Potrebbe tornare in discussione al CdM nei prossimi giorni la bozza di delega fiscale che contiene la riforma del catasto, a seguito di una richiesta di modifiche da parte del Quirinale.
Il testo ha subito qualche modifica durante l’iter legislativo.
Resta confermato il termine di nove mesi dall’entrata in vigore della legge delega per il Governo che dovrà adottare uno o più decreti legislativi con l’obiettivo di creare maggiore equità, allineando le rendite catastali ai valori di mercato.
Si prevede che a ogni unità immobiliare sarà attribuito un valore patrimoniale e una rendita applicando i seguenti principi e criteri:
– riferimento ai rispettivi valori medi ordinari previsti dal mercato immobiliare (con un ambito territoriale definito) nell’arco temporale di tre anni;
– determinazione del valore patrimoniale medio ordinario basandosi su statistiche o su stime differenziate, utilizzando come unità di consistenza il metro quadro;
– determinazione della rendita media ordinaria mediante processi estimativi che si basino su funzioni statistiche (che tengano conto dei redditi da locazione medi, della localizzazione e delle caratteristiche edilizie degli immobili) o su saggi di redditività desumibili sul mercato.
Inoltre l’esecutivo Monti si propone di ridefinire le funzioni, le competenze e la composizione delle commissioni censuarie provinciali e di quella centrale, di migliorare il rapporto di collaborazione con L’Agenzia del Territorio, gli enti locali anche attraverso convenzioni con gli ordini professionali e di utilizzare strumenti più efficaci per comunicare le nuove rendite catastali
Per evitare che la revisione delle rendite catastali causi un aggravio del carico fiscale, è prevista tuttavia, la contestuale modifica delle aliquote impositive e delle eventuali deduzioni, detrazioni o franchigie, con particolare riferimento alle imposte sui trasferimenti.
Rispetto alla prima versione del documento (vedi “Riforma catasto, aumentano le rendite e diminuiscono le aliquote“) nella nuova versione il Governo ha previsto un onere maggiore da parte della pubblica amministrazione con l’attività di revisione affidata probabilmente ai professionisti interni agli enti locali.
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