Nove persone, di cui sei militari della Capitaneria di Porto e tre civili, persero la vita nella notte del 7 Maggio 2013 nel porto di Genova. Altre 4 rimasero ferite. Alle ore 23.03, la Jolly Nero, motonave della società di navigazione Ignazio Messina & C., durante la manovra di uscita dal porto di Genova urta la Torre Piloti abbattendo sia essa che la palazzina di servizio di fianco.
Secondo la magistratura negligenza, imprudenza e imperizia sono stati i fattori scatenanti: la manovra fu eseguita con un motore solo, vecchio e viziato da inefficienze, azionato in direzione di strutture nelle quali lavoravano molte persone con una velocità eccessiva. Inoltre, il servizio rimorchiatori non era adeguato, le ancore sono state rilasciate in mare in ritardo e, a chiudere il tutto, non è stato lanciato tempestivamente l’allarme a terra.
A distanza di quasi 3 anni da quella notte, l’inchiesta sul crollo della Torre Piloti di Genova riparte con l’apertura di un’indagine bis, con la quale la Procura indaga i due ingegneri progettisti, accusati di omicidio colposo. L’indagine è finalizzata a verificare le responsabilità di chi autorizzò la costruzione, il controllo della qualità della progettazione e dei materiali e l’applicazione della normativa vigente in termini di sicurezza della navigazione, valutando i rischi legati all’attività nella torre e della collocazione della struttura banchina.
“Dalle perizie possiamo constatare come la Torre Piloti era stata costruita in uno spazio limitato a filo di banchina, priva di protezione tramite barriere per bloccare eventuali urti del pilastro-torre. Le enormi gettate di cemento per allargare le banchine, hanno costretto i piloti a cambiare le tradizionali manovre a causa degli spazi ridotti, a scapito della sicurezza. Inoltre, in seguito ad un incidente verificatosi nel 1999, quando una delle palazzine laterali della Torre Pilota venne urtata da una nave, non ci fu un intervento di ripristino della sicurezza: l’evento del 2013 è il risultato di una serie di mancanze e di imprecisioni superficiali”. È il parere di Tommaso Barone, specialista formatore in materia di Sicurezza di ICOTEA C.A.T., istituto di qualificazione professionale riconosciuto e che da oltre 20 anni offre una vasta gamma di corsi di formazione in diversi ambiti, conferendo competenze specializzate, sempre al passo con le evoluzioni normative.
“Fondamentale sarà capire che ruolo ha giocato la Capitaneria, responsabile della sicurezza dei traffici in porto” continua Barone, “per quale motivo autorizzò e confermò la collocazione della torre anche dopo l’incidente del 1999 e in che misura ha applicato le norme vigenti in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro. La normativa alla quale facciamo riferimento è il d.lgs. n.81/2008: anche il settore portuale è regolato e caratterizzato dai concetti standard contenuti nel decreto, quali prevenzione, sicurezza, salute, differenze di ruoli, obblighi e doveri. Tuttavia esso ha le caratteristiche peculiari tipiche di un settore diversificato: ne sono un esempio la differenziazione tra datore di lavoro e committente e la modalità contrattualistica tipica che è di appalto d’opera. Conseguentemente si avrà difficoltà di individuazione dei soggetti responsabili della sicurezza dei lavoratori, e l’elevata rischiosità per la presenza di una pluralità di soggetti operanti in un contesto di impego di manodopera e di mezzi meccanici. Inoltre, il datore di lavoro committente ha obblighi di cooperazione, coordinamento e di controllo, tra i quali la redazione di un Documento unico di Valutazione dei Rischi, i cui requisiti generali sono descritti dall’art. 28 del d.lgs. n. 81/2008 e dall’art. n. 4 del d.lgs. n. 272/1999, in termini di operazioni di manutenzione, riparazione e trasformazione, e quelli indicati dall’art. 38 del medesimo decreto.
Nel settore portuale è fondamentale partire dall’assegnazione dei ruoli a delle figure professionali, tra i quali il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione e l’Addetto per Ponteggiatori/Pontisti, Mulettista e Carrellista, nonché la formazione di ogni singolo lavoratore, allo scopo di fornire strumenti indispensabili al fine di attuare tutte le disposizioni in materia Sicurezza, di Pronto Soccorso e Gestione delle Emergenze”.
È per tali motivi che la qualificazione professionale in materia di sicurezza sul lavoro è particolarmente importante, oltre che obbligatoria.
Tra i suoi percorsi formativi ICOTEA precede corsi specifici in materia. Per maggiori informazioni clicca qui o scrivi a icotea@icotea.it
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