Per il Decreto Crescita e Sviluppo il governo ha incassato la fiducia alla Camera: vanno avanti Piano Città e progetti di riqualificazione urbana, Decreto Infrastrutture, detrazione 55% per riqualificazione energetica, incentivi al 50% per le spese di ristrutturazione, novità per lo sportello unico dell’edilizia, proroga del Sistri, fondi per la ricostruzione post terremoto in Emilia, misure fiscali per i project bond, tariffe minime per prestazioni professionali, locazioni di fabbricati abitativi soggette a Iva, procedure più veloci per la realizzazione delle infrastrutture energetiche, limitazioni per l’export.
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Via, in particolare, anche al piano del Governo per il Social Housing e per la riqualificazione urbana delle aree degradate, lanciato dal Decreto sviluppo e Crescita (articolo 12 del dl 83/2012): si tratta del cosiddetto Piano Città.
Su proposta del Ministero delle infrastrutture, il Presidente del Consiglio Monti ha firmato il dpcm che elimina il tetto del 40% alla partecipazione del Fondo investimento ai fondi locali per il social housing. Tale limite era stato fissato da Berlusconi (dpcm 16 luglio 2009 che attuava il dl 112/2008) e aveva lo scopo di incentivare la partecipazione di investimenti privati ai fondi locali pubblici di Social Housing. L’operazione ha funzionato molto lentamente: il fondo ha messo a disposizione 2 miliardi di euro e solo 178 milioni sono stati investiti in via definitiva. L’obiettivo di Monti e del vice-ministro alle infrastrutture Ciaccia, padre del Piano città, è quello di rendere più flessibile il fondo, fermo restando l’intento di investire in operazioni remunerative (con un tasso del 3% minimo).
Il decreto ministeriale di attuazione del Piano Città slitta di qualche giorno: è opportuno, secondo il Ministero delle infrastrutture, aspettare la conversione in legge del Ddecreto Sviluppo e Crescita.
Tra il 5 e il 10 agosto dovremmo quindi avere le regole per il Piano Città.
Una regola è già stata stabilita: per la presentazione dei progetti dei Comuni tutta la documentazione dovra essere inviata entro e non oltre il 25 settembre.
Quindi, il Piano Città si farà, è solo questione di tempo. Del resto, è l’Europa che ce lo chiede e ce lo insegna: è necessario occuparsi di progettazione urbana per incidere sugli aspetti strutturali e sul territorio, con ricadute positive sulla società e sull’economia. Città come Bilbao, Lione, Copenhagen, Amburgo, Londra, Berlino, Madrid e Barcellona hanno approvato progetti di illustri studi di progettazione per la riqualificazione, tra i quali MVRDV, Herzog e De Meuron, Renzo Piano e Philippe Stark. Si tratta di progetti di rigenerazione di aree dismesse, di veri e propri investimenti sulla sostenibilità realizzati con tecnologie costruttive d’avanguardia.
Sono, questi, modelli da studiare, non da copiare, perché contengono tutti gli ingredienti utili da adattare per la riqualificazione:
– partnership pubblico-privato;
– sperimentazione progettuale;
– integrazione ambientale ed economica.
Leggi il testo del Decreto Crescita e Sviluppo che ha ricevuto la fiducia alla Camera.
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