Gli interventi per ridurre la vulnerabilità sismica degli edifici storici dovranno essere inseriti nella piattaforma telematica del Ministero dei beni culturali per una maggiore tutela del patrimonio storico edilizio italiano. Per farlo, il MiBACT ha predisposto un allegato tecnico nel quale i progettisti dovranno riportare le informazioni rilevanti per la mitigazione del rischio sismico conseguenti a lavori di manutenzione straordinaria.
Si tratta di una novità importante Ediltecnico ha dedicato un ebook di approfondimento presto disponibile sul suo store online.
A scrivere questo nuovo titolo della collana “Gli ebook di Ediltecnico” sono l’ing. Nicola Mordà, ingegnere strutturista di fama internazionale, e l’arch. Paola Boati.
Abbiamo chiesto all’ing. Mordà di fornirci alcuni chiarimenti sulla circolare 30 aprile 2015, che introduce le novità in tema di vulnerabilità sismica degli edifici storici e sui contenuti dell’ebook.
Ediltecnico. La circolare del 30 aprile 2015 è diventata operativa a partire dal primo settembre. Prima di tutto: si tratta di un obbligo o di una facoltà da parte dei progettisti la compilazione del modulo allegato?
Nicola Mordà. La circolare sulla vulnerabilità sismica degli edifici storici è operativa dal 1° settembre appena trascorso stabilisce che è obbligatorio effettuare la compilazione dell’allegato 1 e inserirla nella piattaforma “Community Mibac” da parte delle Soprintendenze al fine di ottenere una sistematica raccolta di dati sulle vulnerabilità sismiche degli edifici storici.
I progettisti nel caso di interventi di manutenzione straordinaria e di miglioramento sismico sul patrimonio architettonico tutelato, devono completare la documentazione progettuale con l’allegato 1.
È quindi un documentazione essenziale che completa quella di rito e non è possibile derogarvi.
È importate però sottolineare che non è un ulteriore aggravio della pratica; infatti, nella circolare è esplicitamente chiarito che essa rappresenta una sintesi con finalità conoscitive dell’intervento che si esegue, e che può essere limitata alla parte oggetto di interventi, cioè senza dover estendere la raccolta di dati all’intero immobile, anche se, per le finalità che si prefigge, sarebbe coerente ampliare le informazioni al complesso. Ma questo è un tema delicato.
Il MIBAC precisa che essa non costituisce un sostanziale aggravio, essendo i dati già a disposizione dei soggetti interessati.
Concludendo: la risposta è “Si è obbligatorio ottemperare alla circolare predisponendo l’allegato 1 come ulteriore documentazione progettuale”.
Ediltecnico. Qual è, esattamente, lo scopo che si prefigge questa circolare? Secondo lei è uno strumento utile?
Nicola Mordà. La circolare si raccorda con la direttiva del P.C.M. del 9 febbraio 2011 che ha la finalità di “valutazione e riduzione del rischio sismico del patrimonio culturale”. Ecco la circolare si incanala in tale filone.
È manifesto lo scopo dato alla circolare: il patrimonio culturale deve essere tutelato rispetto all’azione sismica e per far ciò il Ministero intende individuare un percorso “culturale prima […] che tecnico” con lo scopo sensibilizzare i soggetti interessati sulla problematica.
Riteniamo che ciò sia dovuto anche alla riclassificazione sismica del territorio, che ha “messo in crisi” per così dire, molte zone dove il sisma non era un’azione ambientale.
Una cosa che è importante sottolineare, e che si inquadra con quello che ho appena detto, è l’effetto della “somma” di interventi locali.
Ediltecnico. Cosa intende esattamente?
Nicola Mordà. Per esperienza diretta ho potuto prendere atto che spesso si interviene in modo scoordinato sulle murature, soprattutto in edifici privati, con sbrecciature e vani.
Ecco, su tale punto nei vari convegni svolti, è stato posto l’accento sul fatto che le murature non portano solo i pesi ma anche le forze orizzontali, tra cui il sisma. Quindi per “regola dell’arte sismica”, diciamo così, devono avere una certa continuità in verticale. Cosa che purtroppo, mascherata da una sequenza di interventi locali, viene violata.
Difatti, nella circolare ciò è indirizzato, oltre a porre l’accento su elementi che possono apparire non portanti ma in realtà vengono cimentati dal sisma.
Pertanto giudichiamo assolutamente utile per tutti, noi tecnici compresi, tale strumento contestualizzato in un percorso di diffusione culturale,
Ediltecnico. A breve uscirà un suo ebook, in collaborazione con l’arch. Boati, sull’argomento. Si tratta di una guida alla compilazione? Perché a suo parere sarebbe utile leggere questa sua nuova pubblicazione?
Nicola Mordà. L’allegato 1 è un modulo con delle caselle da compilare. Ora, considerati gli scopi sottesi, riteniamo utile fornire uno strumento, generale ed agile, finalizzato strettamente a tale allegato, per poter valutare su una base tecnica le richieste del modulo, soprattutto la parte B, cercando di dare delle indicazioni concettuali per poter scegliere in modo ponderato la “casella da barrare”. E ciò sarà utile, intanto a noi stessi, per sistematizzare la mole di documentazione e di studi fatti, per i colleghi progettisti degli interventi, per gli stessi motivi, e per le soprintendenze per avere un riferimento omogeneo di confronto coi progettisti.
Il tema della tutela e valorizzazione del patrimonio architettonico è un tema importante per l’intero Paese. Per noi, come ufficio, riveste anche un ruolo prioritario. Su tale aspetto, con la collega arch. Boati, stiamo portando avanti alcuni filoni di studio proprio inerenti la conservazione e valorizzazione del patrimonio storico costruito. Sempre più, infatti, l’approccio progettuale su beni storici vincolati, deve tenere conto di tutte le caratteristiche costruttive e tipologiche che l’edificio presenta, partendo dalla realizzazione di un completo progetto di conoscenza, fino a giungere a un adeguato e mirato progetto di recupero o rifunzionalizzazione, non dimenticando le “buone pratiche” di manutenzione che dovrebbero normalmente essere eseguite sugli edifici al fine di aumentarne la vita utile.
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