Il Mibact e l’Enea fanno hanno presentato la campagna nazionale “Patrimonio Culturale in classe A” per promuovere l’efficienza energetica e ridurre i consumi energetici nel settore dei beni culturali.
La riforma del sistema museale ha introdotto il bilancio in ogni singolo museo permettendo di far emergere le spese per migliorarle. Si è spesso parlato dei meriti della riforma in termini di entrate. Ma bisogna anche prestare attenzione alle uscite, e quindi al fatturato, e intervenire sui costi dei musei per i servizi. Questo tipo di applicazione della riforma dei musei statali potrà ispirare l’azione per una migliore gestione di tutti i musei italiani, comunali o privati.
Consumi energetici del patrimonio storico: cosa ridurre
La PA gestisce oltre 3mila dei circa 5mila fra musei, palazzi, monumenti italiani con una spesa energetica annua che si aggira 250 milioni di euro. Si tratta di un patrimonio edilizo davvero “energivorissimo”. In alcuni casi le spese energetiche sono il 70% del bilancio. La campagna punta a ridurre del 30% i consumi per la climatizzazione e del 40% dell’illuminazione. Si punta a ridurre anche i consumi per sicurezza e ICT.
Il presidente dell’ENEA Federico Testa ha dichiarato. “Al nostro attivo abbiamo già esperienze di rilievo: le diagnosi energetiche in edifici di valore storico e monumentale come i Palazzi Montecitorio e San Macuto e il Policlinico militare del Celio a Roma”.
ENEA metterà a disposizione laboratori, infrastrutture e personale specializzato per effettuare check-up energetici e realizzare progetti per integrare tecnologie green, efficienza, fonti rinnovabili e smart lighting. Verrà inoltre realizzato un laboratorio congiunto MiBACT-ENEA per la sostenibilità ambientale applicata al patrimonio culturale.
Per diffondere “Patrimonio Culturale in classe A” anche a livello regionale sono previste collaborazioni strutturate con gli Enti territoriali e con il sistema universitario nazionale. La Campagna rientra fra le iniziative di attuazione del protocollo d’intesa siglato nel 2016 da MiBACT ed ENEA ed è parte della campagna nazionale di comunicazione “Italia in classe A” del Ministero dello Sviluppo Economico ed ENEA nell’ambito del Piano Triennale di informazione e formazione sull’efficienza energetica, previsto dal dlgs 102/2014.
Dove prendere i soldi?
Spesso, a ostacolo della riqualificazione energetica dell’edilizia storica e monumentale, c’è solo una cosa: i soldi. Per tentare di risolverlo, l’ENEA fornirà supporto al MiBACT per individuare le opportunità di finanziamento e incentivazione:
– ricorso a società che effettuano gli interventi di efficienza energetica (ESCo), assumendo rischio e gestione dell’investimento;
– forme di Partenariato Pubblico-Privato (PPT);
– Finanziamento Tramite Terzi;
– Energy Performance Contract;
– Conto Termico 2.0;
– Ecobonus del 65%;
– fondi nazionali ed europei.
Naturalmente, viene fuori la storiella del “settore del risparmio nell’edilizia”, VOLANO dell’economia. “Il risparmio energetico nel settore del costruito è produce il 9% del PIL europeo e rappresenta 18 milioni di posti di lavoro diretti che includono la ristrutturazione e la riqualificazione energetica”, ha affermato il viceministro dell’Economia Enrico Morando. “La ristrutturazione economicamente efficiente degli edifici esistenti, e tra questi gli edifici di pregio artistico e storico, deve divenire un obiettivo fondamentale attorno a cui dobbiamo lavorare insieme nel rispetto dei rispettivi ruoli e competenze”, ha concluso.
Capirai. Da quanto tempo lo sentiamo dire?
Patrimonio edilizio storico: come efficientarlo
A seguito del recepimento delle normative europee sull’efficienza energetica, l’Italia ha definito un piano strategico per il miglioramento del comportamento energetico del proprio patrimonio edilizio. Per raggiungere gli obiettivi 2020 è necessario, però, che il rinnovamento parta in primis dal buon esempio della Pubblica Amministrazione, soprattutto attraverso screening energetici estesi e interventi mirati. Questo tipo di patrimonio, tuttavia, presenta anche un numero elevato di organismi edilizi variamente storicizzati e ad oggi spesso esclusi con lecite deroghe dai programmi di intervento, ma che, per consistenza numerica, ruolo e valore architettonico, si ritiene debbano rientrarvi a tutti gli effetti. Continua a leggere Screening energetici ed efficientamento del patrimonio edilizio pubblico storicizzato
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