I professionisti e le imprese dell’edilizia scenderanno in piazza domani per chiedere a gran voce al Governo un rapido intervento che aiuti il settore ad uscire dalla crisi.
L’iniziativa D-Day,organizzata dall’Ance, si occuperà in particolar modo dei mancati pagamenti da parte delle p.a. alle imprese con un’iniziativa di recupero crediti delle aziende verso le amministrazioni in debito.
Dalle 10.30 alle 13.00, nello spazio esterno di via Guattani, il Presidente di Ance e Federcostruzioni Paolo Buzzetti illustrerà i dati di questa grande operazione di recupero crediti che riguarda oltre 80 settori industriali legati al mondo delle costruzioni.
Previsti gli interventi di Anci, Upi , Consiglio nazionale degli architetti, rappresentanti delle altre organizzazioni datoriali dell’edilizia e di esponenti del mondo delle istituzioni,della politica e del mondo professionale che sostengono questa iniziativa.
“Il tempo e` scaduto, non è più tollerabile uno Stato che si comporta in maniera ingiusta nei confronti di imprese e cittadini.
Per questo motivo abbiamo deciso il 15 maggio di fare tutti insieme come filiera delle costruzioni, imprenditori, artigiani e professionisti, una grande protesta”, ha dichiarato il Presidente dell`Ance, Paolo Buzzetti, al convegno nazionale dei Giovani imprenditori edili, plaudendo la loro iniziativa di chiedere al Governo un deciso cambio di passo e riforme strutturali per rimettere in piedi il settore e il Paese.
“L`edilizia e` il settore che sta messo peggio e bisogna avere il coraggio di dire che la politica economica sta andando nella direzione sbagliata: si sono decise solo tasse, non si puo` pensare di mettere a posto i conti rischiando di fermare l`economia. Sono state ridotte della meta` le disponibilita` per le infrastrutture e, peggio ancora, la casa e` stata la vera patrimoniale”.
Dopo l’adesione annunciata da parte del Cnappc, vedi anche “Pagamenti delle PA, gli architetti non tollerano più i ritardi“, anche l’Aniem ha deciso di scendere in campo.
“Non potrà esserci nessuna ripresa economica né misura valida di sostegno al sistema produttivo nazionale senza la garanzia di avere il corrispettivo nella quantità e nei tempi pattuiti ” afferma il Presidente di Aniem Dino Piacentini. E aggiunge: “Non siamo più di fronte ad un ritardo dei pagamenti, che sarebbe già di per sé grave ed inammissibile: Siamo alle prese con un sistema economico inefficace e squilibrato non fondato su reciproche obbligazioni“.
“La realtà già drammatica degli ultimi anni è ora intollerabile in presenza di una contrazione dei mercati che sta portando al collasso un settore trainante per l’intera economia e che, come noto, è strutturalmente connotato da piccole e medie imprese che sulla rimuneratività dei lavori eseguiti fondano la loro capacità di essere competitivi.
“La spesa pubblica per investimenti sia centrale che locale – conclude Piacentini – non può rinunciare all’edilizia e alle infrastrutture. Prima ne prendiamo atto e prima ci rimbocchiamo le maniche. L’apparato statale deve spendere meno e arrivare a tagliare i costi superflui. Possiamo uscire da questa disastrosa situazione solo con un patto di solidarietà nazionale facendo insieme le riforme strutturali”.
L’attuale ritardo/blocco dei pagamenti configura un dissesto finanziario del sistema imprenditoriale sul quale Aniem chiede a tutte le Istituzioni un intervento immediato e responsabile”.
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