Il rating d’impresa, previsto dall’articolo 83, comma 10, del Nuovo Codice appalti e dalle nuove Linee Guida ANAC per i Nuovo Codice Appalti, serve per definire l’affidabilità delle imprese nel mercato degli appalti pubblici. In questo modo, tutte le imprese sono poste sullo stesso piano e non vengono penalizzati i nuovi operatori che intendono entrare nel mercato degli appalti pubblici.
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Vediamo in questo articolo le difficoltà che potrà presentare il rating d’impresa. Gli indici quantitativi e qualitativi previsti per la valutazione nascondono alcuni pericoli:
– la capacità strutturale dell’impresa potrebbe sbarrare la strada alle piccole imprese,
– per il rispetto dei tempi e dei costi previsti si deve riuscire a distinguere tra gli sforamenti necessari e quelli che invece rivelano una condotta scorretta,
– bisogna sottolineare la differenza tra le liti temerarie e i contenziosi sorti per motivi legittimi,
– il rating delle imprese (obbligatorio) non deve essere confuso con il rating di legalità, che è volontario e limitato alle imprese italiane, ma che può essere preso in considerazione per valutare l’affidabilità delle imprese.
Gli articoli 80 (comma 5, lett. c), 83 (comma 10, 177, comma 3 e 181, comma 4), del d.lgs. 50/2016 prevedono l’adozione, da parte dell’ANAC, di atti a carattere generale finalizzati ad attuare le disposizioni del Codice e offrire indicazioni operative e interpretative agli operatori del settore.
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Per sciogliere i nodi, gli interessati possono presentare i contributi entro le ore 12 del 27 giugno. Le osservazioni possono essre presentate tramite i documenti di seguito:
2) Criteri reputazionali per la qualificazione delle imprese – documento formato pdf (242 Kb);
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