Professionisti, esercizi commerciali e artigiani con un dispositivo POS per accettare i pagamenti tramite moneta elettronica devono mettere a bilancio una spesa annua media variabile dai 25 euro ai 180 euro. Una bella differenza, non c’è che dire!
Ma da cosa dipende questa forchetta? Secondo il Ministero dello sviluppo economico, che ha aperto nelle scorse due settimane di luglio un tavolo di confronto sul tema anche con i rappresentanti della Banca d’Italia e del Ministero delle finanze, dipende dalla tipologia delle apparecchiature prescelte.
Nel corso degli incontri sono stati acquisiti dagli intermediari e dalle loro associazioni dati utili per l’analisi dei costi che esercenti e professionisti devono sostenere per dotarsi di un terminale di accettazione (POS) di carte di debito, mettendosi quindi nella condizione di rispettare il dettato normativo attualmente in vigore. Anche sul nostro quotidiano, a maggio, era stata fatta un’ipotesi dei veri costi da sostenere per rispettare l’obbligo del POS (leggi l’articolo di Antonella Mafrica sui veri costi del POS obbligatorio)
Nei giorni scorsi Confprofessioni ha siglato un accordo con la Banca di Vicenza per consentire l’installazione del dispositivo POS a costo zero e senza oneri sulle singole transazioni per un periodo di 24 mesi (leggi la notizia).
Il tavolo di confronto è stato convocato a seguito dell’entrata in vigore, lo scorso 1° luglio, dell’obbligo per tutti i professionisti (compresi Ingegneri, Architetti, Geometri e Periti Industriali) di accettare pagamenti tramite POS per importi superiori ai 30 euro.
“L’esigenza di promuovere in Italia l’uso di questi sistemi di pagamento”, fa sapere il MISE in una nota per la stampa, “è confermata dall’evidenza che il sistema italiano dei pagamenti si caratterizza per una maggiore incidenza delle transazioni regolate attraverso il contante, ben oltre l’80% del controvalore totale, rispetto agli altri principali Paesi europei, dove non si supera il 60%”.
POS obbligatorio: i costi fissi e i costi variabili
Ecco le conclusioni dell’analisi sui costi per l’installazione del POS obbligatorio, la cui norma, è bene ricordarlo, per ora non prevede alcuna sanzione a carico degli inadempienti.
Il costo fisso per i dispositivi più innovativi, cioè quelli che sfruttano il collegamento internet o tramite rete mobile, è più basso rispetto agli apparecchi tradizionali, collegati alle reti interbancarie dedicate. In termini concreti stiamo parlando di un costo medio mensile tra i 2 e i 5 euro contro i 10-15 euro al mese per i dispositivi più vecchi.
L’onere che in media deve sostenere un esercente o un professionista per dotarsi di un POS è quindi mediamente intorno ai 25-60 euro all’anno nel primo caso e a 120-180 euro nel secondo.
I costi variabili sono, invece, legati al numero e all’ammontare delle transazioni effettuate dalla clientela e dipendono dal tipo di circuito utilizzato.
“Spesso le due componenti di costo (fissa e variabile) sono fra loro collegate”, precisa il comunicato del MISE. “A costi fissi più alti possono essere associati costi variabili più bassi (e viceversa). Su questi costi impattano anche il decreto che regola le commissioni applicate alle transazioni effettuate mediante carte di pagamento (c.d. merchant fee) del 14 febbraio 2014 e gli interventi normativi europei in discussione a Bruxelles, inclusa la proposta di Regolamento comunitario sulle interchange fee degli schemi di carte”.
Il Ministero ha ora in programma altri incontri anche con le associazioni dei professionisti “per favorire una più ampia diffusione dei pagamenti elettronici nel nostro Paese e una corretta ripartizione dei costi e dei relativi benefici tra tutti i soggetti interessati”.
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