Muffe e condense: diagnosi dei luoghi e ricerca della soluzione ad hoc

Già dall’ispezione visiva emergono consistenti macchie di muffa. Ma l’ispezione visiva non è sufficiente. Vediamo come fare una vera indagine

L’abitazione oggetto di analisi è una porzione di villa quadri-famigliare in provincia di Pavia. L’edificio è stato costruito all’inizio degli anni Duemila, indicazione fornita dal proprietario, il quale non possiede documentazione tecnica relativa alle strutture di cui è costituito (quale, per esempio, la relazione tecnica ex legge 10) che andrà quindi recuperata presso il Comune di competenza. I dati climatici sono i seguenti…

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Vista dell’immobile da Google Maps

Muffe e condense: diagnosi dello stato dei luoghi

Al piano terra si trova il soggiorno con cucina a vista e un bagno, mentre al piano superiore sono presenti la camera matrimoniale, la camera singola e un bagno.
Il basamento confina inferiormente con il terreno e da indagini pregresse sembrerebbe non essere presente il vespaio, mentre il soffitto del primo piano confina con un sottotetto non riscaldato. L’abitazione è locata e occupata da una famiglia di 3 persone, con 2 cani, che occupano l’immobile da qualche anno. Prima non si erano mai presentati problemi di muffe.

Ispezione visiva

Già dall’ispezione visiva dei luoghi è emersa la presenza di consistenti macchie di muffa sulle pareti, sui soffitti e in corrispondenza dei serramenti e delle giunzioni strutturali.

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Figura 1. Muffe lato nord al piano terra

La Figura 1 evidenzia la presenza di muffa in corrispondenza della giunzione tra parete e soffitto del piano terra nelle strutture orientate verso nord (soggiorno) che risulta essere stato imbiancato di recente e in cui si è provveduto, da non molto tempo, a risanare un fenomeno di umidità di risalita dal terreno.

La situazione è decisamente peggiore al primo piano dove si sono riscontrate consistenti formazioni di muffa in corrispondenza delle pareti esterne delle camere da letto e del bagno, alla giunzione con il soffitto (Figura 2). La muffa si è propagata anche verso la parte interna dei locali, infatti risulta visibile in corrispondenza dei travetti del soffitto (Figura 3). Inoltre i serramenti sono contornati da un notevole strato di muffa nera, come si può osservare in Figura 4.

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Figura 2. Muffe e condense tra pareti e soffitto al primo piano
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Figura 3. Muffe e condense sul soffitto al primo piano
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Figura 4. Muffe e condense in corrispondenza dei serramenti

Temperatura e umidità dell’aria

Si è provveduto a misurare temperature e umidità relative dell’aria dei vari locali che compongono l’abitazione; gli strumenti utilizzati sono stati: termometro a infrarosso Testo modello 805i e sonda temperatura aria e umidità relativa Testo 605i. Sono risultati valori di temperatura compresi tra i 24 e i 26 °C a seconda del locale e valori di umidità relativa tra il 72 e il 78%. Tali valori di umidità relativa sono decisamente elevati e la temperatura superficiale delle pareti, indipendentemente dal punto di misura, implicava un valore di umidità relativa che superava l’80%, valore per il quale si ha la proliferazione di alcune muffe. Gli occupanti hanno inoltre segnalato la presenza di muffe dietro gli armadi.

Analisi dell’involucro

Si è anche provveduto ad analizzare l’involucro edilizio con termocamera Flir C3, ma la misura non ha potuto produrre risultati significativi a causa della temperatura pressoché identica tra gli ambienti interni e l’esterno.

Prime conclusioni

Si prevede, pertanto, una seconda ispezione dell’edificio nel periodo di riscaldamento per poter posare sensori termoigrometrici e provvedere a un’efficace indagine con termocamera a infrarossi. Tuttavia, sulla base dell’ispezione visiva e delle risultanze delle misurazioni effettuate con termoigrometro, si possono fornire le prime indicazioni sulle cause delle formazioni di muffa e sulle azioni da intraprendere per risolvere il problema, riportando così l’edificio in condizioni di salubrità.

Muffe e condense, cause varie e rimedi ad hoc

Causa 1: elevato tasso di umidità

In generale si sono riscontrati elevati tassi di umidità relativa all’interno di tutti i locali che compongono l’abitazione. Ciò è dovuto a elevata produzione di vapore d’acqua legata alle fonti di vapore quali persone e attività come cottura di cibi, docce, asciugatura panni, ecc. Alcuni ambienti hanno inoltre modeste dimensioni e in piccoli volumi (cameretta e bagni) l’umidità relativa può salire in maniera consistente a causa delle fonti di vapore presenti.

Rimedio 1: controllo fonti di vapore e aria

A tal proposito è fondamentale una più attenta e consapevole gestione delle fonti di vapore da parte degli occupanti, per esempio posizionando gli stendibiancheria all’esterno per l’asciugatura dei panni o arieggiarnando bene i locali qualora si posizionino i panni all’interno, soprattutto un aumento dei tassi di ventilazione prevedendo anche l’installazione di un deumidificatore, che dovrà restare acceso con continuità, al piano terra e al piano primo.

