Costruzioni a secco e Active House s’incontrano: ecco come

Costruire a secco agevola le fasi di programmazione e anche quelle ergotecniche di cantiere, con sensibili vantaggi economici..

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Venti anni fa Ettore Zambelli, maestro precursore in Italia con Antonio Vanoncini e con cui scrivemmo il primo testo su questi temi, identificava come paradigmi della costruzione stratificata a secco i seguenti punti:
1. Complessificazione delle prestazioni
2. Specializzazione dei materiali
3. Finalizzazione dei dispositivi
4. Articolazione strutturale
5. Progettabilità
6. Assemblabilità
7. Gestibilità

Oggi questi punti restano ancora validi, ma ad essi vanno aggiunti caratteri tipici della piattaforma Active House (dettagliatamente descritta nel capitolo successivo), da verificare contemporaneamente:
8. Comfort
9. Energia
10. Ambiente

Costruzione stratificata a secco più Active House: l’evoluzione

L’incrocio tra i punti essenziali del paradigma di costruzione stratificata a secco e quelli di Active House avviene in un momento di fortissima evoluzione del modo di concepire e gestire il progetto stesso, la sua digitalizzazione, la sua potenzialità di essere uno strumento vivo e ricco di opzioni nelle varie fasi operative e anche in fase di funzionamento e manutenzione a posteriori.

Questa importante, nuova, strutturazione digitale interoperabile del progetto consente anche di avere un’ulteriore evoluzione che è collegata alla potenzialità di monitoraggio e sensoristica applicabile all’edificio e in grado di dialogare col modello di progetto e con le informazioni reali tratte dall’ambiente abitato e da quello esterno.

L’utente può quindi interagire attivamente, istantaneamente con l’ambiente costruito in cui vive, ricevendo e inviando informazioni semplicemente tramite il proprio smartphone.

People (and Planet) first

Un bel salto… verso l’utente e verso l’ambiente allo stesso momento: “People first” ma anche “Planet first”. Quindi “l’ordito” di punti paradigmatici del sistema di costruzione stratificata a secco si incrocia con la “trama” dei punti cardine di Active House anche grazie a due ulteriori importanti driver attuali di innovazione:
11. BIM 6D e Optioneering Design
12. Sensorizzazione e interattività

Il “tessuto” paradigmatico che ne consegue risponde a una logica più vicina a quella delle “piattaforme tecnologiche” industriali che alla tradizionale filiera edilizia e risulta appropriato sia per l’interpretazione della produzione attuale che per orientare ricerca e innovazione – non a caso lo strumento sintetico di Active House, che si concentra molto su aspetti energetici e di comfort, come il BIM 6D, è un radar multiprestazionale, poiché anche nelle costruzioni è sempre più ovvio e presente il tema dei big data e della loro interpretazione.

La ricerca della qualità, figlia della competizione positiva fra produttori e accompagnata dalla produzione normativa, internazionale, europea e locale conduce a prassi necessariamente prestazionali. Per raggiungerle servono i materiali più appropriati, sia singolarmente che in pacchetti costruttivi, attivando anche innovazioni combinatorie. I materiali assolvono funzioni specifiche elementari, vengono giustapposti in specifici “pacchetti” tecnologici in grado di fornire specifiche prestazioni.

Le conseguenze operative di questa componibilità e variabilità teoricamente “infinita” sono:
1) che le soluzioni tecnologiche siano sempre progettate;
2) che i materiali, i componenti e i dispositivi di base siano integrabili;
3) che sia facile mantenere, nel tempo di vita, gli apparati e i pacchetti mediante sostituzione, adeguamento funzionale e prestazionale.

L’innovazione più recente nel mondo delle costruzioni mostra una predilezione per l’assemblaggio a secco o la stratificazione a secco (designata anche in questo testo come S/R – strutture/rivestimenti – come definito nel testo del 1998 di cui il presente è un naturale aggiornamento) dove ogni apparato costruttivo viene visto essenzialmente come un supporto strutturale (gerarchicamente definito) appropriato e rivestito da una gamma differenziata di strati, materassini isolanti, teli tecnici e via dicendo, ciascuno con specifiche prestazioni, progettate e calcolate.

