Il Certificato di idoneità statica CIS è stato introdotto dal Comune di Milano nell’ottobre del 2014 in occasione dell’approvazione del nuovo Regolamento Edilizio che ha contenuti innovativi, rispetto alla conoscenza e alla manutenzione del patrimonio edilizio esistente.
L’articolo 11, al paragrafo 6, introduce l’obbligo, per tutti gli edifici che hanno compiuto 50 anni di vita, di effettuare dei controlli sia sulla idoneità statica delle parti strutturali dell’edificio, sia sulle parti secondarie e accessorie che con un loro cedimento o crollo, possono rappresentare un rischio per la pubblica incolumità.
Questa è una visione illuminata nella direzione della sicurezza dei cittadini.
L’Ordine degli Ingegneri di Milano, e in particolare la sua Commissione Strutture, ha lavorato, insieme ai tecnici comunali per produrre delle Linee Guida per l’espletamento degli obblighi previsti dal Regolamento Edilizio emanando un testo che funga da canovaccio per la redazione del CIS. Con tale lavoro è emersa una scelta condivisa di voler cercare di semplificare le procedure, e conseguentemente abbassare il costo sociale delle verifiche richieste, mediante l’introduzione di un primo livello “semplificato” di verifiche eseguite da Tecnico abilitato, definito come ingegnere o architetto con 10 anni di iscrizione all’Albo (soggetti comunque di comprovata esperienza).
Il Comune ha richiesto inoltre che l’Ordine prestasse la propria opera al servizio della Comunità anche con la creazione di un archivio delle certificazioni, da articolo 11.6, ponendo l’obbligatorietà del deposito delle stesse certificazioni presso l’Ordine.
Certificato di idoneità statica CIS: a cosa serve?
Il Certificato di idoneità statica CIS è da intendersi come una verifica dello stato di buona salute dell’edificio.
La disposizione del Regolamento Edilizio, sintetica e precisa, ha richiesto di essere interpretata nel senso della definizione di opportune modalità operative alle quali si è risposto formulando le linee guida.
I termini di valutazione, oggi ben acquisiti dalla comunità professionale e dalle norme stesse, vengono a costituire un’ampia e documentata base di esperienza, su cui esprimere un giudizio globale del fabbricato.
Un giudizio significativo, dunque, non sostenuto da valutazioni oggettive derivate dal calcolo e/o dalla sperimentazione, ma che si configura come un primo livello dell’analisi, un filtro atto a identificare situazioni di pericolo, che rimandi eventualmente e nei casi richiesti dalle norme ad un approfondimento: l’analisi di secondo livello.
Si è ritenuto, in base alle premesse (la necessità di una valutazione speditiva), che il primo livello, qualora dia esito positivo, costituisca una base sufficiente per esprimere una valutazione di idoneità statica; valutazione che, per sua natura, è più propriamente un’ attestazione di buona salute del fabbricato.
Questo è stato lo spirito che ha condotto alla formulazione delle Linee Guida, uno spirito che interpreta la moderna cultura delle costruzioni, una visione intelligente e critica della situazione. Non quindi la compilazione acritica di un questionario, ma una valutazione personale fondata sul proprio senso ingegneristico e quindi sulla propria esperienza e sensibilità.
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Come avviene il deposito del Certificato di idoneità statica CIS?
Sussiste la necessità di deposito del Certificato di idoneità statica CIS, al fine di avere l’evidenza univoca della data di redazione del certificato e della sua validità temporale.
Nel caso questo venga emesso con riserva, il certificato assume una validità di soli due anni, invece dei quindici ordinari.
L’Ordine degli Ingegneri ha dato la propria disponibilità ad essere il depositario della copia conforme dei certificati, avendo anche la funzione di controllo della validità temporale, della qualità tecnica dei documenti e del monitoraggio statistico dei certificati depositati.
Nell’ottica di creare un servizio fruibile da remoto e facilmente accessibile, è stato deciso che il deposito del certificato avvenga solo telematicamente attraverso l’upload di file pdf firmati digitalmente dal tecnico abilitato i quali vengono depositati su server certificati, secondo i requisiti della Pubblica Amministrazione, per tutto il tempo di validità legale dei documenti.
