La formaldeide è cancerogena: come intervenire in edilizia

Maura di Prato 13/01/16

Nello scenario europeo, l’importanza del benessere e della salute degli occupanti negli ambienti chiusi dove si svolge ogni tipo di attività, da quella lavorativa, a quella abitativa, ricreativa, ecc è stata sottolineata nel documento Verso una strategia per un ambiente urbano sostenibile (COM 2004-60). In esso si sottolinea, tra le priorità per migliorare la qualità dell’ambiente umano:

– la qualità dell’aria all’interno degli edifici;

– l’accessibilità;

– i livelli di rumore;

– il comfort;

– la qualità ambientale dei materiali e i costi del ciclo di vita dell’edificio;

– la resistenza dell’edificio ai rischi ambientali.

La sensibilità verso le tematiche dell’inquinamento indoor in questi ultimi anni è andata via via crescendo, anche forte degli studi scientifici sempre più numerosi che confermano la relazione tra lo sviluppo di patologie negli individui e la permanenza di questi in ambienti con sostanze nocive. La tutela della salute è sia uno dei valori fondanti della nostra civiltà, sia un volano per più ampi benefici economici e sociali. Una delle minacce più consistenti alla salute di chi vive negli ambienti confinati è data dalla presenza di elevate concentrazioni di “formaldeide”.

Essa è conosciuta dalla Unione internazionale di chimica pura e applicata (IUPAC) come metanale. È altresì nota con i nomi di formalina, aldeide formica, ossido di metilene, ossimetilene metilaldeide. La formaldeide a temperatura ambiente è allo stato gassoso, incolore e dall’odore penetrante (soglia di percezione 0,1 mg/m3), è solubile nell’acqua. Viene catalogata come composto organico volatile (COV) in virtù della sua volatilità a temperatura ambiente e della presenza di carbonio nella sua molecola. A causa di questa volatilità, i prodotti che la contengono la rilasciano con molta facilità nell’aria circostante. Per la forte reattività chimica è apprezzata come sostanza di base dall’industria chimica. Essa per la reazione con il fenolo polimerizza dando origine alla bachelite, che è una resina termo-indurente. In maniera analoga reagisce con l’urea e la melammina, le cui resine trovano uso come laminati plastici, adesivi, isolanti termici e acustici, schiume.

La formaldeide in reazione con l’urea è impiegata come vernice collante di pannelli in legno di truciolato, nobilitato o Medium-density fibreboard, è contenuta nei pannelli fonoassorbenti dei controsoffitti, nelle pareti divisorie degli uffici open space.

Formaldeide nei prodotti edili
La formaldeide si può trovare in molti prodotti per l’edilizia, tra cui adesive e vernici

La formaldeide è utilizzata, in aggiunta ad altre sostanze chimiche, nei prodotti di manifattura, ma anche come apprettante, come componente di colle o adesivi, in alcune vernici o prodotti di copertura (schiume isolanti a base di urea-formaldeide), nei prodotti di pulizia, in alcuni farmaci e nei prodotti cosmetici e come conservante anche negli alimenti. È anche un prodotto secondario della combustione, generata da processi incompleti, quali ad esempio, il fumo di prodotti del tabacco, di bastoncini fumiganti, stufe a cherosene e stufe a gas, la formaldeide si può sviluppare a seguito della degradazione dei materiali da costruzione. Spesso le concentrazioni di formaldeide dovute ai materiali da costruzione ed i prodotti di manifattura, anche se ridotte e nei limiti accettabili, diventano pregiudizievoli se associate a quelle dei prodotti per la pulizia degli ambienti, degli alimenti, dei medicinali ed a quelle presenti nei nuovi arredi.

A solo titolo informativo, va ricordato che la formaldeide è presente nel settore alimentare, farmaceutico e nella cosmetica. Ad esempio nella conservazione degli alimenti può raggiungere concentrazioni anche elevate: fino a 1000 ppm nel pesce affumicato, sino a 100 ppm nei crostacei. La si ritrova anche in cibi più tradizionali, come i formaggi e le mele (dove la formaldeide può arrivare a 20 ppm). Ancora oggi è ammessa come additivo alimentare (conservante) con la sigla E240. Nella cosmesi è diffusa in molti detergenti e saponi, nel detersivo per piatti, negli ammorbidenti, nei lucidi per scarpe, negli indurenti per unghie, nelle lozioni per capelli, nel fondo tinta, nelle creme, nei collutori, nel mascara. Riguardo il settore farmaceutico conosciamo tutti  quei medicinali ormai scomparsi o riformulati perché ritenuti addirittura dannosi alla salute. Tutti ricordavamo le famose pastiglie Formitrol di cui siamo stati dei consumatori. Al primo raffreddamento erano loro a cui ricorrevo per scongiurare l’arrivo del mal di gola.

