Niente proroga al blocco sfratti: due punti di vista sulla questione

Il nuovo anno si apre con una importante novità in materia di casa: il Decreto Milleproroghe, approvato lo scorso 24 dicembre e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il giorno di San Silvestro, non contiene infatti la proroga al blocco degli sfratti che negli ultimi anni era stata perpetuata. Lo slittamento del blocco non è pertanto stato effettuato: le ragioni di tale scelta sono da ricercarsi nella presenza, all’interno dell’ordinamento, delle previsioni del Decreto Casa relative all’incremento dei fondi per affitti e morosità incolpevole, con un importante stanziamento.

Voci di soddisfazione si levano dalle principali associazioni dei proprietari di abitazione: “Il Governo ha posto fine ad una ridicola e accidiosa liturgia, con una decisione che, se confermata anche in futuro e non rovinata dai Prefetti, conseguirà importanti risultati sul piano del ristabilimento della fiducia” afferma in proposito Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia.  “L’inutile ritualità annuale del blocco degli sfratti non è del resto mai servita, mentre saranno di certo necessari gli 849 milioni stanziati all’interno del Decreto Casa per affitti, morosità e alloggi popolari. Quanto ai nuclei familiari con problemi abitativi, l’ultima volta che gli sfratti bloccati li ha contati il Ministero, in un momento in cui nessuna risorsa si trovava per il settore, sono risultati 2889 in tutto, concentrati a Napoli, Roma e Milano, dove i contratti concordati hanno funzionato poco. Allora si parlava non di 30mila famiglie a rischio, ma di oltre 100mila”.

Per rinfrescare la memoria sui principali contenuti del Decreto Casa approvato lo scorso maggio leggi l’articolo Emendamenti Decreto Casa, tutte le novità in edilizia.

Anche il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici, ha fatto la sentire la sua voce con riferimento al tema della mancata proroga al blocco degli sfratti: “La mancata proroga può esser letta come un segnale positivo dato dal Governo, che mira alla riconduzione alla naturale disciplina civilistica del rapporto di locazione, eliminando all’interno dello stesso forzature dovute all’interferenza di misure autoritative, sia pur introdotte per ragioni sociali”. Secondo il rappresentante dell’associazione della proprietà edilizia si tratta a tutti gli effetti di “un primo segnale per ripristinare la fiducia dei risparmiatori investitori nella casa”, non dimenticando di sottolineare il fatto che, corroborando la propria tesi, “spesse volte il contrasto tra proprietario ed inquilino protetto si è risolto in un conflitto tra poveri, essendo il proprietario a sua volta bisognoso. E d’altronde il gravosissimo carico fiscale sugli immobili mal si concilierebbe con il permanere di un vincolo al contratto, foriero di una compressione della redditività dell’immobile stesso”.

Parole di chiarezza cristallina alle quali però si contrappone il parere discordante del sindacato degli inquilini: Aldo Rossi, segretario nazionale del Sunia, ha infatti lanciato l’allarme affermando che “nei prossimi giorni circa 30mila famiglie bisognose che rischiano lo sfratto”.  E da questa parte della barricata di collocano anche alcuni deputati del Movimento 5 Stelle che in un comunicato spiegano che “la decisione del governo Renzi di non prorogare il blocco degli sfratti per finita locazione è odiosa e potenzialmente esplosiva. Bisogna dare una risposta immediata e risolutiva (…). Bisogna intervenire sulla questione sfratti e mettere un freno alla decisione del governo di non prorogare il blocco per finita locazione. Si tratta di una scelta pericolosa e abietta, perché va a colpire ulteriormente famiglie e categorie sociali già gravemente piegate dagli effetti della crisi e dalla mancanza di vere politiche di welfare in questo Paese: la casa è un diritto”.

A cura di Marco Brezza

Redazione Tecnica

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