La bozza del decreto attuativo relativo alle fonti elettriche predisposta dal Governo ha ignorato le indicazioni, fornite a suo tempo dalle principali associazioni di categoria, necessarie per garantire il rispetto delle misure previste dal Pacchetto 20-20-20 e lo sviluppo del settore delle energie rinnovabili nel nostro Paese.
In una lettera inviata al Governo, i presidente di APER (Associazione dei produttori di energia rinnovabili), Federazione ANIE/Confindustria e ANEV (Associazione nazionale energia del vento) denunciano il mancato recepimento nella bozza del decreto attuativo del d.lgs. 28/2011 dei suggerimenti forniti in fase di discussione.
“I decreti attuativi del d.lgs. 28/2011”, si legge nella lettera, “sono attesi da settembre 2011. Devono scrivere e regolare il futuro del settore che ha creato 75.000 posti di lavoro negli ultimi anni con una previsione di crearne altri 150.000 in futuro”.
Per i presidenti firmatari della lettera, “i contenuti della bozza del decreto relativo alle fonti elettriche va nel senso contrario di quanto auspicato”.
I profili critici della bozza
Secondo le associazioni sono sette i punti critici presenti nella bozza del decreto:
– Riduzione del budget di spesa: i 6-7 miliardi di spesa previsti in precedenza sono scesi a 5-5,5 miliardi di euro
– Incentivo minimo in caso di asta:prevista una riduzione del floor della base d’asta dal 70% della bozza precedente al 50% del testo attuale
– Mantenimento di penali eccessive per ritardata entrata in esercizio
– Indeterminatezza degli investimenti dovuta al sistema delle aste: obbligo di partecipazione alle aste anche per impianti di piccole dimensioni
– Riduzione drastica delle tariffe incentivanti
– Abolizione dei meccanismi di Ritiro Dedicato e Scambio sul Posto alternativi ai nuovi incentivi
– Eliminazione della possibilità di un rinnovo del parco produttivo
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