Produzione edilizia e mercato immobiliare: arrivano un paio di notizie di rilievo dal fronte europeo con riferimento ad alcuni dati quantitativi emessi in questi gironi da importanti fonti internazionali e non.
In prima battuta è necessario commentare i dati inerenti alla produzione edilizia entro i confini europei: i dati non sono esattamente incoraggianti dal momento che l’indice della produzione nel settore è tornato ad avere segno negativo nel corso del mese di maggio 2014. Dati in calo sia per l’intera area ricoperta dai paesi dell’Unione Europea a 28 (-1,6%) sia per il perimetro dell’Eurozona (i 18 stati europei che adottano la moneta unica, toccati da un –1,5%). Il calo del mese di maggio giunge dopo un mese di aprile 2014 in cui i dati erano stati lievemente positivi (+0,4% e +0,3%): la riduzione mensile più forte interessa i paesi dall’area centro-orientale (Germania -4,9%, Polonia -3.9%, Slovenia -3,7%, Repubblica Ceca -3,6%) mentre un leggero aumento ha caratterizzato l’indice della produzione costruzioni di paesi come Ungheria (+2,3%) e Bulgaria (+1,7%).
I dati dell’Italia per ciò che riguarda l’edilizia non sono stati resi possibili: in compenso, in un altro settore affiorano buone notizie per il nostro territorio nazionale. Il Belpaese fa infatti segnare la miglior performance in Europa per quanto riguarda la crescita del fatturato nel mercato immobiliare.
Nel primo semestre del 2014 infatti è stato rilevato in Italia un incremento del fatturato pari al 4%, rispetto alla prima metà del 2013 (una fase piuttosto negativa). Una rilevazione dell’Istituto Indipendente di Studi e Ricerche Scenari Immobiliari segnala una crescita del 3% del mercato in Europa (+2,7% nei 5 paesi principali Germania, Francia, Inghilterra, Spagna e Italia).
Per quanto riguarda le quotazioni residenziali l’Italia è ancora in trend negativo (-1,6% in un anno), mentre per Germania e Inghilterra il trend è crescente: il risultato generale (che concretizza una presumibile uscita dalla crisi di settore per il Vecchio continente) è però mitigato dalle stime che segnalano, in prospettiva secondo semestre, un ridimensionamento del trend con una crescita intorno all’1,5% nei cinque principali Paesi europei.
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