È bene però notare che tutte le strutture in calcestruzzo possono essere soggette a processi di degrado dovuti a cause differenti.
>> Vorresti rimanere aggiornato sulle ultime soluzioni progettuali? Clicca qui, è gratis
L’ammaloramento, infatti, può essere causato da:
- cattiva esecuzione, che può comprendere la scelta di materiali di qualità non eccelsa, una progettazione non accurata, ma anche una scarsa cura nei getti, come l’assenza di adeguato spessore copriferro e una scarsa vibratura;
- agenti chimici aggressivi presenti nell’ambiente, come acque sotterranee, sale per il disgelo, cloruri e solfati, che possono penetrare nel calcestruzzo causando corrosioni, rigonfiamenti e formazione di efflorescenze;
- agenti atmosferici, come pioggia, gelo, neve, calore intenso ed elevate variazioni di temperatura che possono causare la disgregazione della superficie del calcestruzzo;
- processi di carbonatazione, una reazione chimica tra anidride carbonica e calce libera del cemento, che avviene inizialmente in superficie per poi progredire all’interno del calcestruzzo, abbassandone il pH e causando la corrosione delle armature;
- carichi strutturali eccessivi, che possono causare la comparsa di fessure e deformazioni;
- infiltrazioni d’acqua, che possono causare fenomeni di corrosione delle armature, compromettendo la stabilità dell’elemento in calcestruzzo.
Il primo passo fondamentale: una diagnosi accurata
Il ripristino del calcestruzzo ammalorato è una pratica essenziale che mira a restituire la stabilità e l’integrità strutturale a elementi in calcestruzzo degradati. Ma prima di intraprendere qualsiasi intervento, è cruciale condurre un’accurata valutazione dello stato del calcestruzzo, ispezionando attentamente la superficie per identificare crepe, sfaldature o altre forme di degrado: è il primo passo. Questa valutazione aiuterà a determinare l’entità e la tipologia del danno, per poi pianificare l’intervento in modo mirato. Le tipologie di ripristino, infatti, possono essere due:
- ripristino corticale, che si concentra sulla superficie dell’elemento in calcestruzzo, al fine di riparare danni superficiali, crepe e ammanchi;
- ripristino strutturale, che si concentra sulla riparazione delle componenti interne dell’elemento in calcestruzzo danneggiato e permette di risolvere problemi strutturali più gravi.
>> Ti possono interessare i volumi Il degrado delle strutture in calcestruzzo armato e Tecniche di diagnosi, riparazione e miglioramento di strutture in calcestruzzo armato degradate , entrambi a cura di Matteo Felitti e Lucia Rosaria Mecca (Maggioli editore) <<
Interventi di ripristino del calcestruzzo: come procedere
Una volta definita l’entità del danno è possibile procedere con la definizione e la progettazione di tutti gli step per il ripristino del calcestruzzo, a partire dalla scelta dei materiali da ripristino. La qualità degli interventi di ripristino e la loro durata, infatti, dipendono molto anche dai materiali scelti. webertec ripara ultra, ad esempio, è una malta innovativa presente nel catalogo Saint-Gobain, specifica per il ripristino del calcestruzzo e caratterizzata da una formula avanzata e da prestazioni elevate. webertec ripara ultra offre, infatti, protezione e rinforzo delle strutture in calcestruzzo danneggiate, garantendo una riparazione durevole e affidabile nel tempo.
Per un corretto ripristino del calcestruzzo è possibile procedere secondo i seguenti step:
- preparare la superficie: con l’ausilio di idonea attrezzatura rimuovere le zone danneggiate, le parti incoerenti ed in via di distacco. Ripulire i ferri di armatura da polvere, ruggine e dai residui di calcestruzzo. Le zone così trattate devono essere pulite accuratamente tramite idrolavaggio a pressione. La superficie prima del ripristino deve presentarsi solida, compatta e ruvida;
- applicare i materiali di ripristino: le applicazioni vanno sempre eseguite secondo le istruzioni del produttore e con particolare attenzione ai dettagli, al fine di garantire una distribuzione uniforme e un completo riempimento delle zone da ripristinare;
- livellare e rifinire la superficie: dopo l’applicazione della malta è necessario porre particolare attenzione alla fase di livellamento e rasatura della superficie, utilizzando un rasante specifico per ottenere una buona aderenza;
- applicare il primer e tinteggiare;
- programmare interventi di verifica ed eventuale manutenzione ordinaria.
Consigliamo
Le ultime uscite della collana Patologie Edilizie di Maggioli editore:
Novità editoriali
Suggeriamo anche
Tecniche di diagnosi, riparazione e miglioramento di strutture in calcestruzzo armato degradate
Il problema del degrado delle strutture ed infrastrutture in calcestruzzo armato in Italia ha assunto negli ultimi anni il carattere di vera emergenza. Il manuale tratta vari casi di interventi sulle strutture esistenti in calcestruzzo armato ponendosi quale ideale complemento del testo sul Degrado delle Strutture in Calcestruzzo Armato curato da Felitti e Mecca.L’opera, illustrando alcuni interventi realizzati dagli stessi Autori nello loro ultraventennale attività professionale, offre suggerimenti e spunti di approccio ai problemi che il progettista ed il costruttore si trovano più comunemente ad affrontare. Per tutti i casi studio il testo accenna all’esigenza “storica” (in funzione del dettato normativo)che influenza la capacità e l’accuratezza delle analisi sul comportamento del calcestruzzo armato, che nel tempo hanno visto il modificarsi sia delle tecniche di rilievo del danno e sia delle modalità di intervento. Allo stesso modo si sono modificati gli obiettivi progettuali passando dagli approcci prescrittivi a quelli prestazionali.Vengono esaminati, con dovizia di immagini e schemi commentati, casi che riguardano interi sistemi strutturali e interventi locali (travi, pilastri, fondazioni, ecc.).Matteo Felitti Titolare dello studio tecnico ENGINEERING & CONCRETE CONSULTING, si occupa principalmente di calcolo strutturale, dissesti statici nelle costruzioni esistenti, degrado dei materiali e risoluzione contestazioni in collaborazione con lo Studio Legale dell’Avv. Paola Tucci. Svolge, inoltre, attività di consulenza tecnologica presso importanti Aziende che operano nel settore della prefabbricazione e della fornitura di calcestruzzi prestazionali. Docente Esterno di “Calcolo Automatico delle Strutture” presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II (Titolare Cattedra: Prof. Francesco Marotti de Sciarra). Certificato Livello 2 per i metodi PND: ES-MG-MO-PC-SC-UT-VT. Certificato Livello 3 per i metodi PND: TT. Settore: Ingegneria Civile, Beni Culturali e Architettonici. Autore di testi e pubblicazioni per collane e riviste di settore. Lucia Rosaria Mecca Ingegnere strutturista, titolare dello studio MECCAINGEGNERIA nel quale si occupa prevalentemente di progettazione e direzione lavori di opere ed infrastrutture realizzate in ambito civile ed industriale. Svolge attività di consulenza negli ambiti dell’ingegneria geotecnica e strutturale per Professionisti, importanti Società ed Aziende operanti in ambito nazionale ed internazionale. È direttore tecnico e socio titolare della Geomonitor srl, società di Ingegneria specializzata nel settore delle prove, dei monitoraggi e dei controlli non distruttivi, per i quali possiede la qualifica di Esperto. Autrice di testi e pubblicazioni per collane e riviste di settore.
Matteo Felitti, Lucia Rosaria Mecca | 2019 Maggioli Editore
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento