Rimane ancora avvolta nell’incertezza la conoscenza della data da cui sarà possibile conoscere il valore dell’aliquota stabilita dai Comuni per la TASI 2014, il tributo per i servizi indivisibili che con la TARI va a costituire la nuova IUC: l’imposta unica comunale.
Comuni nel caos. E la data a partire dalla quale i contribuenti potranno conoscere il valore dell’aliquota della TASI da applicare agli immobili di proprietà slitta ancora. Appare molto probabile, infatti, che si arrivi a fissare una nuova proroga per l’approvazione dei bilanci preventivi degli enti locali: dal 30 aprile (data decisa a gennaio) si parla ora del 31 luglio 2014.
Fino a tale data, quindi, i Comuni non potranno definire le aliquote TASI con conseguente incertezza per i contribuenti.
Ricordiamo che con la terza versione del Decreto Salva Roma si è introdotta una aliquota TASI addizionale per consentire le detrazioni a favore delle famiglie meno abbienti sul conto della TASI ma, allo stato attuale dei fatti, manca ancora qualsiasi modalità operativa su come applicarla realmente.
Le detrazioni previste dovranno produrre “effetti equivalenti all’IMU sulla stessa tipologia di immobile”, ma qui si apre un dibattito su come agiranno i Comuni per finanziare le detrazioni sulla TASI.
Sostanzialmente, come ha evidenziato la scorsa settimana il Centro Studi di Federconsumatori, si possono prevedere tre strade per i Comuni:
1. Il Comune può decidere di scaricare il peso dell’aumento dell’aliquota necessario a finanziare le detrazioni sulle prime case (portando il prelievo fino al 3,3‰);
2. Il Comune può decidere di caricare la maggiorazione dell’aliquota sulle seconde case (innalzando il tetto massimo all’11,4‰).
3. Il Comune può decidere un aumento pro quota, in parte sulle prime case e in parte sulle seconde.
Quale che sia la strada che sceglieranno i singoli Comuni, c’è il rischi concreto che la TASI risulti più gravose per le tasche degli italiani di quanto non lo sia stato l’IMU negli anni scorsi. Sempre secondo le previsioni di Federconsumatori, i proprietari di prima casa a Roma, Torino e Bologna pagheranno oltre 500 euro.
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