Le problematiche legate all’Imu sono molte e le soluzioni proposte sono altrettante. Comunque, l’interrogativo principale è: eliminazione completa dell’imposta sulla prima casa o rimodulazione? Di sicuro, non è al vaglio nessuna stangata sui villini.
La smentita è arrivata direttamente da Palazzo Chigi: il Tesoro, in una nota, parla di una “pluralità di soluzioni” sulle quali il governo deciderà “collegialmente” dopo la discussione con la maggioranza.
Già in mattinata il sottosegretario Pierpaolo Baretta dice esplicitamente: “È difficile confondere l’abitazione di lusso con la villetta a schiera del lavoratore o dell’impiegato. Le ipotesi allo studio sono due: togliere completamente l’Imu sulla prima casa oppure rimodularla. Sia nel primo caso che nel secondo l’edilizia popolare non verrà penalizzata“.
Restano dunque le divergenze all’interno della maggioranza tra chi, come il Pdl, vorrebbe l’abolizione tout court della tassa sulla casa di abitazione e chi, come il Pd, vorrebbe invece una rimodulazione per andare incontro solo alle fasce più svantaggiate, quelle con redditi medio bassi, con nuclei familiari numerosi o con case di valore modesto.
Divergenze anche sulla possibile dismissione del patrimonio pubblico. Una questione in agenda al Tesoro che valorizzerà, come detto qualche giorno fa dal ministro Fabrizio Saccomanni, la Sgr (società di gestione del risparmio) per gli immobili e riprenderà anche il dossier sulla vendita di partecipazioni. Ma i 400 miliardi di euro di cui parla il Pdl sembrano dettati da “un eccesso di ottimismo”, dice Baretta, facendo presente che vendere in questo momento è difficile. Il ventaglio delle ipotesi allo studio sull’Imu è ancora molto ampio.
C’é anche la cancellazione per quest’anno della tassa sulla prima casa in vista della nuova tax service che dal 2014 dovrebbe comprendere Imu, Tares e le varie imposte locali che gravano sugli immobili. Altra opzione al vaglio è quella dell’ampliamento della franchigia: con le attuali norme la quota esente dalla tassa sull’abitazione è di 200 euro più 50 euro a figlio.
In questo modo, anche con mini-interventi dei singoli Comuni, nel 2012 non hanno pagato la tassa il 25% dei proprietari di immobili. La franchigia potrebbe arrivare invece fino a 600 euro lasciando esenti dal pagamento circa l’80% dei contribuenti. Il gettito non avrebbe una decurtazione della stessa percentuale considerato che nel 2012 il 29% del gettito Imu prima casa (circa 1,2 mld) è arrivato dai versamenti più alti, quelli di oltre 600 euro che hanno interessato solo il 6,7% dei proprietari di abitazione.
Per quanto riguarda la rimodulazione dell’imposta, sono diversi i criteri al vaglio dei tecnici: le esenzioni guarderebbero ai valori catastali, oppure a quelli di mercato censiti dall’Agenzia del Territorio e delle Entrate.
Guarda alle famiglie numerose l’ipotesi che esenterebbe una quota di vani o metri quadri dell’abitazione moltiplicata per ciascuno dei membri della famiglia. Un paniere ampio e una prima scrematura potrebbe esserci solo nel vertice di maggioranza di mercoledì. Anche se il tempo per riformare la tassazione resta più lungo.
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“Entro ferragosto – conferma Baretta – verrà presentata la proposta per riformare l’Imu e poi si aprirà un confronto con tutti i soggetti interessati tenendo conto anche che parallelamente si lavorerà sulla delega fiscale che prevede la riforma del catasto”.
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