E’ prevista per il 24 Gennaio 2012 l’entrata in vigore del decreto 11 Aprile 2011 “Disciplina delle modalità di effettuazione delle verifiche periodiche di cui all’All. VII del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, nonché i criteri per l’abilitazione dei soggetti di cui all’articolo 71, comma 13, del medesimo decreto legislativo”, con lo scopo di fare chiarezza sulle modalità di effettuazione delle verifiche periodiche riguardanti le attrezzature di lavoro, definire quando le ditte, l’INAIL e le ASL possono avvalersi del supporto di soggetti pubblici o privati per l’effettuazione delle verifiche, e stabilire i criteri per l’abilitazione dei tali soggetti.
A tal proposito è bene ricordare come il d.lgs. 81/2008 all’allegato VII abbia introdotto significative novità in merito al tema dei controlli e della verifica delle attrezzature di lavoro.
Come specificato all’art.71 del medesimo decreto, il datore di lavoro ha l’obbligo di mettere a disposizione dei lavoratori attrezzature conformi ai requisiti di sicurezza previsti dalla normativa, ovvero macchine, apparecchi, utensili, impianti (o qualsiasi complesso necessario al ciclo produttivo) che non costituiscano un rischio per la salute e la sicurezza dei lavoratori stessi.
In particolare si impone a tutti i datori di lavoro di svolgere dei controlli e delle verifiche periodiche sulle attrezzature di lavoro al fine di prevenire guasti e malfunzionamenti con conseguenze negative per i lavoratori che utilizzano tali attrezzature.
Innanzitutto viene fatta la distinzione fra il concetto di “controllo” e quello di “verifica”:
- le verifiche, svolte dagli enti esterni di controllo, vanno eseguite con periodicità definita per tutte le attrezzature elencate nell’allegato VII (es. apparecchi di sollevamento materiali);
- i controlli, gestiti in autonomia dal Datore di lavoro, devono essere fatti su tutte le attrezzature che nel corso del tempo possono, per guasti o deterioramento, essere pericolose per i lavoratori (es. macchine utensili).
Per quanto riguarda nello specifico i controlli, la normativa definisce anche le modalità di esecuzione: i controlli devono essere svolti da persone qualificate e le modalità/frequenze dei controlli devono essere stabilite in base alle indicazioni dei fabbricanti oppure a norme di buona tecnica o a codici di buona prassi.
In occasione di eventi eccezionali che possano avere conseguenze negative per la sicurezza, quali riparazioni, trasformazioni, incidenti, fenomeni naturali o periodi prolungati di inattività, le attrezzature dovranno comunque essere sottoposte a controlli straordinari.
Vista la possibilità da parte degli organi di vigilanza di richiedere al datore di lavoro di dimostrare le attività svolte, diventa indispensabile riportare su apposito registro nota degli interventi eseguiti (es. tipo di intervento, periodicità prevista per la verifica successiva, nominativo dell’esecutore del controllo, etc.) e conservare, per almeno tre anni, traccia dei risultati dei controlli eseguiti.
L’obbligatorietà di eseguire controlli e verifiche sulle attrezzature di lavoro ha lo scopo di contrastare la mentalità “vecchio stile” di molti datori di lavoro, secondo i quali il tempo impiegato per le operazioni di manutenzione e revisione di macchine ed impianti è tempo sottratto alla produzione e pertanto “tempo perso”.
Molto spesso infatti ci si trova a fare i conti con situazioni reali non sempre concordi con questo punto di vista: l’assenza di manutenzione, oltre all’accorciamento della vita dell’attrezzatura stessa, provoca anche incidenti ed infortuni ai lavoratori con costi (diretti ed indiretti) all’azienda tutt’altro che trascurabili.
Un esempio purtroppo frequente è quello rappresentato dal carrello elevatore (oggetto di una carente manutenzione), il cui sistema frenante non funziona improvvisamente: la brusca sterzata cui è costretto il carrellista per evitare lo scontro con il muro, comporta il ribaltamento del mezzo stesso.
Ben venga quindi l’obbligo di controlli, verifiche, registri e verbali al fine di evitare tali infortuni: prevenire ancora una volta è meglio che curare.
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