Nel 2004 l’AIRC (Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro) ha deciso di includere la formaldeide nell’elenco delle sostanze cancerogene per la specie umana ed anche il Formitrol si è dovuto adattare: infatti le pastiglie per la gola esistono ancora, ma non c’è più traccia di formaldeide. Oggi una maggiore coscienza e conoscenza, permette di limitare molti danni alla salute ed anche il settore dell’edilizia si è dovuto aggiornare alla luce degli studi scientifici.

Nella tabella 1 sono riportati i materiali ed i maggiori prodotti contenenti la formaldeide.

Prodotti Impiego
Materiali da costruzione Schiume, isolanti, resine
Legno pressato Tavole di compensato, materiale a media densità (MDF) per arredi, mobilio, parquèt, pavimentazione
Prodotti di manifattura Collanti, adesivi, carte da parati, tinte per pareti, vernici
Prodotti cosmetici Indurente per unghie, solvente per smalto
Prodotti per la casa Coloranti, disinfettanti, detergenti
Fumo di tabacco Sigarette e sigari
Apparecchi a combustione Stufe a legno, a gas, a cherosene

Effetti sulla salute umana della Formaldeide

Gli effetti sulla salute umana dipendono principalmente da tre fattori: il livello di concentrazione aerodispersa, il tempo di esposizione, la suscettibilità individuale.

La formaldeide presente nell’aria ambiente irrita le mucose provocando bruciore agli occhi, al naso e alla gola e lacrimazione. Se l’irritazione persiste possono manifestarsi le cefalee sia leggere che emicranie significative, stanchezza e malessere. Una esposizione breve è senza conseguenze, ma se l’esposizione a un elevato tasso di formaldeide si protrae per diversi mesi o addirittura anni possono essere inoltre pregiudicate le funzioni polmonari e aggravato il rischio di malattie alle vie respiratorie. In caso di danneggiamento permanente delle mucose (usualmente come conseguenza di impiego professionale di questa sostanza), la formaldeide favorisce lo sviluppo di tumori nella regione rino-faringea. Se la pelle entra in contatto con soluzioni contenenti formaldeide può svilupparsi un’allergia cutanea e si riconosce anche una predisposizione all’asma bronchiale come conseguenza della esposizione a questo COV. E’ bene ricordare che i soggetti suscettibili o immunologicamente sensibilizzati alla formaldeide possono avere reazioni avverse anche a concentrazioni molto basse.

L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC International Agency for Research on Cancer) ha classificato la formaldeide nel Gruppo 1 “cancerogeno per l’uomo”, in quanto causa tumori naso-faringei e di una forma di leucemia.

Mentre il rischio che deriva dall’esposizione professionale è molto grave ma tutto sommato raro, gli effetti nocivi dell’esposizione a basse concentrazioni sono meno drammatici ma molto più trasversali, cioè colpiscono una fetta di popolazione molto più vasta. In quest’ambito, una particolare attenzione va rivolta agli edifici scolastici, in quanto nei Paesi Europei i bambini vi trascorrono circa un terzo della loro giornata e la scadente qualità dell’aria nelle scuole si ripercuote su organismi che, come è noto, sono più sensibili degli adulti alle conseguenze dell’inquinamento.

