Proroga degli sfratti ufficialmente arrestata: la comunicazione definitiva arriva dal ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, attraverso una nota ufficiale. Insomma, come è giusto che sia, non verrà reiterata la sterile ed ingiusta pratica (una vera e propria medicina palliativa) delle proroghe o delle mini-proroghe del blocco degli sfratti. Si tutelerà la proprietà attribuendo al contempo congrui “ammortizzatori” agli inquilini tenuti ad abbandonare le abitazioni.
È in questo momento allo studio del ministero una norma idonea a tutelare i nuclei familiari che rientrano in quei casi di sfratto per fine locazione di particolari categorie di inquilini. “Nelle more della effettiva disponibilità delle risorse assegnate ai Comuni per il fondo affitti e destinate per il 25% ai casi di sfratto per fine locazione di particolari categorie di inquilini – spiega Lupi in una nota -, stiamo studiando una norma che tuteli questi nuclei familiari garantendo loro il passaggio da casa a casa”.
La nota si innesta perfettamente all’interno della statuizione contenuta nel Decreto Milleproroghe (approvato lo scorso 24 dicembre e pubblicato in Gazzetta Ufficiale 31 dicembre) che non contiene infatti la proroga al blocco degli sfratti che negli ultimi anni era stata perpetuata. Per approfondire leggi l’articolo Niente proroga al blocco sfratti: due punti di vista sulla questione.
A definire la questione mettendo in evidenza il punto di vista dei proprietari di casa è il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani, che dichiara: “Nessuna proroga degli sfratti: davanti alla palese incostituzionalità di un atto che la prevedesse, il Ministro Lupi si è orientato verso un tipo di provvedimento che viene incontro alle esigenze degli inquilini bisognosi per favorirne il passaggio da casa a casa e, nel contempo, non viola un’altra volta ancora i diritti della proprietà come s’era fatto finora per settant’anni, con trenta provvedimenti di blocco, quasi uno all’anno. Quella che Lupi conduce – conclude il numero uno di Confedilizia – è una battaglia, anzitutto, di civiltà. Una società che non rispetta i contratti privati e li mette alla mercé di chi più grida o inscena manifestazioni, non ha futuro”.
A cura di Marco Brezza
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