Conversione Decreto Superbonus: nessuna modifica ma spiraglio per chi ha usato la detrazione

Superbonus senza proroghe e senza altre novità. Tuttavia non è escluso un nuovo intervento in favore dei contribuenti che hanno scelto la via della detrazione invece che dello sconto in fattura

Lisa De Simone 21/02/24
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Superbonus senza proroghe e senza altre novità. Approvato dal Senato il disegno di legge di conversione del decreto 212 così com’è stato scritto dal governo.

Non ci sarà quindi né la possibilità di un Sal straordinario per salvare le spese di fine anno rimaste fuori dal Sal già presentato, né più tempo per chiudere i lavori. La sottosegretaria Sandra Savino ha confermato infatti anche a Palazzo Madama che il governo non accetterà nessun emendamento.

Tuttavia non è escluso un nuovo intervento in favore dei contribuenti che hanno scelto la via della detrazione invece che dello sconto in fattura, e che al momento sono esclusi dalla sanatoria se non riescono a chiudere i lavori. Da questo punto di vista è stato  confermato  l’impegno ad affrontare la questione quando saranno resi noti i dati sull’ammontare dei lavori dell’ultimo trimestre del 2023, e sarà quindi possibile fare un bilancio effettivo del costo della misura per lo Stato.

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Indice

Sanatoria se non si chiudono i lavori

Il decreto Superbonus (d.l. 29 dicembre 2023 n. 212) ha introdotto un’eccezione alla regola generale per cui si ha diritto alle detrazioni fiscali per i lavori edilizi solo se questi si concludono e quindi viene realizzato l’intero intervento messo a progetto.

Se il cantiere non si chiude, invece, l’Agenzia delle entrate ha il dovere di recuperare le somme portate in detrazione, o per le quali è stata esercitata l’opzione per sconto in fattura o cessione del credito in quanto la possibilità di esercitare le opzione è legata, appunto, al diritto ad avere la detrazione.

Con il decreto 212 è stata introdotta una vera e propria sanatoria da questo punto di vista per gli interventi di Superbonus, ma solo per parte dei contribuenti. Viene infatti previsto il diritto a mantenere le agevolazioni da parte di chi non riesce a completare i lavori per mancanza di liquidità, e anche se per questo motivo non  è possibile raggiungere il salto di due classi energetiche richieste. La sanatoria, però, riguarda esclsuivamente chi ha scelto lo sconto in fattura o la cessione del credito, non chi ha portato le spese in detrazione per ridurre l’Irpef

Diritto solo per chi ha esercitato le opzioni

Il comma 1 dell’art. 1 del decreto prevede infatti che le detrazioni spettanti per gli interventi di Superbonus per i quali è stata esercitata l’opzione per lo sconto in fattura o cessione del credito d’imposta sulla base di stati di avanzamento dei lavori effettuati fino al 31 dicembre 2023, non sono oggetto di recupero in caso di mancata ultimazione dell’intervento stesso, ancorché tale circostanza comporti il mancato soddisfacimento del requisito del miglioramento di due classi energetiche previsto per usufruire del Superbonus in questione.

Quindi un intervento circoscritto solo ad una parte dei contribuenti, dato che per chi ha scelto l’uso diretto della detrazione ma per qualunque motivo non riesce a chiudere il cantiere non può usufruire della sanatoria.

Una scelta precisa  – aveva spiegato il governo alla Camera – fatta per tutelare in via prioritaria i contribuenti a basso reddito e quindi impossibilitati ad usare la detrazione non avendo capienza nell’imposta.

Niente modifiche ma impegno futuro

Dopo le rimostranze parlamentari, però, si è aperto uno spiraglio in relazione alla possibilità di un nuovo intervento proprio per tutelare chi ha usato la detrazione.

In merito alla platea dei beneficiari – si legge infatti negli atti parlamentari – per quanto riguarda coloro che hanno deciso di fruire direttamente della detrazione relativa al cosiddetto Superbonus, il governo si è impegnato a valutare l’adozione di eventuali iniziative legislative una volta acquisiti i dati finanziari concernenti l’ammontare delle  detrazioni, che potranno verosimilmente essere disponibili nei prossimi mesi di marzo o aprile, ossia dopo la chiusura dei termini per la comunicazione ad ENEA degli interventi effettuati che deve essere inviata entro 90 giorni dalla fine dei lavori. 

I dati rilevati fino a dicembre risultanti dal monitoraggio dell’ENEA per i lavori già conclusi del “Superbonus” si attestano intorno ai 100 miliardi, ma sarà possibile avere i dati aggiornati solo dopo il 31 marzo 2024. Una data che servirà da spartiacque per capire come regolarsi.

Il problema delle spese di fine anno fuori dal Sal

Resta infatti da chiarire cosa accade di eventuali spese effettuate a fine anno per le quali non è stato possibile effettuare la cessione in quanto al di fuori delle percentuali di Stato di avanzamento dei lavori richieste dalla legge (almeno il 30%) per chi dovesse decidere di non concludere i lavori.

Chi ha effettuato sconto e cessione per le altre spese è “salvo” dalla perdita delle agevolazioni, ma per le somme rimaste fiori dal Sal? Visto che il  governo ha ribadito che non ci sarà  nessun Sal straordinario, che fine faranno queste somme? Andranno perdute anche da parte dei soggetti “tutelati”? Oppure una soluzione verrà trovata nel  preannunciato intervento di aprile?

Lisa De Simone

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