Controlli più mirati (e di conseguenza più efficienti) sul rispetto delle norme per la salute e la sicurezza del lavoro. Per citare solo un dato nel 2013 ben l’88% delle aziende ispezionate dall’INAIL ha riportato irregolarità. L’orizzonte comune della semplificazione e dello snellimento in materia di ispezioni sul lavoro potrebbe generare ottimi risultati già nel futuro immediato.
Negli ultimi anni la “famigerata” spending review non ha risparmiato neanche il delicato settore della vigilanza sulle imprese, che per il lavoro è affidata al Ministero ma anche a INPS e INAIL. Osservando in controluce i dati contenuti nei rapporti di vigilanza del Welfare, in soli cinque anni le imprese sottoposte a ispezione sono calate costantemente passando dalle oltre 300mila del 2009 alle 220mila del 2014: una flessione di oltre il 27%.
Eppure, nonostante il calo, i controlli effettuati rimangono incisivi: nel 2014 il 64% delle aziende ispezionate si sono rivelate irregolari. A orientare le ispezioni verso i settori e le realtà considerate più a rischio è anche la politica dell’ente infortuni verso le certificazioni volontarie, che è uno degli strumenti utilizzati per creare una “scrematura” tra i soggetti da selezionare, mitigando la vigilanza sulle realtà produttive certificate, che hanno già subito le visite dei certificatori.
Per una panoramica generale in materia di sicurezza sul lavoro Maggioli Editore propone il periodico bimestrale Progetto Sicurezza: la rivista è dedicata in maniera specifica alle tecniche della prevenzione e protezione per amministratori e tecnici dei settori pubblico e privato.
Il Rapporto 2014 di vigilanza del Welfare recita nel seguente modo: “La strategia di intervento portata avanti dal ministero del Lavoro già da qualche anno è mirata non tanto a realizzare un incremento numerico degli accessi ispettivi, quanto a concentrare le verifiche verso obiettivi particolarmente significativi, individuati sulla base di una specifica programmazione che ha tenuto conto delle peculiarità delle diverse aree geografiche”.
In questa direzione uno dei settori che più beneficia di tale nuovo “trend” è quello della sicurezza nell’ambiente di lavoro. Da anni l’INAIL incentiva infatti gli investimenti in prevenzione per la sicurezza anche attraverso uno sconto (la cosiddetta oscillazione, che giunge fino al 30%) sui premi assicurativi per interventi di miglioramento delle condizioni di sicurezza e fornisce anche finanziamenti (tramite il bando annuale Isi) a fondo perduto per i progetti di miglioramento dei livelli di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Inoltre, le aziende, mediante la certificazione volontaria OHSAS 18001 (capace di misurare proprio la capacità dell’impresa di tenere sotto controllo i fattori di rischio per i lavoratori) vengono visitate con minore frequenza proprio perché già monitorate dagli “auditor” degli enti di certificazione.
Il Rapporto Censis Accredia (segnalato venerdì scorso sul Sole 24 Ore) sulla semplificazione emesso quest’anno prova a quantificare quali potrebbero essere gli effetti in termini di calo degli infortuni di una diffusione quasi totale tra le aziende di questa certificazione volontaria. In tale caso-limite (ma auspicabile in un futuro non troppo lontano) secondo lo studio si potrebbe giungere ad una diminuzione di 80mila incidenti l’anno (- 20%) e a un risparmio massimo (ipotetico) di circa 4 miliardi di euro. Una cifra enorme, capace di conferire una spinta enorme a tutto l’apparato produttivo italiano.
Risulta interessante osservare, all’interno del suddetto rapporto, la variazione di rischio (nello scenario della certificazione diffusa) relativo al comparto delle costruzioni: 33,4% di indice di abbattimento del rischio, con oltre 1,1 miliardi di euro di abbattimento di costi potenziali (ipotizzando un costo sociale di 50mila euro ad infortunio). Oltre il 25% del totale di tutti i settori ipotizzato all’elaborazione: si tratta del settore con il potenziale di miglioramento più ingente.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento