Non a tutti piacciono le detrazioni fiscali per interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica previsti dal Decreto Crescita, approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri. Nello specifico si teme che la norma che, di fatto, unifica le detrazioni per la riqualificazione energetica degli edifici, le detrazioni per le ristrutturazioni edilizie e le detrazioni per spese conseguenti a calamità naturali al 50% possano provocare un effetto negativo per il Paese.
Come noto, infatti, nel testo del decreto si prevede che la detrazione del 55% per interventi di risparmio energetico dal 1° gennaio 2013 sarà ricondotto ad un unico provvedimento legislativo. È inoltre previsto che dal 1° gennaio al 30 giugno 2013 aliquota sia fissata al 50%, mentre dal 1° luglio in poi l’aliquota di detrazione sarà stabilizzata al 36% (leggi anche Detrazione 50% e ristrutturazioni, cosa cambia rispetto al passato).
Per Uncsaal, l’associazione di Confindustria che rappresenta il settore dell’involucro edilizio, queste norme significano “di fatto un affossamento delle detrazioni del 55% con un conseguente gravissimo impatto negativo per il sistema Paese e per il comparto dei prodotti da costruzione”.
“Un 55% prorogato per soli sei mesi con una aliquota depotenziata al 50% e poi ricondotto in un provvedimento generalizzato per l’edilizia con una aliquota al 36%”, si legge nel comunicato stampa “non soddisferà nessuno degli obiettivi propri delle detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici”.
Secondo Uncsaal, infatti, il provvedimento “non sarà determinante per il raggiungimento degli obiettivi di risparmio energetico del Paese, non sostenendo adeguatamente singoli interventi praticabili per il risparmio energetico degli edifici e non favorendo l’affermazione sul mercato di prodotti tecnologicamente avanzati e performanti”.
In base all’analisi dell’associazione dell’involucro edilizio, inoltre, la norma contenuta nel Decreto Crescita “non apporterà benefici all’Erario in assenza di una domanda incrementale che detrazioni al 55% e stabilizzate potrebbero produrre, ovvero 2,5 miliardi di euro all’anno, con un derivante gettito fiscale incrementale (da IVA e reddito d’impresa) di almeno 600 milioni di euro all’anno. Il depotenziamento del 55% e dell’appeal commerciale nei confronti dei consumatori favorirà il riacutizzarsi dell’economia sommersa con ulteriore danno per le entrate erariali”.
Per Uncsaal è dunque necessario che le detrazioni per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici siano riconfermate con una aliquota al 55%, siano stabilizzate a medio termine, sia individuata la possibilità di modulazione delle rate di rimborso da 5 a 10 annualità e sia estesa l’applicabilità anche ai beni non strumentali.
Fonte Uncsaal
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