ferrarini. Stando a quanto si legge, la task force guidata da Erasmo D’Angelis pare essere quella che funziona maggiormente. Ci elenca i risultati già raggiunti e quali, invece, contate di portare a casa da qui a fine anno?
Gian Vito Graziano. I risultati raggiunti sono davvero tanti, soprattutto se si considera il modesto arco temporale in cui si è lavorato. Il reperimento di ingenti risorse non spese è stato il primo dei risultati, lo sblocco di alcuni storici cantieri bloccati o mai consegnati è stato il secondo, ma a questi aggiungo la predisposizione di un piano di interventi nazionale ed uno delle aree metropolitane, che hanno messo ordine nelle cose ed hanno impegnato sindaci e commissari di governo a rispondere entro i termini dettati dalla struttura di missione.
Altro risultato è stato quello di lavorare sulla qualità della prestazione intellettuale e della progettazione in particolare, anche a garanzia della migliore gestione dei fondi destinati alla mitigazione del rischio.
Sono in fase di avanzata redazione delle linee guida che definiscano contenuti minimi e procedure rigorose nell’esecuzione dei progetti di ingegneria civile, a partire dagli studi specialistici che hanno un ruolo centrale nella qualità del progetto. Le linee guida mirano a fornire una sorta di “percorso guidato” per giungere alla configurazione di progetti effettivamente utili, in un momento in cui gli errori assumono un rilievo particolarmente gravoso per l’intera comunità. In questo sforzo dell’unità di missione c’è tutto il desiderio di voltare davvero pagina. Segnalo infine l’attenzione per l’informazione ai cittadini, vero anello debole della filiera della prevenzione, che sarà affrontato in un convegno sulle città resilienti che si svolgerà a Roma il 3 luglio prossimo.
Geologi: la situazione dei professionisti
Mauro Ferrarini. Dal suo punto di vista privilegiato, può dirci quali sono le prospettive per la professione di geologo in Italia?
Gian Vito Graziano. In questi anni il Consiglio Nazionale dei Geologi ha affrontato con coraggio una realtà difficile per tutte le professioni, avendo in mente una strategia e perseverando nell’obiettivo di saper garantire varie forme di interesse pubblico, nel nostro caso intimamente legate alla difesa del suolo, alle costruzioni, alla prevenzione dal rischio sismico, alla tutela dell’ambiente, alla conservazione ed alla salvaguardia del paesaggio, allo sviluppo di energie alternative e alle applicazioni delle nuove tecnologie. Ci si è spesi insomma per investire in cultura geologica, che auspichiamo si possa tradurre nel cogliere i nuovi sbocchi professionali che ci offre un mercato ancorché temporaneamente asfittico.
Mauro Ferrarini. Cosa consiglierebbe a un giovane studente che oggi voglia iniziare a studiare Geologia, per non trovarsi spiazzato una volta sul mondo del lavoro?
Gian Vito Graziano. Ad un giovane studente direi quindi di studiare con l’obiettivo di saper cogliere le opportunità che provengono dalle istanze ambientali, dalle energie rinnovabili e dalla geotermia in particolare, dalla nuova disciplina sulle terre e rocce da scavo, dalla certificazione energetica degli edifici e dal rinnovato mercato del turismo di natura. La comunità nazionale ha necessità di professionisti che sappiano indicare strategie di sviluppo sociale ed economico e che portino innovazione. Ambiente, energia, paesaggio, beni naturalistici sono nuove frontiere e nuove occasioni di sviluppo e di sbocco occupazionale che dovremo cogliere quando la morsa della crisi economica si sarà finalmente allentata, partendo dalle radici forti della tradizione scientifica, che è prerogativa irrinunciabile della nostra categoria, elemento di vanto, di fierezza e di consapevolezza delle nostre origini.
A settembre appuntamento a CoastEsonda
Mauro Ferrarini. A fine settembre si terrà a Ferrara l’appuntamento ormai classico con RemTech e con CoastEsonda, con un focus sui due temi della tutela delle nostre coste e del dissesto idrogeologico.
Quando si pensa all’erosione delle coste, molti ritengono si tratti solo di una parte di spiaggia perduta. È vero così, oppure i danni possono essere diversi?
Gian Vito Graziano. Sono numerosi i fattori che determinano interazioni sui litorali, gli apporti fluviali, gli interventi antropici sui corsi d’acqua o sul litorale, i fenomeni naturali legati al trasporto eolico, al moto ondoso ed alle correnti, le variazioni eustatiche, la subsidenza naturale o indotta. Ridurre tutto alla perdita di un tratto di spiaggia, cosa tuttavia già abbastanza grave, significa non conoscere affatto l’ambito costiero e la sua importanza anche per gli equilibri idro-geomorfologici dell’entroterra.
Mauro Ferrarini. Qual è la situazione attuale del nostro Paese? Ci sono regioni dove la situazione è più critica che in altre? E ci sono, invece, degli esempi virtuosi che è possibile prendere a modello per la protezione delle coste? Qual è il suo ruolo nell’ambito della manifestazione, il suo rapporto con CoastEsonda?
Gian Vito Graziano. La condizione generale delle coste italiane rimane purtroppo problematica, con situazioni di particolare criticità in diversi tratti della costa adriatica e di quella tirrenica. Se penso ad esempio ad alcune situazioni della costa romagnola e marchigiana devo associare alla compromissione ambientale dovuta all’erosione costiera il forte danno in termini economici, per un territorio che per il suo sviluppo sociale punta fortemente al turismo balneare.
Nell’altro senso potrei citare gli interventi pilota che l’ENEA ha sviluppato per un turismo sostenibile sul territorio delle Isole Egadi. Di questo e di tanto altro si parlerà anche quest’anno in CoastEsonda, che vede impegnato ormai da qualche anno il Consiglio Nazionale dei Geologi.
La cosa che mi piace sottolineare è il progressivo maggiore coinvolgimento dello stesso Consiglio, ma anche la maggiore presenza di geologi alla manifestazione, ormai appuntamento fisso nell’agenda di molti di noi.
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