Italia, culla di arte e cultura che ospita il 60% dei beni culturali di tutto il mondo. Edifici storici, case, ville ma anche parchi e giardini, pubblici e privati. Un patrimonio inestimabile, spesso trascurato, che deve essere naturalmente conservato al meglio attraverso la valorizzazione e la conservazione. Ma non solo. L’efficientamento energetico e quindi l’uso di nuove tecnologie e nuove forme abitative, è un’altra delle parole d’ordine a cui questo immenso patrimonio dovrà rispondere nel prossimo futuro.
E come coniugare la “sostenibilità” con la “conservazione” è uno dei temi che venerdì scorso a Roma, nel corso del convegno organizzato da A.D.S.I Lazio (Associazione Dimore Storiche Italiane), in collaborazione con il dipartimento di architettura del MAXXI, hanno affrontato amministratori pubblici, proprietari di dimore storiche, architetti, ingegneri e tecnici del settore energetico.
Un’incontro per discutere e confrontarsi su quali saranno le ricadute positive in termini di risparmio energetico, quali le aspettative degli addetti ai lavori sulle recenti normative in materia di efficienza energetica e quali le prospettive offerte dalle nuove tecnologie e dalle nuove soluzioni abitative. L’analisi di casi studio nazionali e internazionali e il confronto con rappresentati del Ministero dei Beni e Attività Culturali su le “Linee Guida per l’uso efficiente dell’energia nel patrimonio culturale”, hanno concluso il convegno.
Quali saranno i prossimi passi, quali le opportunità per i professionisti del settore e quali le difficoltà lo abbiamo chiesto a Anna D’Amelio, Presidente del Gruppo Giovani di A.D.S.I. Lazio.
Lucia Navone Quando si parla di efficienza energetica si tende a privilegiare il nuovo e a non intervenire sull’esistente. La vostra iniziativa è per la salvaguardia di uno dei patrimoni più importanti d’Italia: gli edifici storici. Può darci un ordine di grandezza, in termini economici, di quanti edifici potrebbero essere coinvolti e quali gli investimenti economici. E soprattutto chi se ne dovrà occupare e con quali modalità?
Anna D’Amelio Il calcolo economico o di intervento a livello nazionale è pressoché impossibile se non applicato a singoli esempi. Ma per avere un ordine di grandezza di beni in cui si potrebbe intervenire basti pensare che oggi il 60% dei beni culturali mondiali è patrimonio dell’Italia. Si tratta, in molti casi, di edifici storici – case, ville, ma anche parchi e giardini pubblici e privati. Gli interventi dunque debbono partire tanto dal pubblico quanto del privato. Ci sono già degli interventi statali che sono un modello da seguire, basti pensare alla Cà Foscari di Venezia o il palazzo dei Normanni a Palermo, ma sono gocce nell’acqua. Ristrutturare seguendo il modello edificio storico ed energia rinnovabile dovrebbe rientrare nell’uso comune ed oggi, grazie alle nuove tecnologie, è sempre più possibile raggiungere buoni risultati di efficienza energetica, tutelando e conservando il nostro patrimonio culturale. Il giorno del convegno diversi associati dell’ADSI (Associazione Dimore Storiche Italiane) porteranno a modello il loro tipo di ristrutturazione in chiave energetica per dimostrare le potenzialità. A questo importante tema A.D.S.I., in sintonia con il dipartimento di architettura del MAXXI, dedica questo convegno, con l’obiettivo di mettere a disposizione la propria esperienza nella conservazione degli edifici e dei giardini storici per coniugare sostenibilità e conservazione, efficienza energetica e tutela degli immobili storici, attraverso una reinterpretazione del restauro capace di definire nuovi ambiti di equilibrio espressivo tra la storia e le nuove tecnologie.
Lucia Navone Come spesso succede in Italia la burocrazia è ostacolo a iniziative virtuose e a investimenti anche da parte di soggetti privati. La legge sull’efficienza energetica non è da meno. Quale sarà il vostro impegno in tal senso? Una sfida importante che chiama a raccolta nuove professionalità. Quali sono i soggetti che dovranno collaborare insieme e che saranno coinvolti in questo progetto?
Anna D’Amelio Il convegno è nato appunto come un’occasione di dibattito tra Amministrazioni, proprietari di dimore storiche, architetti, ingegneri e tecnici del settore energetico per cercare di fare chiarezza sulle possibilità di intervento compatibili con gli edifici storici, con un particolare focus sulla possibile integrazione all’involucro edilizio dell’utilizzo di energie rinnovabili.
Lucia Navone Domani si presenta il documento con le linee guida per l’uso efficiente dell’energia nel patrimonio culturale preparato dal Ministero dei Beni e Attività Culturali. Può anticiparci qualcosa? Quale sarà il ruolo del Ministero alla luce anche della recente nomina del Ministro Dario Franceschini?
Anna D’Amelio Credo sinceramente che sia un momento di grande apertura e sensibilità comune e ci sono anche esempi virtuosi di collaborazioni pubbliche e private. In occasione del convegno appunto verrà anticipato l’indice e illustrata la metodologia seguita nella stesura delle “Linee Guida per l’uso efficiente dell’energia nel patrimonio culturale”, redatte dal Ministero dei Beni e Attività Culturali, in via di prossima pubblicazione. Una serie di importanti indicazioni di riferimento corredate anche da esempi sulle tecnologie utilizzabili, sui criteri di integrazione ammissibili e sui risultati energetici raggiungibili a seconda delle soluzioni adottate.
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