Sottotetti, nuove disposizioni per il recupero a fini abitativi

Il Veneto si fa avanti con una nuova legge regionale: tra le novità principali è che sono state diminuite le altezze per rendere abitabili le mansarde. Ecco un approfondimento (utile non solo per i veneti…)

Approvata dal Consiglio Regionale del Veneto la nuova Legge che consente il recupero a fini abitativi dei sottotetti. Si tratta di un aggiornamento della “vecchia” Legge Regionale del 6 aprile 1999, n. 12.

L’obiettivo principale è quello di contenere il consumo di suolo attraverso un più efficace riutilizzo dei volumi esistenti e la valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, favorendo la messa in opera di interventi tecnologici per il contenimento dei consumi energetici, nel rispetto delle caratteristiche tipologiche e morfologiche degli edifici nonché delle prescrizioni igienico-sanitarie riguardanti le condizioni di abitabilità.

Sono parecchie le “concessioni” per rendere abitabili gli attuali sottotetti. Vediamo i dettagli di questa legge e utili prescrizioni per gli amanti delle mansarde.

Sottotetti, nuove disposizioni per il recupero a fini abitativi

Secondo il relatore della norma Massimo Barison “la legge dà la possibilità di fare la stanza in più per le necessità di famiglia, recuperando spazi esistenti che finora potevano essere destinati solo a deposito e disbrigo.”

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La novità principale di questa nuova norma è che sono state diminuite le altezze per rendere abitabili le mansarde. Questa decisione renderà abitabili molto più sottotetti degli attuali in Regione.

Il nuovo testo abbassa l’altezza minima prescritta a 1,60 metri in pianura e a 1,40 in montagna; nella Legge del 1999 i limiti erano stati invece messi rispettivamente a 1,80 e 1,60 metri.

Invariata invece l’altezza media delle mansarde da regolarizzare: 2,40 metri in pianura e 2,20 in montagna e per i locali adibiti a servizi, come corridoi, disimpegni, ripostigli e bagni. Gli eventuali spazi di altezza inferiore ai minimi devono essere chiusi mediante opere murarie o arredi fissi e ne può essere consentito l’uso solo come spazio di servizio destinato a guardaroba e a ripostiglio.

Quali i limiti applicativi?

Dovranno essere sottotetti a risparmio energetico e non potranno diventare immobili indipendenti.

In pratica si possono recuperare sottotetti e soffitte anche molto “basse”, ma potranno essere usate solo come ampliamento di case esistenti, non potranno diventare nuove unità abitative. Inoltre, «i progetti di recupero devono prevedere idonee opere di isolamento termico anche ai fini del contenimento di consumi energetici». Quindi non si tratta di un semplice restauro per riqualificare la vecchia soffitta e trasformarla in una o più stanze accoglienti, si devono prevedere dei lavori di isolamento per migliorare le prestazioni energetiche di quella nuova area della casa.

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Attenzione alla luminosità

I sottotetti per diventare abitabili dovranno rispettare anche dei requisiti minimi di luminosità: basterà eventualmente aggiungere finestre per tetti.

Le soffitte a norma con i nuovi requisiti, diventeranno abitabili a tutti gli effetti. L’unico vincolo resterebbe quello dell’adeguamento locale dei Comuni, che avranno 120 giorni per adottarli.

Quali permessi servono per la procedura?

Sarà necessario presentare all’ufficio tecnico del Comune una Segnalazione certificata di inizio attività (Scia) e pagare «un contributo commisurato agli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria ed al costo di costruzione».

Ogni Comune potrà deliberare l’eventuale applicazione di una maggiorazione degli oneri, per un importo che potrà arrivare fino al 20% del contributo di costruzione, «da destinare obbligatoriamente alla realizzazione di interventi di riqualificazione urbana, di arredo urbano e di valorizzazione del patrimonio comunale di edilizia residenziale».

>> Scarica la nuova LEGGE REGIONALE 23 dicembre 2019, n. 51 del Veneto

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