L’ufficialità è vicina: sono in procinto di essere aperte le porte degli stanziamenti per la demolizione degli edifici abusivi. La cifra è quantificata in 45 milioni di euro, uno stanziamento previsto dal disegno di legge “Falanga” approvato dalla Camera (e molto modificato rispetto alla sua stesura iniziale) ed in procinto di essere rapidamente confermato dal Senato senza modifiche nei prossimi giorni.
La vera battaglia agli abusi edilizi
Ciò che rileva all’interno di tale ddl è anche l’interessante ed utile istituzione di una banca dati nazionale delle opere abusive presso il Ministero delle Infrastrutture e la semplificazione delle procedure per la demolizione, che d’ora in avanti seguiranno una lista ben precisa di priorità. I criteri di priorità per la demolizione dei manufatti abusivi si trasformano, diventando più trasparenti e semplici. Inoltre viene finalmente attribuito un sostegno economico rilevante nei confronti dell’attività dei Comuni, chiamati ad accertare la presenza di edifici abusivi e a finanziarne la demolizione.
In questi anni si è infatti configurata come una problematica costante per Regioni e Comuni quella relativa alle operazioni di demolizione: operazioni troppo spesso rimaste al palo per mancanza di fondi dei Comuni da destinare all’accertamento degli abusi e alla loro rimozione. Tale immissione di risorse dovrebbe ragionevolmente contribuire a risolvere una problematica ormai risalente.
Leggi anche l’articolo del nostro esperto, l’Arch Mario Di Nicola, intitolato Abusi edilizi, acquisizione del bene: quali sono gli effetti?
Ddl abusi edilizi: le modalità di distribuzione dei fondi
A livello operativo verrà istituito un fondo rotativo di 45 milioni di euro presso il Ministero delle Infrastrutture per integrare le risorse necessarie alle demolizione da parte dei Comuni.
I fondi saranno ripartiti nel seguente modo:
– 5 milioni di euro per l’anno 2016;
– 10 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2017 al 2020.
Verranno erogati secondo criteri da definire con un decreto del Ministero delle Infrastrutture e del Ministero dell’Ambiente, sentita la Conferenza unificata, sulla base delle richieste avanzate dagli Enti locali, corredate da una puntuale documentazione amministrativa e contabile.
L’opinione che conta: Ermete Realacci
Il presidente della Commissione Ambiente della Camera, Ermete Realacci, sostiene che la norma manifesti una “tolleranza zero” contro la filiera del cemento illegale. “È importante – ha spiegato il deputato Pd – che le modifiche introdotte dalla Camera alla legge sulle demolizioni degli abusi edilizi abbiano superato le criticità del testo uscito dal Senato. La versione licenziata da Palazzo Madama avrebbe reso più difficili gli abbattimenti e quindi il contrasto all’abusivismo. Secondo il Rapporto Ecomafia 2015 di Legambiente nel 2014 sono stati 5.750 i reati accertati nel settore del cemento. Per affrontare questa piaga e ripristinare la legalità è necessario dire un chiaro e secco NO a nuovi condoni e procedere con gli abbattimenti. Lo Stato deve essere al fianco di quei sindaci che quotidianamente subiscono minacce e intimidazioni per la loro attività contro l’illegalità urbanistica”.
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