Alcuni studi condotti in Nord Europa hanno dimostrato come l’asma in bambini ed adolescenti sia risultata positivamente associata a numerosi fattori presenti nell’ambiente scolastico, tra cui la formaldeide. Anche nelle scuole italiane ed europee non si respira una buona aria. Complici i doppi vetri uniti all’assenza di ventilazione, aule densamente popolate, la vicinanza a strade trafficate e problemi di pulizia, i bimbi di asili e elementari sono a contatto con micropolveri sottili (Pm 2.5), radon, ma anche benzene, anidride carbonica e formaldeide. A scattare la fotografia della qualità dell’aria in 114 scuole frequentate da 5.175 bambini (264 dell’asilo) e 1.223 insegnanti in 54 città di 23 Paesi europei sono i risultati dello studio Sinphonie (1), una ricerca finanziata dall’UE. In Italia lo studio ha interessato sei istituti: due in Sicilia (Palermo), due in Toscana (Pisa) e due in Lombardia (Milano). Lo studio ha rilevato che l’85% degli  scolari europei è esposto a micropolveri sottili in concentrazioni superiori a 10 microgrammi per metro cubo, valore guida medio annuo raccomandato dall’OMS, la metà è esposto a quantità eccessive di radon e un quarto a troppo benzene, sempre facendo riferimento ai parametri UE e OMS. Una conferma a livello nazionale di questa situazione viene da un’altra fonte come le agenzie regionali per la protezione ambientale, le Arpa: oltre il 60% dei bambini è esposto a valori elevati di formaldeide, come riportati nella tabella 2 (concentrazione di formaldeide nelle Regioni coinvolte nelle rilevazioni).

Regioni coinvolte nell’indagine Benzene (μg/m3) Toluene (μg/m3) Formaldeide (μg/m3)
Sardegna 1,1 4,8 61,2
Sicilia 2,3 3,8 41,5
Piemonte 1,8 5,0 9,5
Lazio 0,9 2,6 8,3
Lombardia 3,6 7,0 7,3
Emilia-Romagna 2,6 6,9 6,5

Cosa fare in caso di ristrutturazione edilizia?

Di seguito alcuni consigli pratici per affrontare il tema della formaldeide in edilizia nel caso di interventi di ristrutturazione e recupero edilizio.

Attenzione ad alcuni prodotti in legno

Evitare l’uso di prodotti di legno contenenti resine urea-formaldeide (UF), quali:

  • compensato di legno massiccio utilizzato per pannelli, accessori e altri prodotti;
  • tavole di legno compensato usate per rivestimenti, armadi, ripiani, pavimentazione in legno laminato;
  • tavole di legno a fibra di media densità (MDF) usato per ripiani, accessori, porte, pavimentazione in legno laminato.
  • armadi e pavimentazioni in laminato in quanto, se nuovi, contengono elevate quantità di formaldeide. L’attuale norma europea distingue i pannelli di legno in tre diverse classi: E1, E2, E3 identificando con E1 la categoria a minore emissione. Pertanto un tecnico e il consumatore devono, ove non fosse fornita, richiedere la certificazione del pannello o mobile acquistato e preferire solo quelli della categoria E1 (bassa concentrazione di formaldeide) indicata nell’etichettatura.

Niente resine

Sostituire i vecchi materiali con quelli privi di resine come il legno massello, cartongesso, acciaio inossidabile, mattoncini forati, piastrelle e altri materiali di muratura.

Isolanti a bassa emissione di formaldeide

Favorire materiali d’isolamento che non emettano o siano a bassa emissione di formaldeide, quali i pressati di legno contenenti resine fenolo-formaldeide (PF) o resine metilen-diisocianati (MDI). Gli isolanti migliori sono quelli naturali, igroscopici e traspiranti. Evitare tinteggiature e vernici acriliche.

Verniciare e aerare

Aerare bene i locali durante e dopo l’applicazione di vernici, rivestimenti liquidi e carta da parati, anche utilizzando dei ventilatori. In caso di presenza di concentrazioni di formaldeide, rivolgersi ad un tecnico competente per la rilevazione come gli Esperti in Edificio Salubre presenti in ogni zona d’Italia.

Sistemi di ventilazione

In caso di nuove costruzioni oppure in occasione di una ristrutturazione rilevante è bene valutare l’installazione di un sistema di ventilazione meccanica controllata. Serve per risparmiare energia e contenere l’inquinamento indoor.

(1) Il progetto SINPHONIE (Scuole Inquinamento Indoor e salute: Osservatorio in rete in Europa) è un progetto di ricerca complesso che copre i settori della salute, dell’ambiente, dei trasporti, il cambiamento climatico e la vocazione al miglioramento della qualità dell’aria nelle scuole e negli asili. Il progetto è realizzato nell’ambito di un contratto di servizi della Commissione Europea.

Per salvaguardare la salute, soprattutto quella dei bambini, che risultano i più predisposti unitamente agli anziani nello sviluppare asma, difficoltà respiratorie e reazioni allergiche, anche Legambiente è intervenuta con un insieme di raccomandazioni di cui si riportano le più significative.

