Le NTC 2018 hanno cambiato alcune cose, in particolare per quanto riguarda l’esistente. Le novità potrebbero avere conseguenze negative per i professionisti e le pubbliche amministrazioni. Vediamo in dettagli quali sono i problemi.
NTC 2018: errori per gli appalti
Per i committenti degli appalti già avviati, la nuova impostazione creerà, se retroattiva, un aggravio non previsto con le precedenti NTC 2008: si creeranno contenziosi tra le parti? Probabile. Nella partecipazione alle gare pubbliche, poi, si potrebbero far operare solo pochi operatori, pur essendocene migliaia rispondenti ai requisiti di partecipazione: si troverebbero automaticamente tutti esclusi per sola precisa indicazione di possibilità di prelievo in situ limitata ai laboratori. Questa svista (ripetuta anche nella nota del CSLLPP) blocca il mercato. Le conseguenze? Più costi, tempi più lunghi, risultati non sicuri. Tutto il contrario degli intenti NTC 2018.
L’obbligo, per il prelievo del calcestruzzo in situ possibile solo a cura dei laboratori, non c’è per nessun altro materiali e tipologia costruttiva. L’imposizione quindi è contraddittoria visto che le nuove NTC 2018 si prefiggono di salvaguardare lo stesso livello di conoscenza e di sicurezza per tutte le tipologie costruttive.
NTC 218: le conseguenze degli errori
Tutto questo condurrà a contenziosi per i contratti in corso affidati secondo le previgenti norme 2008: la nota 3187 del 21 marzo 2018 del C.S.LL.PP ha complicato la questione specificando che se i campioni non sono prelevati dai laboratori non possono essere accettati ai fini dell’attività di certificazione ufficiale del Laboratori.
Il Comitato per la Diagnostica delle Costruzioni e dei Beni Culturali, che riunisce società e professionisti, esperti e specializzati in diagnostica e verifiche di sicurezza sull’esistente, si sta muovendo per far correggere gli errori: si va verso il ricorso al TAR.
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