È ormai sempre più frequente, per un operatore dell’edilizia (sia esso progettista, costruttore o capomastro) o per un amministratore pubblico, dover affrontare progetti di recupero edilizio, intervenendo quindi su edifici esistenti, spesso anche con valenze culturali e architettoniche di rilievo.
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Quello che spesso accade, però, è che la sovrapposizione di interventi realizzati nel corso di molti anni abbia portato ad una confusione di stili e soluzioni architettoniche. A queste difficoltà di lettura si aggiungono spesso poi problemi dovuti alla scarsa manutenzione, al degrado o addirittura all’abbandono.
Decidere come attuare un recupero corretto, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista culturale, è quindi molto complesso.
Recupero Edilizio, i problemi da affrontare
“Come riconoscere? Come intervenire? Con quali tecniche? Cosa tenere e cosa demolire? Cosa valorizzare?”: sono queste le principali domande che si fa l’operatore edile (e/o il decisore pubblico) quando deve affrontare questi problemi.
E poi: “Conviene recuperare? L’edificio si presta a quel tipo di intervento? O sono soldi sprecati in quanto le caratteristiche tipologiche non consentono il recupero per quella determinata destinazione d’uso?”.
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Per essere certi di giungere alle risposte corrette, è necessario avere una buona cultura, non solo tecnica, dei modi per intervenire, per scegliere correttamente le migliori soluzioni. In altre parole, poi, è necessario avere una buona conoscenza del “paziente” da curare e delle sue patologie, per poter fornire una diagnosi appropriata e trovare “la cura giusta” per ridare nuova vita a un edificio.
Per approfondire queste tematiche si consiglia il nuovo “Manuale del recupero edilizio”, di Fabrizio Astrua e Riccardo Nelva, uno strumento pratico, snello ed efficace per il recupero di edifici esistenti, che propone tutte le risposte alle problematiche sopra esposte, suggerendo criteri di scelta e intervento e soluzioni tecniche.
Il Manuale, che fornisce anche tutti i riferimenti normativi per gli eventuali approfondimenti, nonché gli opportuni rimandi ai settori specialistici (ad esempio per la diagnostica preventiva, per gli interventi con tecniche innovative quali le fibre di carbonio, per l’uso di materiali speciali per il restauro, ecc.), si divide in quattro parti principali:
- Evoluzione culturale dei concetti di recupero e di restauro conservativo degli edifici
Nei vari capitoli di questa parte si procede all’analisi di come nel tempo si sono modificati i concetti di recupero, di riuso, restauro e risanamento conservativo degli edifici, per poter aiutare il progettista a scegliere i modi più corretti per intervenire. - La conoscenza dell’edificio e dei materiali per il progetto di recupero
In questi capitoli si approfondisce la conoscenza dell’edificio, visto come modello tipologico recante caratteristiche distributive e costruttive tipiche, quindi la conoscenza del “paziente” su cui è necessario intervenire, compresa la conoscenza chimico-fisica dei materiali da costruzione. - Degrado: patologie e metodi di indagine
Nei capitoli di questa parte sono analizzate tutte le patologie e dei metodi di indagine diagnostica. - Tecniche operative per l’intervento: applicazioni ed esempi pratici
In questa parte, la più ampia e approfondita, si esaminano le scelte progettuali, la riqualificazione energetica degli edifici, la protezione dall’acqua e dall’umidità, gli interventi di recupero strutturale negli edifici in muratura, gli interventi di recupero di edifici in c.a. (anche in zona sismica), il problema degli incendi negli interventi di recupero e gli interventi di recupero delle superfici di facciata. Vengono presi ed esaminati casi tipici nelle diverse tipologie costruttive, suggerendo per ognuno la soluzione più appropriata (con valutazioni di calcolo strutturale o spiegazioni di tipo chimico-fisico).
Al fine di evitare l’inserimento di informazioni sovrabbondanti e talvolta superflue, tutti gli esempi vengono illustrati con disegni essenziali (piante, sezioni, particolari costruttivi in assonometria, esplosi, ecc.) disegnati a mano dagli Autori.
Fabrizio Astrua, Professore Associato di Architettura Tecnica, ha operato presso il Politecnico di Torino dove è stato Direttore del Corso di Perfezionamento Post-Laurea “Universal Design: Progettazione multisensoriale e Barriere Architettoniche”. Ammministratore e Direttore Tecnico della FMArchistudio engineering s.r.l., dal 1975 svolge attività professionale nel campo della progettazione architettonica, del recupero edilizio e urbano e dell’accessibilità.
Riccardo Nelva, professore Ordinario di Architettura Tecnica, ha operato presso il Politecnico di Torino dove è stato Coordinatore del Dottorato di Ricerca in “Ingegneria Edile” e Direttore del Dipartimento di Ingegneria dei Sistemi Edilizi e Territoriali.
Nell’immagine, Ribaltamento globale di facciata (Tione). Foto A. G. Da: “Manuale del recupero edilizio”.
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