1. Non fumare in casa e ricordarsi di ventilare ogni giorno i locali, a cominciare dalla cucina e dal bagno. Mantenere l’umidità tra il 40 e il 60%.

2. Evitare l’acquisto di materiali edili, detergenti, deodoranti, cosmetici e colle privi di etichetta, anche se più economici, e fare attenzione alla loro composizione. Preferire i prodotti che rechino il marchio dell’Ecolabel europeo (vedi sotto).

Marchio Ecolabel

3. In camera da letto e nei locali più frequentati, evitare mobili in truciolato o compensati preferendo quelli in legno massello, meglio se in classe FF (senza formaldeide), chiedendo la garanzia all’atto dell’acquisto. Indirizzare ogni scelta  verso  materiali ecologici e vernici atossiche con assenza di colle chimiche.

4. Nel caso dell’acquisto di un mobile in truciolato o compensato, esporlo all’aria aperta prima di sistemarlo dentro casa oppure ventilare le stanze per alcune settimane.

5. Scegliere piante che aiutino a ridurre la concentrazione da formaldeide come ad esempio la felce di Boston, l’areca palmata, il ficus, lo spatifillo, la dracena. I tecnici delle costruzioni dovrebbero invitare la committenza all’uso di piante specifiche per contrastare l’inquinamento indoor. Esse oltre a filtrare l’aria, aumentano il tasso di ossigeno nell’ambiente, regolano la percentuale di umidità e la concentrazione di ioni nell’aria e sono dei regolatori della psiche umana favorendo serenità e benessere. Per avere un’idea dell’efficacia delle piante nel contrastare la formaldeide, basta consultare la tabella 3 (Valori della formaldeide in presenza di piante depuratrici).

Specie (1 pianta per stanza) Rimozione di formaldeide nell’aria da parte di piante depuratrici inserite all’interno di una stanza di media grandezza
Quantità presente Dopo 6 ore Dopo 24 ore
7 – Dracena 10,30 μg/m3 7,87 μg/m3 5,97 μg/m3
11 – Spatifillo 10,29 μg/m3 6,65 μg/m3 5,38 μg/m3
13 – Filodendro 11,57 μg/m3 4,66 μg/m3 3,45 μg/m3

Un ulteriore consiglio da aggiungere è quello di posizionare dei misuratori negli ambienti chiusi dove si sosta abitualmente. Oggi sul mercato ce ne sono di tutti i tipi e possono essere acquistati a poco costo. Quando il tasso di concentrazione è sostanzioso, basta aprire le finestre e le porte per superare quello stato di malessere e sonnolenza dovuti all’aria inquinata, favorendo il benessere e la voglia di fare.

Normativa

L’OMS, nel 1987, ha fissato un valore limite di qualità dell’aria di 0,1 mg/m3, ovvero la concentrazione oltre la quale si possono verificare fenomeni di irritazione. Inoltre, ha stabilito l’esposizione media di una giornata tipo, considerando la percentuale di tempo trascorso in casa, al lavoro e all’aria aperta, il volume d’aria respirato e calcolando i range di concentrazione e di esposizione. In una abitazione, ad esempio la concentrazione dell’aria respirata non dovrebbe mai superare i 0,03-0,06 mg/m3. Ricordando che la soglia di percezione è 0,06, ne deriva che mai si dovrebbe considerare sano un ambiente in cui si percepisce il suo odore.

