L’Italia è in forte ritardo nella riqualificazione edilizia

Gran parte degli edifici sono ancora troppo energivori e climalteranti. L’analisi presentata da Legambiente e la road map con le proposte dell’associazione per accelerare la transizione energetica del settore

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L’Italia è in forte ritardo sul fronte della riqualificazione edilizia. Queste le parole di Legambiente che presenta il Rapporto “Civico 5.0: Vivere in Classe A” e indica quella che per l’associazione è la road map da seguire per accelerare la transizione energetica del settore edile. Il riferimento è agli interventi volti al miglioramento di un patrimonio edilizio importante, ma troppo vecchio, energivoro, e climalterante.

Legambiente sottolinea che l’Europa potrebbe chiedere con la Direttiva Case Green di intervenire, in una prima fase al 2030, su almeno 6,1 milioni di edifici residenziali, ovvero su circa 871mila edifici l’anno. Si tratta di una bella fetta che rappresenta il 7,2% del patrimonio residenziale. Più del doppio di quanto ha saputo fare il Superbonus.

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Ritardi ed errori come quelli fatti sino ad oggi sul Superbonus (dalla riduzione dell’aliquota al 90%, senza nessun correttivo, e all’eliminazione della cessione del credito e dello sconto in fattura, al fatto che il bonus venisse dato a chiunque a prescindere dal reddito) sono da evitare al fine di non sprecare importanti occasioni.

Vediamo quali sono le proposte dell’associazione.

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La road map per velocizzare la transizione energetica

Secondo la road map dell’associazione, ciò che serve al Paese è una vera e propria riforma in tema di politiche sull’efficienza energetica del settore edilizio stabile e duratura nel tempo – almeno al 2030 e con prospettive al 2035 – che preveda:

  1. un nuovo sistema incentivante unico che guardi ai singoli interventi, ma soprattutto alla riqualificazione complessiva degli edifici spingendo soprattutto interventi in classi energetiche elevate;
  2. raggiungimento classe D come minima per aver accesso agli incentivi;
  3. un nuovo sistema incentivante che guardi alla prestazione energetica ottenuta dall’intervento, al reddito delle famiglie, alla messa in sicurezza sismica, ma anche all’abbattimento delle barriere architettoniche, al recupero delle acque piovane a all’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili;
  4. l’eliminazione di ogni tecnologia a fonti fossili dal sistema incentivante e introduzione del blocco alle installazioni dal 2025;
  5. il ripristino della cessione del credito (che potrebbe essere riservata solo agli interventi di efficientamento energetico e a quelli relativi alla messa in sicurezza sismica) e degli strumenti alternativi.

Per Legambiente una riforma di efficienza energetica del settore edilizio con i requisiti sopra riassunti permetterebbe di avere un valido strumento per rispondere agli obiettivi fissati dall’Europa da qui ai prossimi anni con la Direttiva Case Green, ossia almeno il passaggio in Classe E al 2030 per tutti gli edifici, ad esclusione di quelli tutelati e protetti e in Classe D al 2033, ma anche con la proposta di innalzare il livello di efficienza minima degli apparecchi dedicati alla produzione termica del 115%.

>> Scarica il Rapporto Legambiente Civico 5.0: Vivere in Classe A <<

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Foto:iStock.com/Martin Barraud

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