Dove si nascondono i ponti termici?

I ponti termici lineari sono generalmente presenti in alcune posizioni specifiche dell’edificio. Vediamo dove

Per studiare e per tenere poi conto degli effetti di un ponte termico è necessario prima individuarlo. Questa considerazione potrebbe sembrare banale, ma non lo è.

Abbiamo spiegato Cosa non è un ponte termico, ma adesso cerchiamo di capire dove si nascondono i ponti termici e perché non è poi così banale la loro individuazione, in questo articolo estratto dal volume Ponti termici: valutazione e correzione, di Sergio Pesaresi (Maggioli Editore).

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Perché non è banale riconoscere un ponte termico?

Non è banale per il progettista di un nuovo edificio, del quale è l’artefice e di cui conosce perfettamente ogni singolo dettaglio, riconoscere e individuare dove si nasconde l’insidia di un ponte termico.

A maggior ragione non è banale per un progettista che si accinge a ristrutturare un edificio esistente, realizzato da altri, in altre epoche, con altre tecnologie e con altri materiali, e di cui non conosce la posizione e la dimensione dei pilastri, dei cordoli, degli architravi, dei camini e di tutti quei punti singolari e particolari presenti negli edifici costruiti, ampliati e modificati più volte nel corso della loro esistenza.

E allora possiamo darci un metodo, perché i ponti termici lineari sono generalmente presenti in alcune posizioni specifiche dell’edificio. Vediamo dove.

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Dove si nascondono i ponti termici

I ponti termici possono essere classificati in geometrici e strutturali. Ecco dove si trovano.

Ponti termici geometrici dovuti a variazioni dell’asse geometrico:

  • nelle connessioni esterne tra elementi diversi dell’involucro:
    • nella connessione verticale fra due pareti d’angolo (spigoli esterni);
    • nella connessione orizzontale fra la parete esterna e il solaio di copertura (spigolo di gronda);
    • nelle connessioni orizzontali fra la parete esterna e i terrazzi e gli sbalzi;
  • in corrispondenza di una diminuzione e/o aumento dello spessore della parete:
    • nicchia sotto davanzale per alloggiamento termosifone;
    • nicchia nel muro per incasso di impianti.

Ponti termici strutturali dovuti ad una compenetrazione totale o parziale fra materiali a conduttività diversa:

  • in corrispondenza di pilastri, travi, cordoli, architravi inseriti nella parete esterna;
  • in corrispondenza di vuoti quali canne dei camini, sfiati…;
  • in corrispondenza di finestre e porte.

Quelli indicati sono sicuramente ponti termici da indagare. Poi ce ne sono altri che il progettista, una volta assimilati i concetti appena espressi, è in grado di riconoscere per analogia.

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Ponti termici: valutazione e correzione

I ponti termici, non risolti nella progettazione di un edificio nuovo o non attenuati e resi “inoffensivi” negli edifici esistenti, sono la plastica rappresentazione di un’edilizia inutilmente e colpevolmente energivora, di bassa qualità, destinata ad un rapido e costoso deterioramento. Quest’opera si rivolge ai tecnici che desiderano comprendere il “funzionamento” dei ponti termici per poterli valutare e correggere adeguatamente. Attraverso un linguaggio molto chiaro, il libro offre ai tecnici una guida pratica alla progettazione degli interventi correttivi dei ponti termici. Perché non basta inserire dati in un computer per avere la soluzione ai problemi del costruire e abitare sostenibile. Con questo manuale l’autore fornisce ai lettori uno stimolo costante ad approfondire gli aspetti del comportamento termo-igrometrico di ciascuna struttura, valutazioni indispensabili non solo per verificare le prestazioni energetiche dell’edificio e rispettare le prescrizioni di legge, ma anche per progettare edifici robusti e durevoli nel tempo e mantenere condizioni di comfort e salubrità all’interno degli ambienti. L’opera quindi si rivolge a tutti i progettisti che vogliono approfondire l’argomento, perchè ha il pregio di presentare i concetti in modo lineare, accompagnando i ragionamenti con diversi esempi chiarificatori. Sergio Pesaresi Ingegnere civile, progettista specializzato in costruzioni ecosostenibili e di bio-architettura. È consulente e docente dell’Agenzia CasaClima di Bolzano. Progettista di case passive certificato dal Passvhaus Institut di Darmstadt (D) e accreditato presso il PHI-Ita di Bolzano. Supervisor della Fondazione ClimAbita e SouthZeb designer. Tecnico base di ARCA e Tecnico ufficiale Biosafe Certificato EES Avanzato – Esperto in Edilizia Sostenibile italiana. Studioso delle tematiche del Paesaggio e della Mobilità Sostenibile. È docente in corsi di aggiornamento professionale e consulente di Fisica Edile.