Attualmente, la normativa europea prevede il controllo dell’emissione della formaldeide dai pannelli a base di legno con il metodo di riferimento EN 717-1 (metodo della camera di emissione) e su prove successive effettuate periodicamente con i metodi EN 120 (metodo di estrazione con perforatore, per pannelli grezzi di particelle, MDF o OSB) ed EN 717-2 (metodo dell’analisi del gas, per compensati, pannelli in legno massiccio, LVL, pannelli rivestiti). La classificazione dei pannelli in legno e loro specifiche e requisiti generali (tra cui l’emissione di formaldeide), è regolata secondo le norme europee EN 312 (pannelli di particelle), EN 622-1 (pannelli di fibra di legno), EN 1084 (pannelli di legno compensato) e la UNI EN 13986 (pannelli a base di legno per l’utilizzo nelle costruzioni – caratteristiche, valutazione di conformità e marcatura), in cui si recepisce la classe di emissione E1. Le norme UNI EN sono state nel tempo oggetto di modifiche, in modo da poter avere validità per tutti gli stati membri e convertite in norme ISO, per avere un valore internazionale. Si hanno infatti le norme ISO 12460-1 (derivata dalla EN 717-1), 12460-2 (derivata dalla ASTM D 6007), 12460-3 (derivata dalla EN 717-2), 12460-4 (derivata dalla JANS 16) e 12460-5 (derivata dalla EN 120). In Italia il recepimento nella normativa è iniziato con il DPR n. 904 del 10 settembre 1982 “Attuazione della direttiva 76/769/CEE relativa alla immissione sul mercato ed all’uso di talune sostanze e preparati pericolosi”. Successivamente, la Circolare n. 57 del Ministero della Sanità del 22 giugno 1983, ha assunto come limite massimo di esposizione negli ambienti di vita il valore di 0,1 ppm (0,124 mg/m3). In seguito, il DM del 15 aprile 1994 ha recepito la norma UNI EN 712-2, inserendo la formaldeide tra gli inquinanti di interesse prioritario. Nel successivo Decreto Legislativo 351/99 la formaldeide è stata inserita negli inquinanti che sono disciplinati dalle direttive dell’Unione Europea. In Italia con l’approvazione del DM 10 ottobre 2008 il limite di emissione della formaldeide nei manufatti in legno è stato fissato a 0,1 ppm ed è stato fatto divieto di importare pannelli, semilavorati e prodotti finiti a base di legno con emissioni superiori alla certificazione E1, esponendo ad onerose sanzioni. Il Ministero, nel 2009, ha poi prodotto una circolare esplicativa, indirizzata alle autorità competenti a livello regionale, per fornire chiarimenti riguardo i procedimenti di prova, tipo e frequenza dei controlli, le dichiarazioni di conformità e i ruoli di responsabilità della catena produttiva e commerciale.

Dal 1° Aprile 2015 (posticipato al 1° Gennaio 2016), con l’applicazione del Regolamento (UE) 605/2014, che ha modificato il regolamento (CE) n. 1272/2008 (CLP), la classificazione della Formaldeide è stata rivista e da un sospetto cancerogeno di categoria 2″ è stata catalogata come “Carcinogeno di categoria 1B“, che cioè può provocare il cancro, introducendo così anche una novità in materia di valutazione del rischio chimico. Infatti la nuova classificazione della Formaldeide, ai fini della vigente normativa in materia di sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, fa scattare, nel caso di utilizzo di tale sostanza in ambito aziendale, l’applicabilità del Titolo IX Capo II Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81, ovvero le disposizioni relative alla “protezione da agenti cancerogeni e mutageni”.

In pratica, risulta necessario revisionare il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR), sulla base degli “obblighi del datore di lavoro” di cui agli articoli 235 e seguenti del decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81, con in evidenza l’obbligo di “evitare o ridurre”, l’utilizzo dell’agente cancerogeno (articolo 235 comma 1). Qualora non sia possibile evitare l’utilizzo dell’agente cancerogeno, dovrà essere previsto l’utilizzo, per quanto tecnicamente possibile, di “sistemi chiusi” (articolo 235 comma 2). Solo se “il ricorso ad un sistema chiuso non è sotto l’aspetto tecnico possibile il datore di lavoro deve provvede affinché il livello di esposizione dei lavoratori sia ridotto al più basso valore tecnicamente possibile” (articolo 235 comma 3). Naturalmente, deve essere adeguata e aggiornata anche la sorveglianza sanitaria, sulla base delle prescrizioni dell’articolo 242 e seguenti Decreto Legislativo 9 aprile 2008 n. 81.

Riguardo ai tempi di revisione del DVR, e di attuazione delle nuove misure di prevenzione e di protezione, va citato l’articolo 29 comma 3 del citato Decreto 81/2008, modificato in forma più rigida: “La valutazione dei rischi deve essere immediatamente rielaborata (…). A seguito di tale perfezionamento, le misure di prevenzione debbono essere aggiornate. (…) Il documento di valutazione dei rischi deve essere rielaborato nel termine di trenta giorni”, ma “il datore di lavoro deve comunque dare immediata evidenza, attraverso idonea documentazione, dell’aggiornamento delle misure di prevenzione”.

In pratica, tutte le misure di prevenzione e tutela derivanti dall’aggiornamento della valutazione del rischio, devono essere predisposte, documentabili, attuate e operative alla data del primo aprile 2015, poi posticipate al 1° gennaio 2016.

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