L’amianto torna, purtroppo, ad esssere protagonista della cronaca con un altro caso di operai morti sul luogo di lavoro.
Si è svolta nei giorni scorsi l’udienza del processo Pirelli a 11 ex dirigenti accusati di omicidio colposo e lesioni colpose per la morte di una ventina di operai e per il grave stato di salute di altre 4 persone ammalate di mesotelioma e altre forme tumorali, dopo aver respirato amianto negli stabilimenti milanesi dell’azienda.
La stessa Pirelli, attraverso i suoi legali, ha fatto sapere durante l’udienza che sono in corso alcune trattative con i familiari delle vittime e con gli enti e le associazioni che si sono costituiti parte civile. In particolare 6 famiglie revocheranno la loro costituzione a parte civile, accettando un risarcimento che pare sia nell’ordine di centinaia di migliaia di euro.
La somma stabilita per ogni ex lavoratore varia a seconda di criteri come il tipo di mansioni svolte in azienda e del numeri componenti del nucleo familiare. Pirelli sta trattando anche con Inail, Asl e Regione Lombardia, tutte costituite parte civile. E proprio per queste trattative in corso il giudice ha deciso di rinviare il processo al 19 aprile prossimo.
L’azienda ha inoltre tenuto a precisare che all’epoca l’uso dell’amianto negli edifici era pratica comune nelle tecniche di costruzione e ribadisce il profondo dolore per quanto accaduto.
L’associazione Medicina Democratica, l’Associazione italiana esposti amianto e il Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio hanno invece deciso di non accettare nessuna trattativa o transazione e hanno presentato a loro volta la costituzione a parte civile nel processo, su cui però il tribunale deve ancora pronunciarsi.
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