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Le patologie del cappotto termico

Il cappotto termico si è imposto come il sistema più adatto a migliorare l’efficienza energetica degli edifici esistenti e a risolverne i ponti termici presenti, e il più utilizzato per garantire un basso fabbisogno energetico ed un alto comfort abitativo negli edifici di nuova costruzione.Anche se i primi cappotti sono stati installati trent’anni, fa spesso con metodi “naif”, la stragrande maggioranza ha meno di dieci anni e questo significa che le prime patologie si stanno palesando proprio ora. Il sottotitolo “prevenzione e diagnosi” riassume il programma e il metodo con i quali questo libro intende procedere per affrontare il tema delle patologie del cappotto termico.Rappresentano i due punti di vista di un medesimo tema, sguardi antitetici ma fra loro complementari. La prevenzione delle patologie edilizie è il compito del progettista, di colui che crea l’opera. Egli deve applicare tutte le conoscenze che ha appreso per ottenere qualità costruttiva e per evitare che l’opera progettata possa, in un lasso di tempo inferiore rispetto alla durata programmata e richiesta, ammalarsi e divenire obsoleta o, addirittura, pericolosa. Il suo è un intervento a monte, ante. La diagnosi delle patologie è compito del perito. Egli deve saper individuare le cause che le hanno determinate e, quando richiesto, saperle curare.Spesso viene chiamato anche ad anticipare un probabile danno futuro interpretando i piccoli segnali visibili o utilizzando tecnologie adatte a monitorare un processo patologico nascosto in corso o sul punto di attivarsi. Il suo è un intervento a valle, post. Dal suo operato e dalla sua perizia tecnica deve risultare con chiarezza sia la causa dei danni che si sono manifestati sia le responsabilità di quanto, purtroppo, accaduto. L’obiettivo dichiarato di questo quaderno, che esce per la apprezzata collana dedicata alle patologie edilizie, è fornire le conoscenze dei meccanismi che sovrintendono al corretto comportamento del sistema cappotto in modo tale che possano essere utilizzate indifferentemente sia in sede di prevenzione che di diagnosi. A rafforzare il taglio pratico e operativo dell’opera contribuiscono i casi di studio che l’autore propone, descrivendo svariati casi di patologie che hanno interessato i cappotti termici.Sergio PesaresiIngegnere civile, progettista specializzato in costruzioni ecosostenibili e di bioarchitettura. È consulente e docente dell’Agenzia CasaClima di Bolzano. Progettista di case passive certificato dal Passvhaus Institut di Darmstadt (D) e accreditato presso il PHI-Ita di Bolzano. Supervisor della Fondazione ClimAbita e SouthZeb designer. Tecnico base di ARCA e Tecnico ufficiale Biosafe Certificato EES Avanzato – Esperto in Edilizia Sostenibile italiana. Studioso delle tematiche del Paesaggio e della Mobilità Sostenibile. È docente in corsi di aggiornamento professionale e consulente di Fisica Edile.

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Redazione Tecnica

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