Perde i pezzi o, quantomeno, efficacia il DDL concorrenza attualmente all’esame della Camera dei deputati. Dopo la valanga di audizioni (circa settanta) da parte di tutte le associazioni e i gruppi di pressione toccati dal disegno di legge, emergono dubbi più che leciti sulla reale portata del dispositivo normativo che, nelle intenzioni, avrebbe dovuto incrementare la concorrenza ma che, all’atto pratico, pare ammiccare all’adagio gattopardesco del “cambiare tutto per non cambiare nulla”.
Tra le novità che stanno prendendo forma, per esempio, c’è quella del dietrofront sulla possibilità di realizzare compravendite di immobili non residenziali e di valore inferiore ai 100.000 euro senza l’ausilio del notaio (e relativa parcella), tramite una semplice scrittura privata con l’autenticazione di un avvocato.
I relatori del disegno di legge, Fregolent e Martella (Partito democratico) hanno proposto lo stralcio di questa norma. Vedremo cosa succederà. Nel frattempo, viene innalzato il numero dei notai che possono esercitare la professione sul territorio nazionale che passano dagli attuali 7.000 a 10.000 unità.
Sempre aperto anche il dibattito sull’articolo 31 del DDL concorrenza, dove abbiamo assistito a un fuoco di fila di polemiche al calor bianco tra OICE e Rete delle professioni tecniche. I primi favorevoli all’accesso delle società di ingegneria e architettura nel mercato privato, i secondi, ovviamente contrari. Come è stato anticipato dal sito Ingegneri.cc, su questo punto è probabile una sorta di compromesso (leggi l’articolo).
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