Incendio di Pomezia alla Eco X, cosa bisogna fare adesso?

Ecco come procedere adesso: analisi del terreno e della quantità di materiali usati, verifica dell’Autorizzazione Integrata Ambientale

Lo stabilimento della Eco X di Pomezia colpito dall’incendio era adibito alla lavorazione di rifiuti da imballaggio, carta, plastica e legno. Proprio dal tipo di lavorazione e di materiali dipendono i tempi lunghi per spegnere le fiamme. L’incendio di Pomezia alla Eco X è un disastro ambientale annunciato ed evitabile.

Qualità dell’Aria

La “Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio 2008/50/CE, del 21 maggio 2008, relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa”, ha abrogato il quadro normativo preesistente ed ha incorporato gli sviluppi in campo scientifico e sanitario e le esperienze più recenti degli Stati membri nella lotta contro l’inquinamento atmosferico, con questo radicale aggiornamento del quadro normativo l’azione comunitaria si è orientata in due direzioni: una l’individuazione di limiti di concentrazione per i diversi inquinanti, orientati alla protezione della salute umana e degli ecosistemi, e dall’altro la messa a punto di un programma di controllo e gestione del territorio che consenta una più efficace visione delle criticità e delle strategie di intervento da adottare

La Direttiva, quindi:

  • fissa limiti e obiettivi concernenti la qualità dell’aria ambiente;
  • stabilisce metodi e sistemi comuni di valutazione della qualità dell’aria;
  • stabilisce gli strumenti di diffusione delle informazioni sulla qualità dell’aria.

Nello specifico la Direttiva intende «evitare, prevenire o ridurre le emissioni di inquinanti atmosferici nocivi e definire adeguati obiettivi per la qualità dell’aria ambiente», ai fini della tutela della salute umana e dell’ambiente nel suo complesso. Si tratta di combattere «alla fonte» l’emissione di inquinanti e di definire misure più efficaci a livello locale, nazionale e comunitario. Ha, inoltre, lo scopo di valutare la qualità dell’aria ambiente negli Stati membri sulla base di metodi e criteri comuni, nonché ottenere informazioni per contribuire alla lotta contro l’inquinamento dell’aria e gli effetti nocivi e per monitorare le tendenze a lungo termine e i miglioramenti ottenuti con l’applicazione delle misure nazionali e comunitarie.

In Italia la Direttiva 2008/50/CE è stata recepita con il Decreto Legislativo 13 Agosto 2010, n. 155, modificato, poi, nel 2012 con il D. Lgs. n. 250. Tale Decreto costituisce un testo unico sulla qualità dell’aria, andando a comprendere anche i contenuti del D. Lgs. 152/2007.

Nella tabella che segue si riportano i valori limite o obiettivo definiti dal D. Lgs. 155/2010 per gli inquinanti normati ai fini della protezione della salute umana:

Inquinante Concentra-zione Periodo di mediazione Entrata in vigore Superamenti annui permessi
PM2.5 25 µg/m3 1 anno 01/01/2015
SO2 350 µg/m3 1 ora 01/01/2005 24
125 µg/m3 24 ore 01/01/2005 3
NO2 200 µg/m3 1 ora 01/01/2010 18
40 µg/m3 1 anno 01/01/2010
PM10 50 µg/m3 24 ore 01/01/2005 35
40 µg/m3 1 anno 01/01/2005
Piombo 0.5 µg/m3 1 anno 01/01/2005
CO 10 mg/m3 Massimo giornaliero su media mobile 8 ore 01/01/2005
Benzene 5 µg/m3 1 anno 01/01/2010
Ozono 120 µg/m3 Massimo giornaliero su media mobile 8 ore 01/01/2010 25 su una media di 3 anni
Arsenico (As) 6 ng/m3 1 anno 31/12/2012
Cadmio (Cd) 5 ng/m3 1 anno 31/12/2012
Nichel (Ni) 20 ng/m3 1 anno 31/12/2012
Benzo(a)-pirene 1 ng/m3 1 anno 31/12/2012

 

Il Decreto 155/2010 individua quattro fasi fondamentali:

  • la zonizzazione del territorio in base a densità emissiva, caratteristiche orografiche e meteo-climatiche, grado di urbanizzazione;
  • la rilevazione e il monitoraggio del livello di inquinamento atmosferico;
  • l’adozione, in caso di superamento dei valori limite, di misure di intervento sulle sorgenti di emissione;
  • il miglioramento generale della qualità dell’aria.

Il D.Lgs. 155/10 stabilisce:

  • i valori limite per le concentrazioni nell’aria ambiente di biossido di zolfo, biossido di azoto, benzene, monossido di carbonio, piombo e PM10;
  • le soglie di allarme per le concentrazioni nell’aria ambiente di biossido di zolfo e biossido di azoto e ozono;
  • la soglia di informazione, valori obiettivo e obiettivi a lungo termine per l’ozono;
  • il valore limite e il valore obiettivo per il PM2.5;
  • i valori obiettivo per le concentrazioni nell’aria ambiente di arsenico, cadmio, nichel e benzo(a)pirene, idrocarburi policiclici aromatici.

In tema di pianificazione e programmazione, il D. Lgs. 155/10 disciplina le attività che necessariamente devono essere sviluppate per consentire il raggiungimento dei valori limite e il perseguimento dei valori obiettivo di qualità dell’aria. Il Decreto prevede che i Piani debbano agire sull’insieme delle principali sorgenti di emissione, ovunque ubicate, aventi influenza sulle aree di superamento, senza l’obbligo di estendersi all’intero territorio della zona o agglomerato, né di limitarsi a tale territorio.

