Nella Circolare NTC, pubblicata in Gazzetta Ufficiale ieri (clicca per il testo), un capitolo importante è quello dedicato alla progettazione contro le azioni sismiche. Si tratta di un capitolo trasversale rispetto alle diverse costruzioni. È importante perché tra le altre cose vengono forniti i criteri generali della progettazione e della modellazione delle strutture.
Da questo punto di vista sono alcune novità di tipo concettuale. Per la progettazione di nuove opere, la circolare “parla” al progettista e gli suggerisce i provvedimenti che deve adottare in caso di terremoti. La circolare segnala, all’inzio del del Capitolo c.7 “Progettazione per azioni sismiche”, la scomparsa dei riferimenti alla zonazione sismica.
Carlea sostiene che una delle novità di questo approccio consista nella previsione di “una strategia progettuale basata su livelli crescenti dell’azione sismica e dei danni corrispondenti, cioè la sollecitazione sismica si incrementa. Questo serve anche nei casi in cui ci sia stata in precedenza una sollecitazione sismica che ha già indebolito la struttura. Cioè quello che è successo a Norcia quando è crollata la basilica di San Benedetto: la prima scossa di agosto ha indebolito la struttura, allentando i tiranti, la seconda sollecitazione ha trovato una struttura labile.
Al posto della zonazione entrano in gioco quindi:
– l’indicazione dei livelli di accelerazione agS, attesa allo Slv (stato limite di salvaguardia della vita)
– la distinzione tra progettazione in capacità (approccio concettuale con cui si persegue la duttilità) e gerarchia delle resistenze (strumento operativo impiegato per ottenerla);
– la sistematica adozione di tavole sinottiche di riepilogo dei diversi coefficienti, per facilitare i confronti sistematici tra le diverse tipologie e i diversi stati limite.
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Pietro Salomone | 2018 Maggioli Editore
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