Calcolo prestazione energetica edifici Direttiva Case Green: cosa prevede il quadro comune generale

L’UE punta all’efficienza energetica degli edifici con criteri uniformi, riduzione consumi e standard minimi elevati. La Direttiva Case Green a tal proposito fornisce un orientamento sul quadro comune generale per il calcolo delle prestazioni energetiche. Ecco quali sono le indicazioni per gli Stati membri

Simona Conte 21/03/25

L’efficienza energetica degli edifici è una delle priorità dell’Unione Europea nella transizione ecologica e nella riduzione delle emissioni di gas serra. Il quadro comune generale per il calcolo della prestazione energetica degli edifici, contemplato nella Direttiva EPBD Case Green, rappresenta uno strumento essenziale per definire criteri uniformi e metodologie di misurazione affidabili, promuovendo l’adozione di standard minimi sempre più elevati.

Le normative europee stabiliscono obiettivi ambiziosi: entro il 1° gennaio 2030, tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E, mentre entro il 1° gennaio 2033 sarà obbligatorio l’adeguamento alla classe D.

Tuttavia, i dati evidenziano quanto il percorso verso l’efficienza energetica sia ancora lungo. Secondo un’analisi condotta nel 2024 dalla piattaforma immobiliare Casavo, il 29% degli immobili italiani rientra ancora nella classe G, mentre il 15% si colloca nella classe F. Questo significa che quasi la metà del patrimonio edilizio nazionale necessita di interventi di riqualificazione. Situazioni particolarmente critiche emergono nelle principali città italiane: Roma presenta il 64% degli edifici fuori norma, mentre a Milano e Torino la percentuale si attesta rispettivamente al 60% e al 50%. Si tratta di dati che sottolineano la necessità di un intervento sistematico per garantire il rispetto delle nuove direttive e favorire il risparmio energetico.

Ma tornando al calcolo della prestazione energetica degli edifici, analizziamo di seguito cosa prevede il quadro comune generale previsto dalla Direttiva EPBD Case Green.

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Indice

Direttiva Case Green: il contenuto dell’allegato I

L’Allegato I del documento normativo europeo fornisce il quadro metodologico per il calcolo della prestazione energetica degli edifici, basato sul consumo energetico misurato o calcolato.

Tale valutazione include tutte le forme di energia necessarie per il funzionamento dell’edificio, tra cui il riscaldamento, il raffrescamento, la produzione di acqua calda, la ventilazione e l’illuminazione integrata​.

Nella Direttiva Case Green viene specificato che gli Stati membri sono tenuti a garantire che i metodi di calcolo adottati siano rappresentativi delle condizioni reali di utilizzo degli edifici e tengano conto dei comportamenti tipici degli utenti. Laddove possibile, tali metodologie devono basarsi su dati nazionali, normative edilizie e dati misurati disponibili. Inoltre, viene consentito l’utilizzo dell’energia misurata da utilizzare al fine di calcolare la prestazione energetica come parametro di verifica, purché venga garantita la distinzione tra vettori energetici e vengano effettuate letture a intervalli almeno mensili​.

La prestazione energetica degli edifici è espressa in kWh/(m².a) e deve essere riportata in modo trasparente per permettere la certificazione e la verifica della conformità ai requisiti minimi stabiliti dalla normativa.

La metodologia per la determinazione della prestazione energetica di un edificio deve inoltre essere aperta all’innovazione.

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Gli elementi fondamentali del metodo di calcolo della prestazione energetica degli edifici

La determinazione della prestazione energetica di un edificio secondo la Direttiva Case Green si basa su una metodologia di calcolo che considera un insieme complesso di parametri, tra cui le caratteristiche termiche effettive dell’edificio. Questi aspetti includono la capacità termica dell’involucro edilizio, l’isolamento di pareti, tetto e serramenti, nonché l’apporto del riscaldamento passivo, ottenuto attraverso guadagni solari e l’accumulo termico dei materiali.

Altrettanto rilevanti sono gli elementi di raffrescamento e l’attenzione alla riduzione dei ponti termici, che possono compromettere l’efficienza energetica complessiva.

Sul fronte impiantistico, si considerano le prestazioni dell’impianto di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria. Un altro parametro chiave è la capacità di produzione e stoccaggio di energia rinnovabile, che contribuisce a ridurre il consumo di energia primaria e a migliorare l’autosufficienza dell’edificio. Gli impianti di condizionamento dell’aria, i sistemi di ventilazione naturale e meccanica e il recupero di calore influenzano significativamente il comfort interno e la riduzione dei consumi. Per gli edifici non residenziali, la presenza di un impianto di illuminazione integrato, con sistemi di regolazione intelligente dell’intensità luminosa e utilizzo di tecnologie a basso consumo, rappresenta un ulteriore elemento di valutazione.

La progettazione dell’edificio, la sua posizione e orientamento rispetto al clima esterno, influiscono direttamente sull’efficienza energetica, così come l’impiego di sistemi solari passivi e protezioni solari, che aiutano a ridurre il surriscaldamento estivo e a migliorare il comfort invernale.

Le condizioni climatiche interne, tra cui temperatura, umidità e qualità dell’aria, devono essere attentamente gestite per garantire il benessere degli occupanti con un uso razionale dell’energia, anche in relazione ai carichi interni, derivanti dalla presenza di persone, apparecchiature ed illuminazione artificiale.

Infine, i sistemi di automazione e controllo degli edifici giocano un ruolo strategico nella gestione ottimizzata delle risorse energetiche, permettendo di monitorare, regolare e ottimizzare il funzionamento degli impianti in tempo reale.

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Questo testo tecnico, aggiornato alla recente Direttiva EPBD (c.d. Case Green), fornisce informazioni su come si progetta e si costruisce una casa green, dalle fondazioni al tetto. L’opera è strutturata in capitoli, che fanno riferimento alle singole parti componenti costruttive dell’edificio, come le fondazioni, le pareti, il tetto, i solai, ecc.Gli elementi costruttivi e i materiali sono analizzati distinguendo le loro componenti bioedii e sostenibili, considerando che i due termini non sono sinonimi dello stesso concetto. Rappresenta il più recente e completo tentativo di sistematizzazione delle conoscenze, delle tecniche e dei materiali rappresentativi di un approccio “green” all’edilizia.Ma la bioedilizia non è semplicemente “l’arte del costruire secondo natura”. Come evidenzia l’Autore: La casa green, come ogni altra forma costruttiva, è basata su mediazioni, ovvero sull’accettazione anche di quei materiali e quelle tecnologie non propriamente derivati dalla natura, ma che costituiscono una conditio sine qua non, perché non hanno una valida alternativa “naturale” e quindi sono indispensabili al raggiungimento di uno scopo preciso.Operare green o in bioedilizia non vuol dire quindi rifiutare ed escludere a priori i materiali di sintesi, ad esempio, ma, al contrario, ottimizzarne l’uso.L’opera, quindi, per la sua completezza, il rigore scientifico e la trattazione mai astratta, guida il lettore in un appassionante percorso tecnico ed etico per imparare a progettare e costruire case sostenibili, green ed ecologiche.Roberto Sacchiarchitetto libero professionista, titolare dello studio Cultura&Ambiente, consulente CasaClima ed esperto in ecologia dell’architettura, con esperienza ultratrentennale nello studio dei materiali e degli isolanti in edilizia. Co-fondatore dell’INDEP (Istituto Nazionale di Diagnostica e Patologia Edilizia), dal 2005 svolge attività di docenza al Master Polis Maker del Politecnico di Milano.

 

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