Nel caso il Certificato di idoneità statica CIS venisse emesso con riserva, come previsto dalle Linee Guida, entro i primi due anni potrà essere depositato un documento integrativo che asseveri la soluzione delle riserve riscontrate nella versione originale, in modo tale da poter estendere la validità del certificato a 15 anni.
Questo sistema, pienamente operativo da settembre 2017, offre le migliori garanzie in termini di protezione dei dati attraverso le più avanzate tecnologie di cyber security e cyber recovery risk garantendo la tutela delle informazioni contenute nei documenti depositati.
La qualità dei tecnici per riconoscere gli edifici
Per poter scrivere correttamente il Certificato di idoneità statica CIS in conformità ai dettami del regolamento emanato dal Comune di Milano, occorre capire fino in fondo le motivazioni che hanno indotto il Comune a compiere un tale innovativo passo.
Di fatto questo è il primo esempio in Italia di una richiesta simile da parte di un organismo pubblico, fatta eccezione per la OPCM 2003 che, ai fini sismici, introduceva l’analisi di vulnerabilità sismica.
Nel caso del Certificato di idoneità statica CIS, il Comune di Milano ha maturato con consapevolezza che gli immobili con oltre 50 anni di età dovessero essere obbligatoriamente assoggettati a una sorta di check up.
Il Certificato di idoneità statica CIS è una relazione che non discuta solo ed esclusivamente di strutture, ma comprenda tutti gli elementi costituenti l’opera che, a seguito di una loro inefficienza, possano mettere in pericolo l’incolumità.
Dunque, l’attenzione non deve essere rivolta solo a travi, pilastri, fondazioni e impalcati, ma anche a comignoli, gronde, cornicioni, balconi, ringhiere, scale, persiane, portoni, cancelli, controsoffitti, impianti appesi, insomma a tutti quegli elementi che potrebbero riservare amare sorprese in caso di loro instabilità.
Questo aspetto è ben affrontato nelle Linee Guida predisposte dalla commissione strutture dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Milano, e approvate dal Comune di Milano con Determinazione Dirigenziale del 25 novembre 2016. Esso è un documento assai utile, ma non certo esaustivo.
Di fatto rappresenta una guida utile e valida all’analisi visiva dell’opera considerata, ma resta un minimo al di sotto del quale assolutamente non andare, un promemoria essenziale, e solo talvolta sufficiente.
Vi è poi da considerare che la portata della richiesta del Comune di Milano è di notevoli dimensioni e proporzioni: si tratta di circa 25 mila edifici.
Se ciascun Certificato di idoneità statica CIS assumesse il valore economico di qualche migliaio di euro, si tratterebbe di consulenze e costi per la collettività di cifre di circa 100/200 milioni di euro o più.
Evidentemente a fronte di una analisi completa sulla sicurezza degli immobili attempati sussiste un impegno economico generale del tutto non trascurabile, ragione per la quale la scrittura delle Linee Guida ha cercato di ottemperare alla garanzia della sicurezza con un costo sociale sopportabile.
Resta tuttavia il fatto che quanto indicato nelle Linee Guida deve essere ben sviluppato dal professionista, reso evidente per chiarezza e completezza di informazione, ed essere anche convenientemente esteso alle parti dell’immobile oggetto di attenzione.
La conoscenza dell’edificio deve risultare approfondita, a partire dalla sua storia per passare alla sua geometria e meccanica funzionale; deve esservi chiarezza a riguardo degli schemi statici di funzionamento, e devono essere messi in evidenza gli eventuali interventi succedutisi nel tempo, che possono aver ridotto i margini di sicurezza delle strutture e degli elementi secondari.
Dunque, tutto è affidato alla deontologia alla correttezza e alla esperienza del tecnico incaricato. Nel caso, il tecnico incaricato deve possedere adeguata esperienza in merito alle strutture, alle finiture e alle peculiarità che il panorama edilizio di Milano presenta.
Ma oltre a ciò è auspicabile che il tecnico di fiducia esprima tutta la sua sensibilità entrando sostanzialmente in empatia con l’edificio da analizzare, arrivando a “sentire”, “percepire” l’edificio, guardando per “vedere” e comprendere.
Articolo originariamente pubblicato su Ingegneri.cc
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