Revisione Norme tecniche per le costruzioni: rimane il nodo dei materiali

Revisione Norme tecniche per le costruzioni: il percorso di riforma è stato soltanto inaugurato mediante l’approvazione dell’assemblea del Consiglio superiore dei lavori pubblici. Lo scorso 14 novembre l’organo tecnico del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha raggiunto la convergenza sulla proposta che va ad aggiornare le Norme tecniche del 2008 (definite mediante il decreto ministeriale del 14 gennaio 2008).

Ora, secondo indiscrezioni che trapelano da fonti governative, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti si prepara a rimettere tutto in discussione: la struttura dell’aggiornamento, secondo il team di lavoro che fa capo al ministro Maurizio Lupi, possiede coloriture troppo reazionarie, aspetti esageratamente conservatori. Di qui la volontà di rimaneggiare il testo inerente alle nuove Norme tecniche.

Piccolo preambolo: le Norme tecniche per le costruzioni si configurano alla stregua di un testo base per la edificazione di strutture in Italia. Il loro nucleo tematico si struttura attorno alla definizione dei criteri di sicurezza degli edifici e le caratteristiche dei materiali per realizzarli.

Come afferma Giorgio Santilli sul Sole 24 Ore di ieri “il processo di revisione delle Ntc 2008, attualmente in vigore, è partito a fine 2010 ed è andato avanti presso il Consiglio superiore fino al 14 novembre scorso. Dopo un’infinità di rinvii, è arrivato il tanto atteso parere. Nonostante il lavoro di anni, però, quel testo viene giudicato da molti esperti un compromesso al ribasso in diversi passaggi”.

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Nel mirino dei detrattori è stato messo soprattutto il Capitolo 8, inerente al tema dei materiali da usare per le strutture: con le regole attualmente in vigore è infatti molto difficile immettere sul mercato e usare prodotti innovativi, spesso diffusi in tutto il mondo, come le fibre. Proprio questo tema ha acceso il fuoco del dibattito in seno alle professioni.

Due sono le ipotesi di modifica allo studio in questo momento per il comparto dei materiali.
1. Qualificazione dei prodotti per uso strutturale: rispetto al sistema attuale, sono necessari meccanismi di flessibilità al fine di facilitare la diffusione di prodotti innovativi che non sono ancora coperti da una specifica regolamentazione. L’obiettivo è fermare l’emorragia dei produttori che delocalizzano all’estero a causa dei farraginosi meccanismi burocratici.

2. Legno per uso strutturale: il testo appena approvato ha di fatto confermato per questo materiale gli stessi coefficienti di sicurezza delle Norme tecniche del 2008. Tali coefficienti definiscono lo spessore degli elementi portanti (travi e pilastri) e, al momento, nel nostro paese sono più alti che nel resto d’Europa. Un appesantimento che ad alcuni pare non giustificato, soprattutto se letto insieme all’articolo 14 del decreto Sblocca Italia in materia di overdesign: attraverso tale norma il Governo si scaglia proprio le norme italiane che impongono aggravi rispetto ai corrispettivi comunitari. In tale direzione sono pertanto necessari dei chiari passi in avanti, in direzione di una sensibile riduzione dei coefficienti, al fine di allinearsi agli Eurocodici.

Per analizzare gli altri temi collocati all’interno della nuova disciplina leggi l’articolo Norme tecniche per le costruzioni, le 2 novità più rilevanti sul portale Ediliziaurbanistica.it.

Il percorso di modifica delle Norme tecniche ora si appresta ad attraversare un nuovo passaggio: queste dovranno transitare da un decreto del Mit, previo un necessario parere della Conferenza Stato-Regioni e delle commissioni parlamentari competenti. Un anno è il lasso di tempo presumibile entro cui tale passaggio sarà effettuato.

Redazione Tecnica

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