Sia durante il Movimento Moderno che più tardi con l’High Tech, la “meccanizzazione” e industrializzazione delle costruzioni sono temi trattati con attenzione e densi anche di spinte teoriche (così come di derive manieristiche). Nel primo caso l’industria era però assente e ben due conflitti mondiali nel secolo scorso non consentirono uno sviluppo di massa. Nel secondo la questione energetica e soprattutto quella economica (fortemente condizionata dalla competitività di cemento armato e dal laterocemento) non hanno consentito un pieno e maturo sviluppo di alternative costruttive di massa, soprattutto per edifici di civile abitazione, mentre in edifici speciali si è notata la propensione ad innovare sensibilmente.

Oggi il nesso architettura-industria e le pratiche di razionalizzazione operativa e organizzativa, sia in fase di prodotto che di processo costruttivo (e quindi di progetto che unisce questi due mondi), sono assolutamente possibili, mature e sempre più evidenti. La cosa straordinaria è che ciò avvenga con una variabilità di utilizzo materico totale: nessun materiale è escluso, nessuna forma o tecnica prevarica e monopolizza il sistema costruttivo che è in nuce sempre reversibile.

Costruire a secco, sia per stratificazione che assemblaggio, agevola le fasi di programmazione e anche quelle ergotecniche di cantiere, con sensibili vantaggi economici. I prodotti nascono da processi industriali controllati, certificati, che consentono di ottenere le prestazioni previste. Essi sono manutenibili, sostituibili o implementabili nel tempo.

Questo articolo è tratto dal seguente libro, se vuoi approfondire l’argomento vai su…

Active House

La tecnologia di costruzione stratificata a secco ha ormai raggiunto la piena maturità ed è sempre più impiegata per rispondere alle sfide di sostenibilità che il settore delle costruzioni è chiamato ad affrontare. Seguendo i tre principi cardine di Active House (Ambiente, Energia e Comfort), gli edifici realizzati con la tecnica integrale “strutture/rivestimenti – S/R” a secco permettono, senza aumento eccessivo degli spessori e sfruttando le intercapedini per gli isolanti, di raggiungere parametri caratteristici di un edificio ad alta efficienza energetica.Questo manuale offre al lettore gli strumenti operativi per la realizzazione di strutture che presentano indubbi vantaggi: l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili per il fabbisogno degli impianti, la massima libertà architettonica al progettista, la garanzia del benessere ambientale per gli occupanti, la riduzione dei tempi di costruzione, il miglioramento delle prestazioni antisismiche e la possibilità di reimpiegare tutti i materiali utilizzati in un nuovo ciclo produttivo al minimo costo (secondo i dettami dell’economia circolare).L’opera, ricca di immagini commentate, stratigrafie e particolari costruttivi, si completa con un’importante sezione dedicata a numerosi casi di studio relativi ad architetture di nuova costruzione e di trasformazione dell’esistente.Marco Imperadori, ingegnere PhD, professore ordinario di Produzione Edilizia presso il Politecnico di Milano. Svolge attività di ricerca e ha pubblicato libri e articoli su riviste di settore in Italia e all’estero. Rappresenta il Politecnico di Milano nel network internazionale Active House Alliance. Arianna Brambilla, ingegnere PhD e lecturer in Architectural Technology per l’Università di Sidney. Federica Brunone, ingegnere e dottoranda di ricerca al Politecnico di Milano in Produzione Edilizia. Lone Feifer, architetto, è General Secretary di Active House Alliance e Director of Sustainability & Architecture in VELUX Group. Graziano Salvalai, ingegnere PhD, ricercatore in architettura tecnica presso il Politecnico di Milano. È responsabile di diverse ricerche a livello nazionale ed europeo ed è autore di numerose pubblicazioni su riviste internazionali di settore. Andrea Vanossi, architetto, ingegnere PhD, è professore a contratto presso il Politecnico di Milano e BIM Manager per CMB – Cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi.

Graziano Salvalai, Marco Imperadori, Arianna Brambilla, Federica Brunone, Lone Feifer, Andrea Vanossi | 2019 Maggioli Editore

39.00 €  37.05 €

Marco Imperadori

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