Causa 2: scarso isolamento delle pareti

Lo scarso isolamento delle pareti e dei solai (in particolare il soffitto del primo piano e le pareti esterne verso nord) può determinare una bassa temperatura superficiale interna, soprattutto nei mesi più freddi, che può scendere al di sotto della temperatura di rugiada del vapore d’acqua presente negli ambienti e quindi determinando fenomeni di condensa superficiale e formazione di muffe. Tale problema si manifesta con maggior evidenza in corrispondenza delle giunzioni strutturali dove discontinuità dei materiali e ponti termici non corretti possono accentuare il fenomeno. Nell’edificio oggetto di analisi, infatti, le muffe sono particolarmente evidenti in corrispondenza dei nodi parete-soffitto e parete- serramento.

Rimedio 2: un migliore isolamento

Si suggerisce di provvedere all’isolamento all’estradosso del soffitto del primo piano (verso sottotetto) e di valutare la possibilità di isolare dall’esterno (a cappotto) le pareti esterne. I serramenti sono probabilmente stati posati in opera lasciando intercapedini senza schiuma e nastro a tenuta, il che consente un consistente flusso di aria e quindi una migrazione di vapore dall’interno all’esterno proprio in corrispondenza della giunzione. Si suggerisce pertanto di provvedere alla verifica della corretta posa in opera dei serramenti e a provvedere all’opportuna schiumatura e sigillatura.

Causa 3: variazioni incontrollate di temperatura

Anche l’intermittenza delle fasi di riscaldamento nell’arco della giornata può favorire la formazione di muffa. Infatti cicli incontrollati di variazione della temperatura, tra il giorno e la notte, possono aggravare il fenomeno.

Rimedio 3: mantenere temperatura costante

Si suggerisce di mantenere una temperatura ambiente di 20 °C pressoché costante, con al limite un’attenuazione minima notturna.

Si raccomanda inoltre di provvedere a distanziare i mobili dai muri e di eliminare la muffa da tutte le superfici con idonei prodotti, nonché di sostituire gli elementi di arredo che dovessero presentare muffa per evitare la continua diffusione delle spore e il proliferare e perdurare delproblema in futuro, risanando con prodotti appropriati le pareti e i solai coinvolti dal fenomeno.

Questo articolo è tratto da

Muffe, Condense e Umidità nella progettazione edilizia

<p>La presenza di vapore d&rsquo;acqua all&rsquo;interno e all&rsquo;esterno degli edifici &egrave; inevitabile, ma in molti casi si possono presentare situazioni in cui, a causa di errori di progettazione o di comportamenti poco attenti da parte degli utenti, si creano le condizioni che permettono la proliferazione di muffe con conseguente degrado dei materiali e rischi per la salute degli occupanti.<br /><br />Sono numerosi i fenomeni che possono determinare queste situazioni, difficili da prevedere sia a livello progettuale che di diagnosi.<br /><br />Il tecnico in fase di progettazione o di ristrutturazione degli edifici di qualunque destinazione d&rsquo;uso deve garantire il benessere termoigrometrico degli occupanti, la qualit&agrave; dell&rsquo;aria e rispettare i requisiti di legge riguardanti l&rsquo;assenza di rischio di formazione di muffe e condense. Questo manuale si propone come una guida completa per affrontare e risolvere i problemi igrometrici degli edifici legati ai fenomeni di formazione di muffe e di condensa.<br /><br />Con numerosi esempi pratici e casi di studio che illustrano i criteri di progettazione e di intervento, l&rsquo;opera fornisce un utile strumento operativo per prevenire gi&agrave; in fase di progettazione dell&rsquo;intervento l&rsquo;insorgenza di fenomeni legati alla presenza di umidit&agrave;, contemplando anche la diagnosi e gli interventi per risolvere il problema e affrontando gli aspetti legati ai contenziosi e quelli assicurativi a tutela del progettista.<br /><br /><strong>Marco Buso</strong><br />Ingegnere libero professionista e tecnico competente in acustica ambientale, si occupa di progettazione impiantistica (progettazione impianti termici, idrosanitari, redazione relazione ex legge 10/91, diagnosi energetiche) ed acustica (valutazione previsionale di clima e impatto acustico, progettazione e collaudo in opera dei requisiti acustici passivi degli edifici).<br /><strong>Lorenza Magnani</strong><br />Ingegnere libera professionista, professore a contratto di Termofisica dell&rsquo;Edificio presso la Facolt&agrave; di Ingegneria dell&rsquo;Universit&agrave; di Pavia, consulente energetico ed esperta di certificazioni e diagnosi energetiche, &egrave; autrice di numerose pubblicazioni nel settore dell&rsquo;efficienza energetica degli edifici e degli impianti termici.</p>

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Redazione Tecnica

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