Un ampio florilegio di commenti positivi si sta affastellando in queste ore intorno alla fresca Enciclica di Papa Francesco “Laudato si’”. Un appello multiplo, quello lanciato da Papa Bergoglio, a “proteggere la casa comune”, controllando surriscaldamento climatico e altri danni ambientali, ma anche orientato ad un cambiamento deciso nel modello di sviluppo, per i “poveri” e “per uno sviluppo sostenibile e integrale”.
I temi centrali dell’Enciclica
Sostenibilità ambientale, lotta all’inquinamento, stigmatizzazione della cultura dello “scarto”: temi posti da anni al centro del dibattito in materia di ambiente che ora assurgono a contrafforti fondamentali nell’architettura concettuale della nuova Enciclica papale. Nient’altro che lo strumento di comunicazione (un megafono metaforico) che mette un evidenza in tutto il mondo un tema sensibile,
Nello stile fortemente comunicativo tipico del pontefice, l’allarme è lanciato, mentre è offerta con altrettanta chiarezza la motivazione per cui nessuno può tirarsi indietro di fronte ad esso: niente di questo mondo può esserci indifferente, perché si tratta della nostra “casa comune”. Proprio per questo motivo l’Enciclica è rivolta a tutti e non solo ai membri della Chiesa, accomunati da una stessa preoccupazione e da una medesima responsabilità di fronte al mondo in cui viviamo.
La riflessione di Papa Francesco si muove tra i problemi posti dall’inquinamento, connessi al divario fra i velocissimi tempi della tecnologia e quelli lenti della biologia, ai cambiamenti climatici dagli effetti spesso devastanti, fino al pericoloso diffondersi della “cultura dello scarto”, che “colpisce tanto gli esseri umani esclusi quanto le cose che si trasformano velocemente in spazzatura”.
Molto interessante è inoltre quello che si legge nel capitolo quinto del documento papale, quello in cui Bergoglio ricorda che “la chiesa non pretende di definire le questioni scientifiche, né di sostituirsi alla politica”, invitando tutti “a un dibattito onesto e trasparente, perché le necessità particolari o le ideologie non ledano il bene comune”.
Giro di opinioni
Ma ecco le reazioni registrate nelle ultime 24 ore alla pubblicazione dell’importante documento papale: il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti definisce la pubblicazione dell’Enciclica “un fatto importantissimo che interessa credenti e non credenti. L’Autorità morale più forte nel Pianeta pone al centro dell’attenzione i temi ambientali nella prospettiva di salvaguardia delle generazioni future mettendo al centro l’uomo. E credo che questo sia un grande insegnamento per tutti”
”Ognuno si deve sentire protagonista di questa Enciclica, si deve sentire chiamato in causa da questa Enciclica – prosegue Galletti -, è un documento che fa riferimento anche noi: ad esempio per ciò che riguarda gli scempi che invadono alcune zone del Paese, sia per le discariche sia per le zone da bonificare e l’ex zone industriali, e anche per i comportamenti quotidiani. L’Enciclica del Papa punta molto anche sul cambiamento degli stili di vita che non è da interpretare come un invito a star peggio, è un invito sicuramente alla sobrietà ma un invito anche a comportamenti corretti da un punto di vista ambientale”.
Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, commenta l’enciclica di Papa Francesco, sottolineando che parole del Santo Padre che “rappresentano un monito importante a governi e politici di tutto il mondo ed arrivano significativamente a pochi mesi dal vertice ONU di Parigi sul clima. Una società, quella tratteggiata da Papa Bergoglio, che può parlare italiano. Questa idea di società solidale e di economia a misura d’uomo, che sta in campo senza compromettere il futuro, usando meno energia e meno materie prime, infatti, già parla italiano. Coesione sociale, comunità, territori, bellezza e qualità – conclude il presidente della Commissione Ambiente della Camera – sono parte integrante della capacità italiana di produrre cose che piacciono al mondo. Il nostro contributo ad un progetto comune che speriamo si affermi anche alla Cop21 di Parigi”.
Rilevante anche il punto di vista di Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi: “È per noi geologi una grande emozione leggere il messaggio che Sua Santità ha voluto indirizzare a tutte le genti e a tutti i governi del pianeta. Una lettura stimolante che invita i singoli e i popoli ad una profonda riflessione su ogni comportamento singolo o collettivo. Ringraziamo pertanto Papa Francesco per questo messaggio di grande civiltà e di grande amore per questa terra martoriata da un uomo sempre più distratto e avido. L’uomo non può essere separato dal mondo in cui vive – prosegue Graziano – che è regolato da leggi precise e ineludibili, ed è chiamato a rispettarle”.
Concludiamo questo rapido “tour” di esternazioni in merito alla Enciclica papale in materia di ambiente con le parole del professor Fabio Fava, presidente del comitato scientifico di Ecomondo: “Sono certo che l’Enciclica avrà grande e positiva influenza sui giovani – commenta il docente – e questo è decisivo per una svolta concreta sui temi ambientali, perché è attraverso i giovani che passa il processo di cambiamento. Papa Francesco ha un forte feeling con le nuove generazioni, questa è una grande occasione di ribalta per tutto il settore della sostenibilità”.
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