Biosphera 2.0 è effettivamente un progetto dimostrativo della validità e fattibilità dei concetti di edificio off-grid.
Un solo nome che racchiude un progetto internazionale di ricerca scientifica e di monitoraggio ambientale, un modulo abitativo autonomo energeticamente e in ultimo un’ esperienza itinerante di questa “abitazione manifesto” dell’efficienza energetica nella quale i futuri abitanti saranno attivi protagonisti.
Ma come è nata Biosphera2.0 e cosa produrrà?
Si deve a sei studenti del Politecnico di Torino il progetto vincitore del concorso promosso dal gruppo Woodlab dello stesso Politecnico e della startup Be-Eco , che ha interessato cento studenti di architettura e ingegneria provenienti da molti Atenei italiani e prodotto 15 possibili concept. L’idea è nata dall’iniziativa di ZEPHIR-Passivhaus Italia, con il Politecnico di Torino DAD, l’Università della Valle d’Aosta, Vallée d’Aoste Structure e con gli istituti Zephir, Minergie e PEFC con il patrocinio della Regione Valle d’Aosta, del Comune di Courmayeur e la collaborazione di diverse aziende nazionali e internazionali.
Sulla scorta dell’esperienza vincente di BiosPHera 1.0, modulo abitativo itinerante progettato e realizzato da ZEPHIR – Passivhaus Italia nel 2012, l’attuale versione BiosPHera 2.0 è stata nuovamente concepita da ZEPHIR – Passivhaus Italia che, in collaborazione con Aktivhaus, ha dato vita ad un progetto che ha poi coinvolto diversi organi istituzionali quali Politecnico di Torino DAD, Università della Valle d’Aosta, Vallée d’Aoste Structure.
Nell’ambito di un contest organizzato dal gruppo Woodlab dello stesso Politecnico e dalla startup Be-Eco, cento studenti di architettura e ingegneria provenienti da molti Atenei italiani hanno prodotto 15 possibili concept. Sei sono stati gli studenti del Politecnico di Torino vincitori del contest, il cui progetto architettonico è stato selezionato e successivamente raffinato da ZEPHIR – Passivhaus Italia per ottimizzarne involucro ed impianti per raggiungere lo standard Passivhaus in climi diversi: Courmayeur, Milano, Torino, Lugano, Rimini ecc.
Il modulo abitativo sarà infine certificato Passivhaus e Minergie, con legno proveniente da foreste certificate PEFC.
Le dimensioni di Biosphera 2.0 sono di 25 mq calpestabili, pensati interamente intorno alla persona e progettati secondo gli Standard Passivhaus e Minergie.
Essa è infatti provvista di tutti i servizi necessari, divisi in una zona giorno, una zona notte, un bagno e una centrale termica. Il sistema costruttivo è realizzato in X LAM con legno certificato secondo i criteri di qualità e sostenibilità PEFC e troviamo oltre ad illuminazione a Led , pannelli fotovoltaici regolabili in copertura e un sistema di produzione di energia elettrica che sfrutta il movimento umano. L’intero modulo è pensato per garantire, in completa autonomia energetica, un comfort invernale ed estivo (con temperatura dell’aria in inverno pari a 20°C e in estate pari a 25°C) al variare delle condizioni climatiche delle città in cui sarà insediato.
Il modulo abitativo Biosphera 2.0 è stato inaugurato il 1° marzo 2016 sotto la cornice del Monte Bianco dove permarrà sino al 20 aprile. Dopo tale data compirà un viaggio che terminerà a febbraio 2017 toccando le città di Aosta, Milano , Rimini, Torino e Lugano. Durante i 12 mesi del progetto i ricercatori del team ZEPHIR-Passivhaus assieme a Aktivhaus, il Politecnico di Torino DAD, e l’Università della Valle d’Aosta, si uniranno per un’attività di monitoraggio.
La collaborazione ed il supporto di diverse aziende nazionali e internazionali ha permesso ad Aktivhaus di realizzare concretamente il modulo abitativo, che sarà abitato in alternanza da 24 persone nei 12 mesi di RoadShow, le cui caratteristiche fisiche e fisiologiche saranno costantemente monitorate per determinarne benessere abitativo e comfort realmente percepito. Le stesse potranno raccontare le impressioni derivate dalla loro permanenza attraverso testi, immagini e video. BiosPHera e gli occupanti saranno quindi oggetto di monitoraggio per tutto il corso del progetto, i cui dati saranno analizzati e studiati da ZEPHIR – Passivhaus Italia in collaborazione con Politecnico di Torino DAD ed Università della Valle d’Aosta.
Il fine di Biosphera 2.0 è di monitorare la qualità dell’aria interna all’abitazione in luoghi con possibile inquinamento atmosferico. Sono oltre venti i paramenti che saranno raccolti durante il RoadShow, relativi all’involucro edilizio e alla fisiologia umana quali temperatura, umidità, qualità dell’aria, campi elettromagnetici, polveri sottili, frequenza cardiaca, temperatura della pelle, stato emotivo. La vera innovazione risiede infatti sulla biofilia,ovvero lo studio del rapporto fra uomo e contesto in cui si trova.
Per quanti desiderino partecipare al progetto attivamente in qualità di abitanti di Biosphera 2.0 si rimanda al sito www.biosphera2.com, inoltre saranno resi disponibili i racconti e i risultati dei test di monitoraggio.
Intervista a Francesco Nesi di ZEPHIR – Passivhaus Italia
In esclusiva possiamo proporre l’intervista che abbiamo potuto fare a Francesco Nesi direttore dell’istituto ZEPHIR – Passivhaus Italia. L’intervista integrale potete trovarla sul prossimo numero dell’Ufficio Tecnico.
Ediltecnico. Cos’è BiosPHera? perchè 2.0?
Francesco Nesi. BiosPHera prima di tutto è un progetto di ricerca e sviluppo unica al mondo, dove prestazioni energetiche e tecnologie d’involucro si confrontano con il comportamento degli utenti; in seconda battuta è un’abitazione di 25 mq provvista di tutti i normali servizi per vivere, ma con la particolarità di essere una casa energeticamente autonoma e a misura d’uomo.
BiosPHera rappresenta inoltre un progetto di monitoraggio ambientale poiché il modello abitativo sarà sottoposto agli stress test più duri, con temperature esterne che andranno dai -15°C invernali di Courmayeur ai +40° estivi di Rimini, permettendo cosi di raccogliere i dati riguardanti le prestazioni del modulo abitativo tra cui:
– Temperature dell’aria e umidità esterne al modulo;
– Temperature dell’aria e delle pareti;
– Umidità relativa interna al modulo (la temperatura dell’aria deve restare compresa tra i 20 °C e i 24 °C, mentre quella delle pareti tra i 16 °C e i 20 °C);
– Qualità dell’aria, polveri sottili PM10, CO2, presenza di etanolo e aldeidi, gas solitamente presenti nelle case tradizionali;
– Presenza e intensità di campi elettromagnetici.
Articolo a cura di Domenico Pepe e Francesca Corazzin
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