Ritorno al passato: con annesse le tinte fosche (in lugubre e tracimante bianco e nero) consegnate alla storia dal Settimo Sigillo di Ingmar Bergman. No, non parliamo di cinema, ma dell’odierna situazione che ammorba il comparto dell’edilizia in Italia.
Sono echeggiate come tuoni ieri le parole del presidente dell’ANCE, Paolo Buzzetti, durante l’Assemblea annuale al Palazzo dei Congressi a Roma: “L’edilizia è tornata ai livelli del 1967: la lunga e profonda crisi ha portato al settore un arretramento di 47 anni”. E lancia una provocazione: “La situazione è così drammatica per il settore delle costruzioni che viene spontaneo chiedersi se non sia il caso di chiudere le nostre imprese con il minor danno possibile per i nostri dipendenti”.
Un piano per uscire dalle sabbie mobili della crisi
“I costruttori vogliono ancora stare dalla parte dell’Italia che torna a crescere e per ripartire l’edilizia ha bisogno subito di un piano Marshall” prosegue Buzzetti, come riportato sul Sole 24 Ore di questa mattina. “Diamo atto al Governo di aver preso sul serio il problema di questo settore”. Ma non c’è più tempo da perdere: Piano di edilizia scolastica, interventi contro il dissesto idrogeologico, Programma 6mila Campanili rivisto e potenziato, prosecuzione di un limitato numero di opere strategiche, tutte queste meritevoli iniziative sono state riordinate ma devono tradursi subito in cantieri, a parere del presidente dell’Associazione Nazionale Costruttori Edili. “Il lavoro istruttorio – continua – è stato molto buono e ha messo ordine là dove c’era una gran confusione, soprattutto nell’edilizia scolastica e nella difesa del suolo. Ora però bisogna partire”.
Un tema evidenziato da Buzzetti per consentire al settore di riemergere dalle sabbie mobili è stato il seguente: una politica di incentivi alla riqualificazione urbana che prenda ad esempio il modello francese per far ripartire le città. “Nel 2009 – afferma Buzzetti – era stato trovato un giusto equilibrio tra piccole e grandi opere. Poi diciamo che anche gli interventi previsti per le piccole opere non hanno funzionato e l’80% di quelle somme messe in campo non sono state spese”.
Proprio la settimana scorsa facevamo riferimento ai dati relativi alla situazione del comparto edilizia in Europa: per approfondire il tema leggi l’articolo Edilizia e mercato immobiliare: notizie dal sapore dolce-amaro dall’Europa.
Edilizia ed appalti: punti critici
Connesso a questo tema affiora poi la questione degli appalti: Buzzetti in proposito suggerisce una semplificazione, mantenendo tuttavia l’attuale conformazione. No agli stravolgimenti, neanche nel sistema di qualificazione che ora in molti vorrebbero trasformare radicalmente, obliterando il sistema privato imperniato sulle Soa e facendo marcia verso un sistema pubblico. “Sono stato uno dei pochi a difendere l’Albo nazionale costruttori – prosegue il presidente dell’ANCE – perché era chiaro che un sistema privato non avrebbe funzionato. Ma cambiare ora significherebbe paralizzare tutto. Non è il momento per paralizzare tutto. Dobbiamo ripartire”.
Riprendere inerzia positiva dopo l’impatto tremendo del metaforico asteroide rappresentato dalla crisi: tempo di una nuova alba per il comparto edilizia e costruzioni?
A cura di Marco Brezza
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