Le fognature urbane hanno come scopo principale quello di allontanare le acque di scarico delle abitazioni (acque nere) e le acque derivanti dalle precipitazioni (acque bianche) dalla zona urbana e farle defluire nel recettore idrico più vicino, private del carico di inquinante di cui dispongono. Le reti di drenaggio urbano comprendono varie parti: le tubazioni interne alle abitazioni, i pozzetti, i collegamenti con la rete principale, i collettori principali, i manufatti accessori, il depuratore e il recettore idrico. Nelle fognature il deflusso avviene, di norma, a pelo libero.
Tutto questo nel Manuale per la progettazione e la realizzazione di fognature in PVC , che tratta del tema da ogni punto di vista: classificazione delle acque, caratteristiche dei materiali utilizzabili e del PVC, normativa, dimensioni, verifiche statiche, posa in opera e collaudo idraulico.
La classificazione delle reti fognarie
Le acque che possono essere convogliate da una rete fognaria possono essere acque reflue (o nere) che sono quelle che raccolgono tutti gli scarichi e le acque pluviali derivanti dal dilavamento delle superfici urbane da parte delle piogge. Questa distinzione si riflette anche nel tipo di rete.
Infatti si possono trovare reti separate, che prevedono la presenza di una rete per le acque nere e una per le pluviali; oppure reti miste che convogliano entrambe le portate. Si ricorda che le acque bianche, in base al loro tasso di inquinamento, si possono distinguere in acque di prima pioggia e acque successive.
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Materiali per la realizzazione delle reti fognarie
In generale, le tubazioni devono essere realizzate con materiali che garantiscano un’ottima resistenza all’aggressione da parte delle acque convogliate, alle sollecitazioni di posa e di esercizio, nonché elevata facilità di posa in opera, lunga vita con ridotta manutenzione ed un ottimo rapporto costo/efficienza.
Per le tubazioni fognarie vengono utilizzati i seguenti materiali: lapidei (gres, calcestruzzo), plastici (PVC, PEAD. PRFV) e metallici (ghisa e acciaio). I materiali metallici sono utilizzati raramente per le problematiche connesse all’aggressività chimica dei reflui.
I sistemi fognari moderni prevedono l’impiego di materiali, come per esempio il PVC (Polyvinyl Chloride), economicamente vantaggioso e caratterizzato dalla facilità di posa in opera. Tra gli altri materiali, ricordiamo HDPE (High-Density Polyethylene) e PRFV (vetroresina, resine termoindurenti con fibre di vetro).
Il PVC è altresì caratterizzato da: notevole leggerezza, produzione di barre da 6 m che facilitano le operazioni di cantiere, bassa scabrezza idraulica, resistenza all’aggressione chimica dell’ambiente fognario. Di contro tende a deformarsi diametralmente. Al fine di evitare tale problematica si rende necessario una posa fatta a regola d’arte con particolare attenzione all’uso di materiale idoneo per il rinfianco. L’utilizzo dei materiali plastici non può prescindere dalla accuratezza delle fasi di posa e soprattutto rinterro.
La normativa UNI EN 1401 è il riferimento tecnico per le tubazioni in PVC non strutturato. Le condotte in HDPE devono essere conformi alla UNI EN 13476 mentre le condotte in PRFV seguono quanto prescritto dalla UNI EN 1796:2008.
Se vuoi approfondire l’argomento, le caratteristiche delle tubazioni in PVC, la normativa di riferimento, i test di laboratorio, le dimensioni, le verifiche statiche, la posa e il collaudo, scarica gratuitamente il Manuale per la progettazione e la realizzazione di fognature in PVC a cura di REDI.
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