Il viceministro all’Ambiente e Sicurezza Energetica, Vannia Gava, aveva annunciato, attraverso un comunicato stampa pubblicato sul sito del MASE, la firma del nuovo decreto sul riutilizzo degli inerti da costruzione e demolizione. Il decreto 28 giugno 2024 , n. 127 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l’11 settembre 2024.
Questa normativa, tanto attesa dal settore, mira a superare le criticità emerse con il precedente DM 152/2022, ampliando il novero delle applicazioni cui possono essere destinati i materiali e alleggerendo gli oneri economici e amministrativi per gli operatori.
Ricordiamo che per rifiuti inerti provenienti da costruzione e da demolizione si intendono i rifiuti derivanti dalle operazioni di costruzione e demolizione identificati al capitolo 17 dell’Elenco europeo dei rifiuti di cui alla decisione 2000/532/CE e indicati al punto 1 della Tabella 1 dell’Allegato 1 del DM 152/2022. Tra questi ci sono: cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, miscugli o scorie di cemento, miscele bituminose, terre e rocce da scavo, pietrisco per massicciate ferroviarie.
Vediamo di seguito quali sono le finalità del decreto e rivediamo cosa prevedeva il DM 152/2022, abrogato dalla data di entrata in vigore del nuovo regolamento.
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Finalità del nuovo Decreto inerti da costruzione
Il regolamento reca la disciplina della cessazione della qualifica di rifiuto dei rifiuti inerti da costruzione e demolizione, altri rifiuti inerti di origine minerale, ai sensi dell’articolo 184 -ter , comma 2, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152/2006.
Il nuovo decreto, detto anche “Decreto End of Waste”, risponde a un’esigenza strategica per l’Italia, un Paese povero di materie prime. Recuperare e reimmettere sul mercato materiali inerti significa ridurre la quantità di rifiuti destinati alle discariche, promuovendo un’economia circolare più sostenibile. Questo approccio non solo tutela l’ambiente, ma offre anche un supporto concreto alle imprese.
Il settore delle costruzioni, delle demolizioni, della produzione di aggregati riciclati, bitumi, calcestruzzi e cementi, che ha un peso significativo in Italia e a detta della viceministro Vannia Gava, trarrà grande beneficio da questa normativa. Il viceministro aveva inoltre dichiarato: “In un Paese povero di materie prime, recuperiamo strategicamente materia prima seconda centrando diversi obiettivi: meno discarica e, quindi, più economia circolare, più tutela ambientale, ma anche ascolto e supporto alle imprese con un impatto positivo per molte filiere”.
Il regolamento, in vigore dal 26 settembre 2024 e composto da 9 articoli e 3 allegati tecnici, sostituisce il precedente DM 152/2022, migliorandone vari aspetti critici. Tra le principali novità introdotte, vi è l’ampliamento dell’ambito di applicazione, che include anche i rifiuti abbandonati (codice CER 200301) e l’introduzione di nuovi limiti qualitativi più favorevoli per la concentrazione di inquinanti, differenziati in base ai diversi utilizzi. Inoltre, sono state previste semplificazioni procedurali per facilitare il recupero degli aggregati.
Il decreto sarà soggetto a monitoraggio per 24 mesi, durante i quali il Ministero valuterà eventuali correttivi necessari. I produttori di aggregati recuperati avranno tempo fino al 25 marzo 2025 per adeguarsi alle nuove disposizioni, presentando le necessarie comunicazioni o istanze di aggiornamento autorizzativo, in funzione della procedura semplificata o ordinaria prevista dal D.Lgs. 152/2006.
Cosa prevede il DM 152/2022
Il Decreto del 27 settembre 2022 n. 152 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 246 del 20 ottobre 2022 ed è stato emanato dal Ministero della Transizione Ecologica. Esso stabilisce i criteri specifici nel rispetto dei quali i rifiuti inerti derivanti dalle attività di costruzione e demolizione, e gli altri rifiuti inerti di origine minerale, sottoposti a operazioni di recupero, cessano di essere qualificati come rifiuti, ai sensi dell’articolo 184-ter del D.Lgs. 152/2006.
Il decreto, composto da 8 articoli e 3 allegati, fa parte delle riforme previste dal PNRR – riforma M2C3 – ed è inserito nel cronoprogramma della strategia nazionale di economia circolare, approvata con decreto ministeriale n.342/2022. Esso si focalizza sulla gestione dei rifiuti speciali non pericolosi provenienti dal settore delle costruzioni e delle demolizioni.
Il decreto stabilisce i criteri di conformità necessari per la cessazione della qualifica di rifiuto, permettendo così il loro riutilizzo in diverse applicazioni specifiche come:
- sottofondi stradali, ferroviari, aeroportuali;
- recuperi ambientali;
- riempimenti e colmate;
- confezionamento di calcestruzzi e miscele legate con leganti idraulici
Sono inoltre previsti specifici obblighi documentali per garantire la tracciabilità e la conformità dei materiali recuperati.
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