Il terremoto in Emilia spinge alla solidarietà i professionisti, il cui intervento è prezioso nelle zone colpite dai terremoti in generale e, in particolare, in questo momento, nelle zone distrutte o toccate dal sisma di ieri. Si parte dalla regione Lazio, che potrebbe essere un esempio da seguire per le altre Regioni.
“Per le attività di prevenzione, monitoraggio, verifica e mitigazione dei rischi insistenti sul territorio regionale”: ecco i motivi per cui è stato firmato il protocollo d’intesa tra la Regione Lazio e gli Ordini e Collegi tecnici. Si tratta di un passo importante poiché rappresenta il primo esempio di collaborazione e accordo tra i professionisti tecnici volontari per operare in situazioni di emergenza. Le altre regioni potrebbero seguire questo modello innescando in questo modo un ottimo sistema di collaborazione, una rete di professionisti attivi per salvaguardare i territori dalle calamità. Non si tratta solo di prevenire i rischi legati al terremoto (rischio sismico), ma anche quelli attribuiti al dissesto idrogeologico visto che in questi giorni, in seguito alla prima scossa di terremoto in Emilia del 20 maggio, si è parlato anche di liquefazione delle sabbie.
La richiesta è partita dal Gruppo di Protezione Civile dell’Ordine degli Architetti di Roma per fare in modo che i tecnici possano operare in tranquillità. Il protocollo si è poi esteso agli altri Ordini delle professioni tecniche, per volere della Regione: stati coinvolti i Geometri e Geometri Laureati, gli Ingegneri, i Geologi della Provincia di Roma.
È, di fatto, il primo esempio di accordo in cui i professionisti volontari presso gli Ordini professionali sono autorizzati a operare in emergenza. Si pongono le basi perché anche altre Regioni si adeguino a questo modello collaborativo.
Durante la riunione che ha portato alla firma del protocollo, gli Architetti del Lazio hanno ribadito la disponibilità a intervenire immediatamente in Emilia.
Inoltre, a testimonianza dell’attenzione che gli Ordini professionali tecnici dedicano all’antisismica, saranno proprio la sicurezza dell’abitare e la rigenerazione urbana sostenibile i temi al centro dell’edizione 2012 del Premio di Architettura Raffaele Sirica, bandito dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori con il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività culturali e la partnership della Società Weber Saint-Gobain.
Il premio (che sarò assegnato a ottobre 2012) è finalizzato alla prevenzione, alla sicurezza e alla riqualificazione del territorio e delle città italiane, anche alla luce del terremoto in Emilia-Romagna. Le candidature vanno presentate entro il 25 luglio 2012.
Il concorso è aperto alla partecipazione di coloro che, al 16 luglio 2012, risultino iscritti nella Sezione A, Settore Architettura, di uno degli Ordini locali degli Architetti. Sarà articolato in tre diverse categorie:
1. Progetti realizzati – Recupero di edifici esistenti;
2. Progetti realizzati – Nuove costruzioni;
3. Nuovi progetti di idee – Recupero di edifici esistenti o nuove costruzioni.
Il CNAPPC ha dichiarato che il Premio è un’occasione importante per sensibilizzare gli architetti italiani a sviluppare un confronto utile sulla soluzione di problematiche da tanto tempo irrisolte nel settore edilizio-urbanistico (sicurezza antisismica dei fabbricati, contenimento del rischio idrogeologico, risparmio energetico dei fabbricati, sostenibilità degli interventi).
Solo la prevenzione e il monitoraggio costante del patrimonio edilizio può garantire “il diritto dei cittadini alla sicurezza dell’abitare e quello a una vivibilità migliore”.
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