Il monitoraggio della qualità dell’aria disciplina un quadro unitario per la valutazione della qualità dell’aria, fissando gli obiettivi di qualità dell’aria per garantire un adeguato livello di protezione della salute umana e degli ecosistemi. La valutazione della qualità dell’aria ambiente è fondata su una rete di misura e su un programma di valutazione (PdV). La rete di misura consiste in un sistema di stazioni fisse (cabine di monitoraggio), il cui numero deve garantire una sufficiente copertura dei dati su tutto il territorio regionale ed è previsto nel PdV.

Le cabine di monitoraggio sono classificate in base al tipo di zona: urbana, suburbana e rurale, ed in base al tipo di stazione: da traffico, industriale e di fondo (background). I siti fissi di campionamento urbani sono quelli inseriti in aree prevalentemente edificate; i siti fissi di campionamento suburbani sono quelli inseriti in aree sia edificate che non urbanizzate. I siti fissi di campionamento rurali sono quelli inseriti in tutte le aree diverse da quelle precedenti; il sito fisso si definisce rurale remoto se é localizzato ad una distanza maggiore di 50 km dalle fonti di emissione.

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Incendio di Pomezia, cos’è successo alla ECO X

Le attività messe in campo dall’ARPA Lazio:

  • Installazione di campionatori;
  • Analisi dati della rete di monitoraggio e integrazione della rete stessa;
  • Sviluppo della simulazione di ricaduta mediante modelli.

Nella seguente tabella si riportano i risultati ad oggi disponibili relativi alle concentrazioni medie di PM10:

Incendio di Pomezia alla Eco X, cosa bisogna fare adesso? cinquina1
Fonte: Dati ARPA 16/05/2017- Dr. Marco Lupo

I dati evidenziano un valore estremamente elevato nella giornata 07/05/2017, cioè 373 µg/m3. I dati fino al 14 maggio 2017 confermano che le concentrazioni di PM10 stanno tornando ai valori caratteristici stagionali della qualità dell’aria anche nelle immediate vicinanze dell’incendio. Nella seguente tabella sono stati presentati i dati della rete regionale di monitoraggio PM10:

Incendio di Pomezia alla Eco X, cosa bisogna fare adesso? cinquina2
Fonte: Dati ARPA 16/05/2017- Dr. Marco Lupo

Nella tabella seguente vengono riportati i dati ottenuti nei campionatori installati nei pressi dell’incendio:

Incendio di Pomezia alla Eco X, cosa bisogna fare adesso? cinquina3
Fonte: Dati ARPA 16/05/2017- Dr. Marco Lupo

La concentrazione di benzo(a)pirene, l’unico idrocarburo policiclico aromatico (IPA) normato, è di parecchio superiore al valore limite annuale pari a 1 ng/m3 nella giornata 5-6/5/2017, poi va normalizzandosi.

Le concentrazioni di policlorobifenili (PCB), per i quali non è stabilita una concentrazione di riferimento, sono risultate sensibilmente superiori a quelle rilevate normalmente in aria ambiente.

Le concentrazioni di diossine e furani, per le quali l’OMS ha indicato come riferimento indicativo per ambienti urbani un valore di 0,1 pg/m3, sono risultate estremamente più elevate del suddetto valore, presumibilmente a causa dell’entità e del materiale combusto durante l’incendio.

Nella tabella seguente sono riportati nei campionatori installati nei pressi dell’ incendio riguardo ai solventi:

Incendio di Pomezia alla Eco X, cosa bisogna fare adesso? cinquina4
Fonte: Dati ARPA 16/05/2017- Dr. Marco Lupo

Incendio a Pomezia: divieti e raccomandazioni

In base alle indicazioni della Asl Roma 6 restano validi i seguenti divieti e raccomandazioni:

1) Il divieto nel raggio di Km 5 dal luogo dell’evento:

  • della raccolta, della vendita e del consumo di prodotti ortofrutticoli coltivati;
  • del pascolo degli animali;
  • dell’utilizzo di foraggi per alimentazione animale provenienti dall’area interessata ed eventualmente esposti alla ricaduta da combustione;
  • di provvedere al mantenimento degli animali da cortile al chiuso, evitando il razzolamento.

2) I prodotti ortofrutticoli derivanti dalla coltivazione nei terreni posti al di fuori della predetta area ma in zone immediatamente prospicienti, dovranno essere sottoposti prima della consumazione ad accurato lavaggio in acqua corrente e potabile.
3) In tutti gli edifici di comune uso personale, familiare o di lavoro, ricadenti in un raggio di 100 mt. l’allontanamento dei residenti.
4) Il lavaggio esclusivamente con acqua delle superfici esterne ed oggetto di accumulo di polveri evitando getti che possano rimettere in circolo le medesime.
5) Per impianti di condizionamento o areazione forzata, la sostituzione/manutenzione dei filtri e il lavaggio delle condotte.

Nella tabella seguente la ASL di Roma 6 e l’ Istituto Zooprolifattico Sperimentale del Lazio e della Toscana si riportano i campionamenti di vegetali:

Incendio di Pomezia alla Eco X, cosa bisogna fare adesso? cinquina5
Fonte: Dati ARPA 16/05/2017- Dr. Marco Lupo

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Conclusioni: cosa bisogna fare adesso?

Bisognerà vedere le quantità di materiali autorizzati nell’impianto e verificare se il tetto sia stato rispettato, nonostante si tratti di un impianto regionale. Biosgnerà verificare se sia stata rispettata l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) con le Linee Guida per l’individuazione delle Migliori Tecniche Disponibili per gli impianti di trattamento chimico fisico dei rifiuti solidi. Bisognerà fare le analisi sul terreno e misurarne l’ eventuale grado di contaminazione in modo da poter procedere con eventuali di messa in sicurezza e, se necessario, la bonifica.

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Patrizia Cinquina

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