Ecco le modifiche che il ministro dell’Ambiente Corrado Clini vuole apportare ai testi dei decreti ministeriali sul Quinto Conto Energia (leggi la bozza ufficiale) e sulle rinnovabili elettriche non fotovoltaiche, oggi all’esame della Conferenza Stato Regioni:
– rafforzamento del Made in Italy e delle tecnologie nazionali;
– semplificazione delle procedure;
– riduzione dei passaggi burocratici;
– revisione del valore degli incentivi.
Durante gli “Stati Generali delle Energie Rinnovabili e dell’efficienza energetica in Italia”, in apertura del Solarexpo 2012 a Verona, Clini ha spiegato alle associazioni del settore che “il primo obiettivo è rafforzare quelle componenti all’interno delle rinnovabili che possono essere più direttamente legate allo sviluppo di tecnologie nazionali”.
Secondo obiettivo del Ministro è quello di “ridurre il peso degli incentivi delle fonti rinnovabili sul costo dell’elettricità, secondo uno schema ancora suscettibile di miglioramenti, in quanto vanno ridotti i passaggi burocratici e semplificate le procedure”.
Inoltre, occorre rivedere “alcuni dei valori degli incentivi, per fare in modo che la riduzione non impatti negativamente sullo sviluppo delle rinnovabili”.
Nel corso della riunione tecnica della Conferenza Stato Regioni sono state inoltre proposte alcune modifiche al Quinto Conto Energia, recepite dai tecnici dei ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico. “Nonostante io sia dell’opinione che non fosse necessario un Quinto Conto Energia, perché già il decreto Romani prevedeva un contenimento della spesa dal 1 gennaio 2013 fino alla scomparsa degli incentivi al 2016, in questa nuova versione, però, il V conto non creerebbe eccessivi stravolgimenti al settore”, ha affermato.
Nel suo intervento al Solarexpo di Verona, Stefano Saglia, ex sottosegretario allo Sviluppo economico e capogruppo Pdl in Commissione Attività Produttive alla Camera dei Deputati, ha sottolineato che “tra le tante proposte emendative recepite dai tecnici dei ministeri competenti (Ambiente e Sviluppo Economico), le più sostanziali riguardano:
– l’inserimento del Made In tra i criteri di priorità per l’accesso ai registri;
– la possibilità di riconoscere una tariffa premiante per chi utilizza componentistica Made In per gli impianti sopra i 100 kW;
– la possibilità di riconoscere premio anche per chi sostituisce l’amianto con i pannelli (3 centesimi cumulabili tra di loro con una riduzione del 10% della tariffa base degli incentivi).
L’idea ipotizzata per venire incontro alla richiesta delle Regioni è applicare una distinzione tra l’opera privata e l’opera pubblica: la prima rimarrebbe con il limite di 12 kW, per la seconda si può pensare a un innalzamento fino a 50 kW”.
Infine, l’entrata in vigore del decreto è stata posticipata di 3 mesi (quindi non più 1 luglio ma 1 ottobre) e si ipotizza l’innalzamento del tetto del cap fino a un massimo di 100 milioni.
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