La Ragioneria dello Stato ha bloccato buona parte del Decreto per la Crescita del ministro Passera. Infrastrutture, ristrutturazioni, Iva agevolata per i costruttori. In sostanza, sono in pericolo le parti più importanti del provvedimento.
Uno degli interventi che rischiano di saltare è quello che consente ai Comuni di utilizzare il credito d’imposta per la realizzazione delle infrastrutture senza il limite a 516.456,90 euro. Per portare a termine il pacchetto infrastrutture, mancherebbero circa 100 milioni di euro.
Nel corso della giornata di ieri, la lista delle misure a rischio stralcio è aumentata. Il Tesoro ha bloccato le esenzioni del bonus ristrutturazioni edilizie per la riqualificazione energetica degli edifici. Sono a rischio le detrazioni per i lavori di ristrutturazione, di efficientamento e per le spese dovute a calamità naturali.
Mancano inoltre le coperture oltre il 2012 per il ripristino dell’Iva per le cessioni e le locazioni degli immobili non venduti dai costruttori, l’esenzioni dell’Imu per 3 anni e il bonus Irpef per il comparto edilizia. Salterebbe dunque la parte del decreto che permetteva alle imprese di non pagare (per tre anni al massimo) l’Imu sui fabbricati destinati alla vendita. Salterebbe anche l’articolo 9 che consentiva alle imprese di costruzioni di applicare Iva nelle vendite di immobili anche dopo 5 anni (le imprese avrebbero potuto scaricare l’Iva, con maggiori oneri per lo Stato).
Anche la questione relativa al credito d’imposta per la ricerca è molto delicata. La Ragioneria ha giudicato la misura eccessivamente costosa e incompatibile con la finanza pubblica.
Sulle novità che erano previste in base al Decreto Crescita, leggi anche Decreto Crescita, la bozza con novità per sviluppo e infrastrutture e Crescita: bonus ristrutturazioni al 50%, esenzione Imu sul nuovo.
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