Bonus Ristrutturazioni 50% in scadenza: (forse) ultimi mesi per sfruttare la detrazione più alta

Dal 2026 l’aliquota dovrebbe scendere al 36% per la prima casa e al 30% per gli altri immobili: come funziona il principio di cassa, quali lavori rientrano, il tetto di 96.000 euro e le opportunità da cogliere entro il 31 dicembre 2025, incluso il Bonus Mobili.

Lisa De Simone 22/09/25

Bonus Ristrutturazioni al 50% sulla prima casa in scadenza a fine anno, e passaggio al 36% dal prossimo. Il governo comunque, come ha annunciato la viceministra all’Ambiente, Vannia Gava, potrebbe ripensarci e mantenere l’aliquota più elevata. Non si esclude anche il passaggio della detrazione da dieci a cinque anni. Si tratta comunque di lavori in corso e le certezze si avranno solo con la prossima legge di Bilancio.

Quindi chi ha lavori in programma deve accelerare i tempi per essere certo di poter beneficiare della detrazione più alta, che oltre agli interventi edilizi comprende anche l’installazione degli impianti fotovoltaici

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Il calendario dei tagli: dal 50% al 30% in tre anni

La legge di Bilancio 2025 ha definito una progressiva riduzione delle aliquote che trasformerà completamente il panorama delle detrazioni edilizie. Per l’abitazione principale la detrazione passerà dall’attuale 50% al 36% per gli anni 2026 e 2027, per poi scendere definitivamente al 30% dal 2028.

Le seconde case subiranno un taglio ancora più drastico: l’aliquota del 30% scatterà già dal gennaio 2026, rendendo meno conveniente qualsiasi intervento su immobili diversi dalla prima casa. Il limite massimo di spesa rimane invariato a 96.000 euro per unità immobiliare.

Prima casa, i requisiti per l’aliquota più vantaggiosa

L’agevolazione al 50% spetta esclusivamente per i lavori sulla prima casa, intesa come l’immobile di proprietà dove si ha la residenza anagrafica. La normativa riconosce questo status anche quando l’immobile è abitato da un familiare, purché il proprietario non possieda altre abitazioni di proprietà dove risiede.

Particolare attenzione merita il caso di chi acquista e ristruttura: l’aliquota del 50% spetta solo se il trasferimento della residenza avviene entro il 2025. Chi si trasferirà nel 2026 potrà applicare solo il 36%, anche per le spese già sostenute nell’anno precedente.

Interventi ammessi: dall’edilizia libera ai lavori con titoli abilitativi

La detrazione copre tutti gli interventi di ristrutturazione che comportano un’innovazione rispetto allo stato esistente, escludendo la semplice manutenzione ordinaria, a prescindere dal fatto che sia o meno necessaria la CILA. In particolare rientrano tra quelli ammessi all’agevolazione in edilizia libera (senza comunicazioni al Comune): sostituzione infissi, installazione climatizzatori, cambio caldaia con modelli ibridi, acquisto stufe a pellet, rifacimento impianti, porte blindate e inferriate.

Anche il fotovoltaico rientra nell’edilizia libera per impianti fino a 20 kW, salvo vincoli paesaggistici o di centro storico. La detrazione copre pannelli, sistemi di accumulo, potenziamenti e tutte le spese accessorie.

Richiedono invece la CILA: spostamento di tramezzi, cambio di destinazione d’uso dei locali, realizzazione di nuovi bagni

La regola del principio di cassa: conta quando si paga

Per beneficiare dell’aliquota del 50% è fondamentale rispettare il principio di cassa: la detrazione si applica in base alle regole vigenti nell’anno in cui si sostiene effettivamente la spesa. La data di riferimento è quella del pagamento, non dell’emissione della fattura o del completamento dei lavori.

In pratica per non perdere il massimo beneficio chi ha la possibilità finanziaria dovrebbe concentrare tutti i pagamenti nel 2025, anche se i lavori termineranno nel 2026. Se invece si pagano fatture emesse nel 2025 ma il bonifico si fa dopo il 31 dicembre la detrazione viene automaticamente ridotta al 36% in quanto si applicano le regole in vigore al momento del pagamento delle spese.

Sempre obbligatorio il bonifico dedicato alle ristrutturazioni, utilizzando i modelli messi a disposizione da banche e Poste spa, con l’indicazione della partita IVA del beneficiario e i riferimenti di legge. 

Occhio al tetto dei 75.000 euro di reddito

Peraltro chi ha redditi al di sopra dei 75.000 euro deve considerare che anche il Bonus Casa rientra nel taglio della detrazione. Quindi se la spesa è elevata e va concentrata entro l’anno, in caso di appartamento cointestato conviene verificare la possibilità di suddividere le fatture con l’altro proprietario per evitare di perdere parte dell’agevolazione.

Addio anche al Bonus Mobili a partire dal prossimo anno

Ancora fino al 31 dicembre, poi, chi realizza interventi di ristrutturazione può accedere anche al Bonus Mobili, con detrazione Irpef del 50% spalmata in dieci anni. Il limite di spesa è fissato a 5.000 euro per appartamento, consentendo un risparmio fiscale massimo di 2.500 euro. Anche questa agevolazione è in scadenza, e non ci sono indicazioni sul suo possibile rinnovo.

Tra i mobili agevolabili: letti, armadi, tavoli, sedie, divani, librerie, materassi e apparecchi di illuminazione. Esclusi porte, pavimenti e tende. Il bonus spetta solo a chi gode della detrazione per ristrutturazione. In questo caso non importa se per la prima o la seconda casa: l’aliquota del bonus mobili è sempre al 50%.
 
Elettrodomestici ammessi: frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, forni, piani a induzione, climatizzatori portatili. Vincolo sulla classe energetica minima: A per i forni, E per lavatrici e lavastoviglie, F per frigoriferi.

Per il Bonus Mobili sono obbligatori i pagamenti tracciabili: bonifico, carta di debito o credito. Vietati contanti e assegni. Per la detrazione servono fattura o scontrino fiscale, ma chi paga con carta può ottenere l’agevolazione anche senza dati fiscali sullo scontrino, purché dimostri l’acquisto con l’estratto conto.
 
La data di inizio lavori, attestata da CILA o autocertificazione, deve sempre precedere l’acquisto degli arredi per poter accedere al bonus.

Strategia per massimizzare il vantaggio

Chi ha programmato interventi di ristrutturazione deve agire rapidamente per sfruttare gli ultimi mesi dell’aliquota al 50%. La strategia più efficace prevede:

  • concentrare tutti i pagamenti entro il 31 dicembre 2025;
  • utilizzare esclusivamente bonifici parlanti con causale corretta;
  • completare eventualmente l’arredamento con il Bonus Mobili;
  • valutare l’installazione di impianti fotovoltaici, che rientrano nella detrazione.

Il 2025 rappresenta quindi l’ultima opportunità per accedere alla detrazione più generosa prima del taglio strutturale che renderà meno conveniente investire nelle proprie abitazioni.

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Lisa De Simone

Esperta in materia legislativa, si occupa di disposizioni normative e di giurisprudenza di interesse per il cittadino. Collabora da anni con Maggioli Editore, curando alcune rubriche on line di informazione quotidiana con particolare attenzione alle sentenze della Corte di Cassaz…Continua a leggere

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