Opere pubbliche 2015, grande freddo: la ripresa dov’è? Qualche indizio

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Investimenti in opere pubbliche, grande freddo in questa prima metà di 2015: dopo i rilevanti segnali di ripresa registrati nel corso dei 2014, la prima parte del 2015 ha visto concretizzarsi una notevole contrazione dell’entità delle opere pubbliche lungo lo Stivale. Si è passati da opere per 17,02 miliardi di euro a opere per 14,7 miliardi, con una calo rilevante del 17%.

I dati relativi alla mancata ripresa in materia di cantieri pubblici affiorano dalla rilevazione mensile effettuata dall’Osservatorio CRESME-Edilizia e Territorio/Sole 24 Ore. Il dato dei bandi di gara è un tipico indice anticipatore del mercato dei lavori pubblici anche se in Italia non esiste una automatica certezza che i progetti si traducano in cantieri reali a causa di una serie di rallentamenti burocratici.

Come afferma Giorgio Santilli sul Sole 24 Ore di ieri, “il dato dei bandi pubblicati è anche un indicatore di fiducia delle pubbliche amministrazioni sulla possibile ripresa dei propri appalti. Il dato del 2014, infatti, era stato positivo anche per effetto dell’allentamento del patto di stabilità e del pagamento di debiti pregressi delle amministrazioni che avevano liberato risorse per nuovi progetti. Il dato dei bandi di gara, infine, è anche un indicatore di trasparenza del mercato perché sono esclusi ovviamente dal conteggio i lavori affidati a trattativa privata che – ha denunciato ancora di recente l’Autorità nazionale anticorruzione di Raffaele Cantone – continuano a costituire un elemento di forte criticità per il settore sul piano della trasparenza e del rispetto delle procedure”.

Interessante rilevare la scansione territoriale di questo calo (ricordiamo che i dati fanno riferimento ai primi 7 mesi del 2015): calo forte al sud e al centro, con il nord che invece tiene. I dati sono i seguenti: -20% per il Centro, -10% per il Sud continentale, -18% per le Isole. Il Nord Ovest si mantiene essenzialmente stabile (+1,7%), con il Nord Est in grossa crescita (crescita quasi raddoppiata).

Come corollario a questi dati deve essere infine segnalata la crescita del settore dell’edilizia abitativa (+138%), causato con tutta probabilità dai piani di manutenzione sulle case popolari lanciati nei mesi scorsi dal Decreto Sblocca Italia.

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Redazione Tecnica

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