A pochi giorni dal via libera da parte del Consiglio dei Ministri del regolamento che definisce i requisiti per i certificatori energetici degli edifici (leggi anche “Certificatore energetico, varato il regolamento con i requisiti“), il Consiglio nazionale dei periti industriali boccia duramente il decreto sulle pagine del quotidiano ItaliaOggi.
Secondo il Cnpi il provvedimento da un lato restringe il campo d’azione solo ai tecnici abilitati “all’esercizio della professione relativa alla progettazione di edifici e impianti asserviti agli edifici stessi”, dall’altro la estende a molti altri professionisti che non si occupano di progettazione: il decreto prevede infatti che il tecnico non competente in tutti i campi, debba operare in collaborazione con un altro tecnico abilitato in modo da far parte di un gruppo “competente” su tutti i campi, ma precisa anche che “ai fini della sola certificazione energetica” i tecnici non solo dovranno essere laureati ma dovranno possedere un attestato di frequenza a specifici corsi di formazione per la certificazione energetica degli edifici con superamento di esami finali”.
I Periti industriali criticano il fatto che si consideri più la laurea che la professione esercitata, andando a scardinare il sistema ordinistico e la logica delle classi di laurea e e che sia il ministero e non gli ordini a stabilire i corsi di formazione necessari per l’abilitazione a certificatore energetico.
Con questo nuovo provvedimento secondo il Cnpi l’attività di certificazione energetica legata alla diagnosi non è più indirizzata ad un obiettivo di risparmio energetico, ma diventa un puro adempimento formale svolto da due tipologie di professionisti, gli iscritti agli albi professionali accanto ad alcuni soggetti improvvisati che verranno abilitati dopo un semplice corso di formazione, con differenti comportamenti professionali e deontologici.
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